AFERPI/CEVITAL: TROPPI I DUBBI SUL FUTURO DI PIOMBINO

Issad Rebrab, Massimo Giuliani, Enrico Rossi

Piombino (LI) – «Progetti zero, Soldi dall’Algeria zero, Laminatoi a zero produzione, Variante regalata ad Aferpi ed esuberi passati ad INPS nonostante la manifestazione sindacale del 29 giugno scorso». Così dai social Networks riassumono l’attuale situazione di Piombino dopo le ultime notizie provenienti dall’Algeria. Ma cerchiamo di fare adesso il punto di questa complessa situazione.

Per prima cosa adesso è molto più chiaro il commento dell’ambasciatore Italiano ad Algeri, Pasquale Ferrara, che nei giorni scorsi ha dovuto dare informazione che i capitali di Cevital non possono lasciare l’Algeria per un decreto legge di quel paese del 2009, e che la materia non è trattabile, ovvero che un governo straniero non può sollecitare gli algerini ad intraprendere azioni contrarie ad una loro legge.

Inoltre il 26 luglio ha precisato all’Ansa che “solido” non è il progetto Cevital, ma le relazioni tra i due paesi: «Malgrado le frizioni sulla questione delle ex acciaierie di Piombino, l’intesa politica con Roma tiene». Gli interessi in gioco per l’Italia, che è il primo partner commerciale dell’Algeria, sono chiaramente molti e rilevanti, e questi, come fa intendere l’ambasciatore,  non possono essere messi in discussione per la questione Piombino.

In particolare, proprio sull’acciaio, è notizia del 26 luglio che in Algeria il complesso siderurgico di Bellara entrerà in produzione nei prossimi giorni, ed è diretto proprio da un’azienda italiana ed è una una partnership tra il gruppo algerino Sider (51%) e la società di Qatar-Steel (49%).

L’impianto ha  un costo di più di 2 miliardi di dollari, e comprende 10 unità di produzione, due forni elettrici, una stazione di benzina, un trasformatore elettrico, un impianto di calce e un’unità di trattamento dell’acqua. In una prima fase l’impianto produrrà  2 milioni di tonnellate di acciaio all’anno, quindi 5 milioni tonnellate in una seconda fase.

A rischio quindi anche tutti i recenti progetti di Rebrab che puntavano sulla ferrovia “Trans africana” e sul mercato algerino recettore di prodotti provenienti da Piombino, mercato che sarà sicuramente saturato dall’impianto di Bellara.

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Sul fronte locale una nota del sindacalista Graziano Martinelli, ci informa che ormai siamo alla fase di negare anche l’evidenza.

«Ci ricordiamo tutti, quando veniva detto che a metà luglio arrivavano i blumi per ripartire i primi di AGOSTO con il treno a rotaie, in maniera continuativa? SI È DIMOSTRATO UN FALSO.
ci ricordiamo tutti, che dovevamo fare accordi da subito di acquisto e vendita per far ripartire a OTTOBRE i treni vergella e barre? SI È DIMOSTRATO UN FALSO».

Quindi secondo l’RSU Aferpi il materiale per la ripartenza degli impianti Aferpi non è ancora arrivato.

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Di fronte a tutte queste “buone notizie” per Piombino, il 28 luglio il Consiglio comunale, nonostante le proteste trasversali di buona parte della città, va avanti con la “Variante Aferpi”.

«Con profondo rammarico – commenta ad esempio il Comitato Per… – prendiamo atto che le numerose osservazioni, presentate da cittadini ed associazioni, non abbiano prodotto alcun cambiamento o ripensamento nonostante fossero tutte di sicuro buon senso.

Da tempo seguiamo questo percorso, iniziato proprio con il progetto della “Variante Aferpi” che ci ha visti protagonisti sin dalla partecipata iniziativa del 17 ottobre 2016 al Perticale e non terminerà con la data del 28 luglio 2017, ma andrà avanti con determinazione percorrendo qualsiasi forma prevista dalla legge.

Tutto ciò perchè vista la situazione di stallo con Cevital, questa amministrazione non puo’ approvare tutto solo con la scusante di non creare “alibi” al “non padrone” di turno.

