PIOMBINO: NEGATO IL CONSIGLIO COMUNALE APERTO SU AFERPI

Le RSU Aferpi in comune a Piombino

Piombino (LI) – Rifondazione comunista alcuni giorni fa, vista la situazione di grande preoccupazione che sta vivendo la città a causa dello stallo della vertenza Aferpi, e l’occupazione da parte delle RSU di quello stabilimento, della sala del consiglio comunale,  aveva chiesto di indire immediatamente la conferenza dei presidenti di gruppo, onde organizzare un consiglio comunale straordinario, aperto non solo agli interventi delle RSU, ma di tutti i lavoratori e cittadini, da tenersi entro il 18 aprile. Ma nella conferenza dei presidenti di gruppo, dopo una prima apertura, la richiesta è stata bocciata. Le motivazioni ufficiali sono “la poca utilità di un consiglio il giorno precedente la riunione al Mise” e “Presentarsi in un consiglio comunale senza una visione unitaria avrebbe rischiato di spaccare ulteriormente il movimento dei lavoratori”.

Una sorta di normalizazione del pensiero che davvero non ci piace. E con l’occasione è bene ricordare le parole di Giorgio Gaber: «La libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione». Avere paura della partecipazione popolare (dopo una “occupazione” delle RSU del Comune che ricorda ogni giorno sempre di più quella delle scuole “in accordo con il preside”, poi le riunioni a “porte chiuse”, e la “rabbia” contro tutti i lavoratori che osano chiedere spiegazioni), è secondo noi molto pericoloso, e poco di addice ad una città che ama “riempirsi la bocca” in ogni occasione con la parola “democrazia”.

Riportiamo integralmente i comunicati fino ad ora giunti in redazione affinche ogni lettore si faccia la propria opinione.

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AFERPI. CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO DOPO LA RIUNIONE AL MISE

Giuliani interviene in merito alla decisione della conferenza capigruppo di non convocare il consiglio comunale aperto sulla questione Aferpi, richiesto dal consigliere di Rifondazione comunista Fabrizio Callaioli.

“La decisione è stata presa dalla conferenza dei capigruppo  sulla base di una concomitanza di fattori diversi – afferma Giuliani – Innanzitutto l’inopportunità e soprattutto la poca utilità di un consiglio il giorno precedente la riunione al Mise del 19, senza elementi nuovi che potessero creare la base per una discussione  proficua e concreta. In questi mesi sono state molte le occasioni di confronto e di ascolto da parte dell’amministrazione comunale delle ragioni espresse dai movimenti, dalle associazioni, dai lavoratori e le posizioni sono ormai chiare e ben definite. Molto più utile sarà organizzare un consiglio comunale con la partecipazione delle organizzazioni sindacali, delle associazioni, degli studenti e delle categorie, non appena ci saranno delle novità, probabilmente dopo la riunione del 19.

Un altro aspetto che ha fatto propendere per questa scelta è stata la modalità di organizzazione del consiglio. Non sarebbe stato possibile, in così poco tempo, organizzare un consiglio comunale aperto con  la partecipazione di tutti i cittadini, come non è mai stato organizzato. Il consigliere che ha proposto  la seduta straordinaria del 18 non ha accettato tra l’altro alcuna mediazione per verificare la fattibilità di proposte alternative.

Inoltre non sono emersi i presupposti per raggiungere una linea unitaria di azione all’interno del movimento che potesse tradursi in un documento condiviso. Presentarsi in un consiglio comunale senza una visione unitaria avrebbe rischiato di spaccare ulteriormente il movimento dei lavoratori. Tutte queste motivazioni hanno indotto i capigruppo a non accettare la richiesta avanzata da Rifondazione Comunista, con l’obiettivo però di convocare il consiglio dopo il 19 quando saranno disponibili altri elementi da valutare e da approfondire nella maniera più opportuna.

