TIRRENICA: ITALIA DEFERITA ALL’UE, «DELRIO REVOCHI CONCESSIONE»
Toscana – Come più volte anticipato la proroga di 18 anni (senza gara) per l’Autostrada Tirrenica ha portato al risultato che pochi giorni fa l’Italia è stata deferita alla Corte Europea. Dopo aver pagato quindi con le tasse la Variante Aurelia, aver pagato il casello a Rosignano con gli ingiusti 60 centesimi per chi va a Livorno, e subito tutte le buche che il governo, lasciando la Variante abbandonata a se stessa, ci obbliga a subire ogni giorno, adesso rischiamo anche di dover pagare con le nostre tasse le multe salate comminate dalla Corte di Giustizia europea.
Tutta questa vicenda, una vergogna italica che ci riporta indietro di sedici anni, del progetto di adeguamento della Variante Aurelia del 2001 (concausa della crisi di questo territorio che ha infrastrutture o semi abbandonate o inadeguate come nel caso della SS398), ha generato “mostri” come il casello a Vada, che da almeno tre anni non si sà perché vadano pagati i 60 centesimi di pedaggio per chi va verso Livorno, ma che sono ancora li.
Ma chi lo deve levare se già i consiglieri regionali del Pd Matteo Tortolini e Marco Ruggeri hanno chiesto il 22 gennaio 2015 al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi la rimozione dell’ingiusto balzello sulla base della precedente mozione 930 del 29-10-14, senza che da allora nulla sia in realtà successo? Senza parlare della situazione della Variante Aurelia, ridotta ad un colabrodo, dove l’ANAS invece di fare i lavori nei punti più pericolosi ha fatto apparire cartelli con su scritto 70 km/h.
«Le autorità italiane hanno prorogato di 18 anni un contratto di concessione di cui è titolare la Società Autostrada Tirrenica p.A. (SAT SpA), attualmente concessionaria della costruzione e gestione dell’autostrada A12 Civitavecchia-Livorno. Il contratto è stato rinnovato senza previa gara d’appalto». Dunque, la «Commissione ritiene che l’Italia sia venuta meno agli obblighi che le incombono in base alle norme Ue in materia di appalti pubblici, in particolare in virtù della direttiva 2004/18/CE».
È così che la Commissione europea ha deciso ieri di deferire l’Italia alla Corte di giustizia Ue, scagliando sul progetto di Autostrada della Maremma un nuovo macigno salutato con favore dagli ambientalisti.
«È un pieno riconoscimento delle nostre buone ragioni, da sempre sollecitate con ricorsi, memorie ed incontri in sede Ue – hanno dichiarato Monica Frassoni, presidente del Partito verde europeo ed Anna Donati, di Green Italia – Infatti insieme alle associazioni ambientaliste (Legambiente, Wwf, Terra di Maremma, Comitato per la bellezza, Rete dei comitati) da ormai 10 anni abbiamo predisposto memorie e ricorsi per segnalare le proroghe senza gare assicurate a SAT dal Governo Italiano fino al 2046. Nel 2009 la Commissione Europea, sulla base del nostro reclamo presentato da verdi, associazioni e comitati, chiese al Governo italiano di ridurre la proroga della concessione dal 2046 al 2043 e la messa a gara del 100% dei lavori. Impegni che non sono stati mantenuti dall’Italia e da qui la riapertura della procedura d’infrazione nel 2014. Poi mentre il progetto si andava man mano modificando e riducendo nei costi, nessuna modifica della Concessione veniva adottata dal Governo italiano ed inoltre i lavori del tratto Civitavecchia Tarquinia sono stati realizzati al 100% senza gara, esattamente il contrario di quanto chiedeva la Commissione Europea».
«Evidentemente – commenta invece il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, di fronte alla notizia arrivata dalla Commissione Ue – non si è fatto quanto si doveva per evitare questo spiacevolissimo giudizio di Bruxelles sul governo italiano, non si sono dati i chiarimenti necessari, non si sono presi i provvedimenti per evitare che questo avvenisse. Credo – continua – che nelle prossime settimane avrò un incontro con il ministro Delrio e a lui manifesterò questa esigenza assoluta: che non ci sia nessun nuovo ritardo e che si proponga una soluzione, che garantisca, con il minor impatto ambientale e sociale possibile, quattro corsie per mettere in sicurezza una strada che ha indici di mortalità tra i più alti d’Italia».