Auspichiamo che chi amministra Piombino, ed i consiglieri comunali tutti, comprendano che sacrificare supinamente il Quagliodromo, il tracciato della SS398 stessa e la salute di tutti i concittadini, non e’ nell’interesse di questa città, ma solo di quelli di un falso imprenditore che dal 2015 non ha mantenuto alcuno dei suoi impegni promessi».

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Enrico rossi  e Massimo Giuliani

Per quanto riguarda il “bicchiere mezzo pieno” infine  incontro in regione, che si è svolto il 26 luglio alle 12, e ha messo intorno al tavolo, insieme al presidente Rossi, e al sindaco Giuliani anche il presidente della 2° commissione regionale Gianni Anselmi, l’amministratore delegato di Aferpi Benikene, il presidente dell’Autorità portuale Stefano Corsini.

«Il piano ha messo in evidenza le enormi potenzialità di sviluppo del porto di Piombino, in sinergia anche con Livorno – afferma il sindaco Giuliani – Secondo il piano Cevital, il core business del traffico potrebbe essere imperniato su merci varie, in gran parte derivanti dalla produzione nell’agroalimentare e dell’attività siderurgica».

«In ogni caso la Regione ha preso tempo per poter verificare i dati che sono stati illustrati – continua Giuliani – Ci saranno pertanto ulteriori passaggi anche con il governo di approfondimento. Va detto che non potrà esserci alcun rilascio di concessione senza un’adeguata garanzia finanziaria di sostegno alle operazioni descritte».

«Il piano per la logistica di Aferpi è ambizioso – ha commentato Gianni Anselmi – traffici, investimenti, assunzioni fino ad oltre 400 persone. Tutto al netto di siderurgia e agroalimentare, che oggi non sono stati trattati. Non entro per correttezza nei dettagli di quanto illustrato. Non spetta a me divulgarne i contenuti, che saranno approfonditi nei presupposti economici e nei riferimenti numerici forniti.

Personalmente ho detto ai rappresentanti del gruppo algerino:

– che se si chiede una proroga delle concessioni portuali, che sono un bene collettivo preziosissimo, si debbono allegare ad un piano industriale e finanziario adeguate garanzie quanto meno di carattere fideiussorio;

– che di slides ne abbiamo viste molte in questi anni, di fatti pochi; e che il tempo che abbiamo alle spalle non incoraggia affatto ad ulteriori atti di fiducia;

– che il momento della verità e della credibilità è arrivato anche per Cevital.

Gli approfondimenti tecnici e giuridici proseguiranno a cura dell’Autorità Portuale, del Comune e delle strutture regionali. Che ciascuno faccia quello che deve fare. A me interessa – ha concluso Anselmi – unicamente (e credo non solo a me) che le cose si facciano, che le imprese lavorino, che le famiglie tornino a guardare al futuro».

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Concludiamo questo articolo con una riflessione politica:

Se è vero che ad impedire il trasferimento dei fondi c’era un decreto ministeriale del governo Algerino risalente al 2009, a fine 2014, quando iniziò la vicenda Aferpi, Issad Rebrab doveva essere conosciuto benissimo dal Commissario Nardi, dal Presidente Rossi, dal ministro Federica Guidi e dal viceministro Claudio De Vincenti, prendendo contatto preventivo con l’ambasciata Italiana ed il governo algerino.

In molti dicono oggi che Rebrab è stato chiamato per traghettare Piombino fuori dalla siderurgia.

Difficile però credere che chi ha dato il visto come imprenditore a Rebrab per operare in Italia, non conoscesse le leggi dell’Algeria in materia di esportazione di capitali all’estero.

L’aver poi rinnovato la fiducia a Cevital lo scorso 30 giugno per altri due anni, senza che l’azienda abbia mai presentato uno straccio di piano industriale per Piombino, però fa ulteriormente pensare. Di sicuro politicamente di queste scelte qualcuno se ne deve prendere la responsabilità… non potrà essere alla fine colpa del vento.

Giuseppe Trinchini

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Scritto da il 27.7.2017. Registrato sotto Economia, Foto, Toscana-Italia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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  • QUANTO E' PASSATO DAL 1 LUGLIO 2017 DATA TERMINE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA CON CEVITAL?

    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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