COMUNE DI PIOMBINO

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MOVIMENTO 5 STELLE: PAROLE, PAROLE, PAROLE

Parole e concetti, quando sono ripetuti all’infinito senza  trovare attuazione, perdono qualsiasi tipo di significato. Troppo spesso abbiamo sentito inneggiare al dialogo, al confronto, e al dibattito democratico, quasi mai abbiamo visto tradurre questi presupposti in azioni concrete. Stamattina la Conferenza dei Capigruppo del Comune di Piombino ha deciso che il Consiglio Comunale aperto sulla vertenza AFRPI, richiesto dal capogruppo Callaioli per il 18/4 non si farà e lo ha fatto con i voti contrari di PD, Sinistra per Piombino, Sindaco, Presidenza e Vicepresidenza del Consiglio, mentre si erano espressi a favore Movimento 5 Stelle, Rifondazione Comunista, Ferrari Sindaco- Forza Italia.

Crediamo convintamente che, alla vigilia di uno snodo cruciale come quello dell’incontro al MISE del 19/04, sarebbe stato importante aprire una discussione franca non solo fra le forze politiche, ma anche fra tutti gli esponenti di sindacati, associazione e società civile, al fine di dare un chiaro mandato al Sindaco ai tavoli istituzionali. La nostra opinione è che la città di Piombino si  sia ormai rassegnata ad un rapido declino, prova ne è che, nonostante il dramma sociale che si sta consumando, cittadini e lavoratori sono sempre più distanti dalla partecipazione alla protesta. Anni di illusioni, di imbonimento e di mezze verità, hanno portato i cittadini ad allontanarsi dall’interesse verso le sorti della fabbrica ed  a pensare di essere in balia di un ineluttabile destino. Noi rifiutiamo questa logica e crediamo nella possibilità per i cittadini di essere partecipi della costruzione del loro destino, di incidere e di pretendere.

E’ ovvio che tutto questo passa da un democratico processo di confronto e di dibattito. Noi crediamo anche che, giunti a questo punto, vadano prese delle decisioni nette, perché l’unica cosa che sicuramente non possiamo più permetterci è di continuare a galleggiare verso il niente.

Qual è ad ora la prospettiva per i lavoratori? Altri due anni di ammortizzatori sociali? E dopo? Sicuramente niente agroalimentare, nessun altro tipo di diversificazione e probabilmente neanche siderurgia. Bisogna avere il coraggio di cercare di staccare la spina a questo progetto,  verificare il più celermente possibile se i termini contrattuali ce lo consentano o in caso contrario individuare immediatamente i responsabili di una scelta tanto scellerata. Solo una volta liberati da questo fardello saremo liberi di programmare scelte alternative, sempre considerando che ormai non è più solo il problema dei lavoratori diretti e dell’indotto, ma di un territorio intero che non vuole più essere legato alle mancate promesse di un’azienda estera e vuole riavere la disponibilità di un territorio enorme che rischia di essere perso per sempre.

Questo percorso è ormai inevitabile per chiunque voglia bene a questa città, ma chiaramente per prendere decisioni forti occorre un forte mandato e questo lo si ottiene solo attraverso il confronto con la politica e con i cittadini. Questo alla maggioranza che governa il nostro Comune non interessa, evidentemente hanno paura di sapere cosa pensano i loro cittadini, salvo poi inneggiare all’unità nell’interesse di Piombino quando fa più comodo.

MoVimento 5 Stelle Piombino

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GELICHI: CERCATE SOLUZIONI NON RESPONSABILITÀ

Nel 2011 la vicenda Lucchini vede le banche subentrare  a Severstal  ma il capitale sociale si erode e le stesse devono ripianare, forse poteva essere il momento di passare da ciclo integrale a forno elettrico . Poi il commissariamento, chiesto con forza, che ha consentito di avviare la non scontata procedura “Marzano”. Scatta la gestione commissariale con la ricerca di compratori, in estrema sintesi la scelta : Rebrab o Jindal. Erano e sono oggi in bilico 2200 posti di lavoro circa e il secondo ne assicurava solo 800, sicuri ma insufficienti per garantire tutti. Immaginiamoci per un momento se fosse stato scelto Jindal, cosa avrebbe detto e fatto il territorio.

