PIOMBINO: RISCHIO CHIUSURA ANCHE PER IL GIUDICE DI PACE

Piombino (LI) – In una città in fase di smantellamentoe contrazione dei servizi offerti al cittadino come è oggi Piombino, sarebbe un grave danno per i cittadini perdere il servizio anche del Giudice di Pace, quando era a rischio anche l’agenzia delle entrate ora spostata dal 27 Marzo scorso in Via Volta, ma anche quella chissà per quanto tempo.
In un comunicato congiunto tutte le opposizioni (Daniele Pasquinelli, Movimento 5 Stelle, Francesco Ferrari, Fratelli d’Italia – An, Riccardo Gelichi, Ascolta Piombino Fabrizio Callaioli, Rifondazione Comunista, Carla Bezzini, Un’altra Piombino) hanno gridato il proprio no.
«Accettiamo di buon grado l’invito fatto dall’Associazione Forense Piombinese a tutte le forze politiche per discutere del problema. Siamo tutti concordemente convinti che l’Ufficio del Giudice di Pace rappresenti un importante punto di riferimento per l’intera popolazione della Val di Cornia, e come tale non deve essere soppresso.
Stiamo parlando di un fondamentale servizio per l’intera popolazione; giusto per fare un esempio, si pensi a tutti i testimoni che si devono recare a quell’ufficio per deporre nelle cause civili o nei processi penali, e che, con la soppressione dell’ufficio dovrebbero recarsi a Livorno. Ed ancora, si pensi alle opposizioni contro le multe inflitte per presunte violazioni al codice della strada: oggi il cittadino può, anche personalmente e senza un avvocato, recarsi in quell’ufficio e presentare una semplice opposizione alla sanzione amministrativa, salvo poi recarsi nuovamente lì e presenziare alle udienze dinanzi al Giudice per dimostrare le proprie ragioni.
E’ evidente che se il tutto dovesse essere fatto a Livorno, chiunque fosse dotato di senso pratico rinuncerebbe a rivendicare i propri diritti – evidenziano le opposizioni – comprendiamo come le amministrazioni dei Comuni della Val di Cornia debbano ogni anno far fronte alle spese per il mantenimento dell’ufficio; tuttavia, è inconcepibile che si possa anche solo pensare di chiudere un presidio così importante per la cittadinanza: se coloro che amministrano questi territori si sono rassegnati all’idea che il futuro sia già scritto e si chiami morte e chiusura di ogni attività, lo dicano subito e facciano un passo indietro affinché al loro posto subentri chi con le idee e con le iniziative possa ridare vita e speranza alla cittadinanza, in special modo ai giovani».

Anche Sergio Filacanapa, Capogruppo di Spirito Libero per Piombino, rimarca quanto esplicitato dagli altri partiti e liste di opposizione.

«Condividiamo le preoccupazioni espresse dall’Associazione forense del nostro territorio sul’ufficio del Giudice di pace ed esprimiamo loro la piena solidarietà della lista Spirito Libero, da sempre in prima linea sul mantenimento dell’ultimo presidio di giustizia della Val di Cornia, specie dopo l’improvvida chiusura della sede distaccata del Tribunale. Bene ha fatto anche il Sindaco Giuliani a voler fissare un incontro con gli altri sindaci del territorio, per cercare di evitarne la  chiusura e ridistribuire equamente il costo del servizio, perché è proprio quello il nodo cruciale: è giunto il momento di fare delle scelte nette e assumersi ciascuno le proprie responsabilità, ossia gli onori ma anche gli oneri derivanti dai vari servizi che sono essenziali per tutto il comprensorio, non solo per Piombino. Dev’essere chiaro, cioè, che è finito il tempo dei galleggiamenti e dello scaricabarile, col nostro “piccolo” comune a sobbarcarsi, quasi esclusivamente sulle proprie spalle, i costi di un intero territorio in cui vivono quasi centomila persone (per non parlare dei picchi estivi).

La questione del Giudice di Pace va difatti a braccetto con quella della Società Parchi, entrambe situazioni cioè in cui gli indubbi vantaggi e benefici ricadono sull’intera Val di Cornia mentre tutti i relativi costi ricadono in modo abnorme sul Comune di Piombino, che da solo si sobbarca più di tutti i contributi degli altri Comuni messi insieme. Un quadro che diviene perfino grottesco se pensiamo, ad esempio, alle sparate da tupamaros di alcuni comuni a fronte di una loro partecipazione alle spese di poche migliaia di euro. Una situazione non più sostenibile, sia perché fortemente iniqua, sia perché Piombino non può più permetterselo, siamo oramai rimasti con un organico che è la metà rispetto al 2001.

Finora Piombino, spendendo da oltre il doppio fino a 15 volte in più degli altri comuni, ha garantito il funzionamento dell’ufficio del Giudice di pace, le cui cifre parlano da sole: 469 cause civili,134 sentenze, 277 decreti ingiuntivi, circa 200 processi penali. E’ oltremodo evidente che se questa fondamentale realtà dovesse chiudere, non solo i piombinesi ma ogni cittadino del comprensorio sarebbe costretto a recarsi a Livorno anche per una semplice multa, lite condominiale o testimonianza, dunque sarebbe un grave ed enorme danno per tutta la Val di Cornia.

Con l’assai miope logica del ciascuno che coltiva il proprio orticello, Piombino ha già visto chiudere il suo Liceo (che i figli dei vicini hanno preferito iscriverli a Follonica e Cecina), lo sportello di Equitalia, la sede distaccata del Tribunale e ci è mancato davvero poco anche l’Agenzia delle Entrate e alcuni reparti di Villamarina.

Spirito Libero si è da sempre alfiere della sovra-comunalità intesa come condivisione di strategie, di efficienza gestionale, di sinergie e riduzione dei costi, di capacità di unirsi e saper fare squadra. Ma questi nobili principi occorre che tutti concorrano a metterli in pratica, non sono né possono ridursi a meri slogan elettorali coi quali ci si riempie la bocca per far bella mostra di sé: la situazione è sotto gli occhi di tutti ed è risaputo che le chiacchiere non fanno farina !

Scritto da il 7.4.2017. Registrato sotto Foto, sociale, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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