INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA SU FRANCOVICH A SAN SILVESTRO
Campiglia M.ma (LI) – Venerdì 4 agosto al Parco archeominerario di San Silvestro, è stata inaugurata la mostra “Riccardo Francovich. Conoscere il passato, costruire la conoscenza” dedicata al grande archeologo fondatore dell’archeologia medievale in occasione del decennale dalla sua scomparsa. All’inaugurazione della mostra hanno preso parte Jacopo Bertocchi Vicesindaco di Campiglia Marittima, Francesco Ghizzani Marcìa presidente della società Parchi Val di Cornia, Silvia Guideri direttrice Parchi e Musei della Val di Cornia, Giovanna Bianchi professoressa dell’Università di Siena, Richard Hodges presidente dell’American University at Rome e Salvatore Settis Accademico dei Lincei.
Il primo scavo estensivo in Italia di un sito fortificato medievale, iniziato negli anni Ottanta, l’apertura del primo parco archeo-minerario negli anni Novanta, l’archeologia come risorsa per la valorizzazione del territorio: sono questi tre elementi che potrebbero delineare con grande sintesi il significato degli studi e delle pubblicazioni di Riccardo Francovich, fondatore dell’archeologia medievale in Italia e in Europa come disciplina matura e autonoma.
“Il Parco archeominerario di San Silvestro, primo parco archeominerario italiano, è nato proprio dall’intelligente ricerca di Riccardo Francovich e da qui è partito tutto il progetto del sistema dei Parchi della Val di Cornia – dichiara Francesco Ghizzani Marcìa, presidente della società Parchi Val di Cornia – Grazie al suo percorso, integrato con la pianificazione urbanistica coordinata che in quegli stessi anni stavano portando avanti i Comuni della Val di Cornia, la sua visione si è estesa oltre i confini del parco dando origine all’attuale sistema integrato di parchi archeologici e naturali della Val di Cornia”.
Jacopo Bertocchi, Assessore alla Cultura e Vicesindaco di Campiglia Marittima, ha così ricordato Francovich in occasione dell’inaugurazione: “L’insegnamento di Riccardo Francovich di studiare i processi e i contesti di ogni situazione scavata rimane la sua più grande eredità a tutti coloro, a noi, che quotidianamente camminiamo in questo piccolo territorio così come a coloro che arrivano da lontano per visitare e ricercare in questi luoghi e a tutta la comunità scientifica. L’inestimabile valore dell’avvio da parte del professore archeologo dello studio della rete dei castelli medievali e della loro funzione colloca Campiglia e il suo parco in uno scenario internazionale di cui come cittadinanza siamo onorati e grati al prof. Francovich che ha lasciato un grande vuoto ma anche una enorme memoria”.
A spiegare le ragioni che hanno spinto alla realizzazione di questa mostra è la prof.ssa Giovanna Bianchi “Lontana dalle forme canoniche di un evento commemorativo, è pensata per chi Francovich non lo ha mai conosciuto, per i giovani studenti che portano sulle spalle la sua eredità senza aver mai avuto la possibilità di interfacciarsi con lui. Una mostra d’impatto, rivolta anche ad un pubblico di non specialisti, che cerca di rimettere insieme 40 anni di lavoro infaticabile e multiforme, che si apre con l’amore di un giovane per la politica e per la storia medievale e si chiude con l’amore per la moglie, Nicoletta Onesti, che lo ha accompagnato e supportato lungo tutto il suo percorso di vita e di studi”.
Realizzata dall’Università di Siena e finanziata nell’ambito del progetto europeo erc-advanced “nEU-Med”, la mostra è stata curata da Giovanna Bianchi e Marco Valenti mentre i pannelli sono stati realizzati dallo studio Bartolini e Fiamminghi. Protagonisti dell’allestimento, che resterà al parco fino al 1 settembre, sono proprio la testimonianza scientifica di Francovich, il suo lascito culturale, il metodo trasmesso agli allievi, la passione.