Ci risulta quindi difficile percepire le responsabilità governative rispetto al fallimento di un’azienda, a meno che non si cerchi un facile responsabile aleatorio e distante. Ma potevano controllare meglio il piano industriale di Rebrab; basterebbe ricordarsi gli epiteti che si sono presi coloro che su questo piano hanno sempre espresso dubbi, figuriamoci una bocciatura. Ma bisogna guardare avanti, certamente, basterebbe iniziare a vedere la situazione con lucidità e verità, senza strumentalizzare o illudere le persone. Ora tutto è più complicato, più passa il tempo e peggio è.

Sarà difficile fare a meno di Rebrab, non sappiamo se ci sono i margini per recedere dal contratto, atto che comunque potrebbe portare ad un infausto blocco totale della situazione; probabilmente sarà necessario un accordo. Noi comunque riteniamo di non poter fare a meno di un terzo interlocutore, già inserito nel mondo dell’acciaio che possa rilanciare la parte delle lavorazioni a freddo. Sarebbe illusorio parlare di statalizzazioni, pensando di far ripianare i debiti dalla fiscalità generale dello Stato, è un tempo ormai finito.

Infelice proporre forni elettrici in Corso Italia, banalizzando “diossine, PCB, IPA , metalli pesanti” e la necessità di regolare gli orologi ad ogni carica per dormire. Invece ci gratifica  il fatto che il Sindaco proporrà una rivisitazione degli Accordi di Programma, perché è da li che dobbiamo ripartire; proposta che Ascolta Piombino fece nel 2015 ma che fu bocciata dalla maggioranza.

Riccardo Gelichi
Portavoce Lista Civica Ascolta Piombino

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 CAMPING CIG: GIOVEDÌ NERO PER LA DEMOCRAZIA

In questo momento di acutizzazione della crisi, quando le strategie delle forze di governo del PD, avallate dai Sindacati, non funzionano più e lor signori sentono il fiato sul collo dell’esplosione della collera sociale, ricorrono a tutti i mezzi per tentare di salvarsi.

La prima vittima è la democrazia, sindacale e politica.

– I segretari nazionali di FIOM e UILM vengono a Piombino e si riuniscono al chiuso con i loro rappresentanti locali. Per fare cosa? Sicuramente il rifiuto di incontrare a viso aperto i lavoratori nasconde la volontà di imporre una soluzione che condannerà i lavoratori ad una sconfitta.

– Il Sindaco e la sua maggioranza rifiutano di convocare un Consiglio Comunale aperto richiesto da una forza di opposizione. Perché? Sicuramente perché hanno paura di contestazioni da parte dei lavoratori per le loro colpe e per l’assenza di una linea politica.

– Il Sindaco si scaglia con una arroganza non certo adatta ad un primo cittadino contro lavoratori che chiedono spiegazioni. Perché? Sicuramente per la paura di un confronto dal quale non può che uscire perdente.

Sappiano lor signori che i comportamenti autoritari non pagano. Sappiano che stanno fomentando, loro sì, la rivolta dei lavoratori e la rottura della pace sociale e che ad ogni atteggiamento antidemocratico aumenta il numero di chi si allontana da questo tipo di amministrazione e di sindacato. Sappiano, infine, che noi, nonostante ogni tentativo di escluderci, di denigrarci, di presentarci come i portatori di tutti i mali, continueremo a denunciare le loro manovre, le loro responsabilità.

Perché il Sindacato torni ad essere il difensore degli interessi dei lavoratori. Perché le istituzioni tornino ad essere al servizio del popolo e non camarille di potere.

Coordinamento Art. 1 – Camping CIG

Scritto da il 14.4.2017. Registrato sotto Foto, politica, Toscana-Italia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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  • QUANTO E' PASSATO DAL 1 LUGLIO 2017 DATA TERMINE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA CON CEVITAL?

    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
    88 mesi, 20 giorni, 19 ore, 38 minute fa

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