Ma come risolvere questa questione? Per gli ambientalisti la soluzione è ancora una volta quella migliore per conciliare le esigenze di sicurezza, mobilità e tutela ambientale.
«Anche in questi giorni – commentano Frassoni e Donati – abbiamo consegnato in sede europea una ulteriore memoria per fare il punto sul progetto SAT e le novità contenute nell’allegato Infrastrutture al Def, con la project review (una scelta che appare più chiara anche analizzando i bilanci SAT, come ottimamente riportato nell’articolo firmato da Ferdinando Semboloni per Toscana Oggi e disponibile in, ndr) e la verifica da fare con il progetto di adeguamento dell’Aurelia, per informare delle novità Bruxelles. A questo punto chiediamo al ministro Delrio di revocare la concessione a SAT e di procedere con l’adeguamento dell’Aurelia, la soluzione più efficace ed immediata per la messa in sicurezza e la mobilità del territorio maremmano».
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GRAN PARTE DEI MAREMMANI SONO CONTRARI AI PROGETTI CLIENTELARI DELLA TIRRENICA
La gran parte dei Maremmani, contrari ai progetti clientelari della autostrada tirrenica, che nelle tante manifestazioni hanno sempre denunciato pubblicamente il mancato rispetto delle norme, ora rischiano anche di dover pagare le multe salate comminate dalla Corte di Giustizia europea, perché la lobby politica pro SAT, dall’On, Matteoli al PD regionale e locale, non ha rispettato le regole.
«Leggendo i primi commenti dei responsabili di questa situazione, sembrerebbe che i Maremmani debbano essere “becchi e bastonati!”, così si dice, fin dai tempi del Boccaccio, di chi all’onta delle corna somma quella delle percosse, entrambe molto spesso inflitte ai contadini da parte dei signori feudali. Nel 2017 sembriamo ancora sudditi, privi di diritti e di tutele presso coloro che la legge dovrebbero farla rispettare a chiunque.
Il presidente Rossi pochi mesi fa, usando aggettivi insultanti nei nostri confronti, ha sostenuto che si sarebbe sdraiato per protesta sulla vecchia Aurelia, se non si procedeva subito a realizzare l’autostrada. Lo aspettiamo, per verificare la sua coerenza e per dirgli che i dati analitici tecnici di progetto ci dicono che il tempo di percorrenza di una autostrada costiera tra Civitavecchia e Livorno, rispetto alla messa in sicurezza dell’Aurelia, ci avrebbe fatto risparmiare nell’intero percorso la “impressionante” quantità di tempo di 15 minuti, nell’ipotesi non confermata che non fossero realizzate le barriere trasversali per il pedaggio.
A Rossi vorremmo ricordare che 15 minuti valgono meno delle attività di pregio che si realizzano sui nostri territori e che se il criterio dei tempi è per lui valido ovunque, allora gli ricordiamo che quando i Maremmani vanno a Firenze, sono costretti a perdere incolonnati nel traffico almeno un ora per entrare in quella città, così come i senesi o gli aretini, che percorrendo la Cassia arrivano al Galluzzo. Tutti a passo d’uomo per le strade medievali che portano a Porta Romana, la porta medievale, da cui si partiva da Firenze per Roma.
A chi chiederemo conto delle morti evitabili sul tratto a sud di Grosseto? A chi i danni economici di tanti ritardi?
E se a pagare fossero tutti gli amministratori dei vari governi locali, regionali e centrali che dal 2002 hanno rifiutato il progetto già approvato e finanziato di messa in sicurezza dell’Aurelia, diffondendo la fandonia che il “progetto autostrada” era a costo zero per la collettività?».
Associazioni e Partiti della provincia di Grosseto:
Attac-Gr
Comitato Beni Comuni
Forum Ambientalista
Partito Comunista dei Lavoratori-Gr
Possibile
Rifondazione Comunista
WWF