ATO SUD/ SEI TOSCANA: CHIUSE LE INDAGINI, PRIMI INDAGATI
Firenze – Sono concluse le indagini per l’inchiesta per turbativa d’asta relativa alla gestione dei rifiuti nell’Ato Sud. Una gara truccata, che cela corruzione e turbativa d’asta secondo Procura di Firenze e guardia di finanza. Per ora per la procura sono sei gli indagati, ma a rischiare il processo sono anche Sei Toscana e Siena Ambiente.
La procura, al termine delle indagini della Guardia di Finanza conferma le ipotesi di accusa a carico dei sei indagati per la gara da 3 miliardi e mezzo di euro bandita dall’Ato Toscana sud per la raccolta e la gestione dei rifiuti nelle province di Siena, Grosseto, Arezzo e Val di Cornia (la famosa “Svolta verso Sud”, ndr.) aggiudicata nel 2012 al raggruppamento di imprese Sei Toscana .
La società è stata commissariata nel marzo scorso su richiesta dell’autorità anticorruzione di Raffaele Cantone.
Fra gli indagati l’ex direttore generale dell’Ato Andrea Corti, gli avvocati fiorentini Valerio Menaldi e Tommaso D’Onza, i vecchi amministratori senesi di Sei Toscana Marco Buzzichelli e Fabrizio Vigni e il commercialista piombinese Eros Organni.
Per l’accusa, la gara era strutturata per favorire Sei Toscana grazie ad una commistione tra controllori e controllati dove gli indagati avevano concordato preliminarmente i dettagli dell’aggiudicazione.
Secondo gli accertamenti della Finanza, inoltre, clausole speciali erano state inserite appositamente nel bando di gara per il ciclo dei rifiuti, che permisero a Siena Ambiente di non avere concorrenti e di aggiudicarsi l’appalto e che poteva soddisfare, secondo l’accusa, solo questa azienda, ed è questo il motivo per cui gli altri concorrenti si ritirarono nella fase finale e decisiva del bando.
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Di fronte a tutto questo, specie in Val di Cornia, le opposizioni sono insorte. Riportiamo i vari comunicati:
M5S: ATO SUD, CRONACA DI UN FALLIMENTO ANNUNCIATO
Apprendiamo dalla stampa che i Pm De Gregorio e Merlo, titolari della maxi inchiesta ATO Sud, stanno per rinviare a giudizio i vertici di ATO e SEI Toscana. Da ormai tre anni continuiamo a denunciare inascoltati l’assurdità di un modello gestionale basato su un ente inutile ed un ambito troppo grande per portare effettive sinergie, oltre al clamoroso conflitto di interesse che si delinea quando il soggetto titolare della raccolta dei rifiuti è lo stesso titolare dello smaltimento.
Le amministrazioni della Val di Cornia, nell’ambito di una strategia fortemente promossa dal PD e che si è rivelata uno dei più grandi fallimenti visti in questa regione, hanno portato il nostro territorio all’interno di questo sistema, promettendo ai cittadini un sevizio migliore, tariffe più basse ed una gestione ambientalmente più sostenibile del ciclo dei rifiuti. I risultati sono sotto gli occhi di tutti quindi non vale la pena di commentarli, ma vale invece la pena di sottolineare come le tariffe siano andate aumentando e continueranno a farlo sulla base di un contratto che prevede aumenti programmati e quantitativi minimi di rifiuti da fornire agli impianti.
Tutto questo è inaccettabile a prescindere, ma alla vigilia di un processo che dovrà fare chiarezza su un appalto da 171 milioni all’anno, non è giusto che un territorio, già pesantemente provato dalla crisi industriale, continui a farne le spese. Quindi, ogni aumento programmato di costo del servizio deve essere bloccato a titolo cautelativo ed i sindaci PD, responsabili della scelta dei vertici di ATO Sud, hanno la responsabilità di tutelare i cittadini dagli effetti di un modello che loro hanno voluto.
Intanto il Movimento 5 Stelle ha presentato il proprio disegno di legge sull’Economia Circolare, che se attuato, rivoluzionerebbe in positivo l’intero sistema di gestione dei rifiuti toscano e che è basato su presupposti diametralmente opposti agli attuali: piccoli ambiti e separazione netta fra il soggetto titolare della raccolta ( preferibilmente pubblico ) e chi gestisce lo smaltimento ( impianti ).
MoVimento 5 Stelle Piombino