PIOMBINO: “IMMOBILISMO TOTALE” “RACCONTANDO FAVOLE” SULLA SIDERURGIA
Piombino (LI) – Un quadro “alternativo” e più realistico della situazione della città di Piombino e di quello che sta vivendo la Val di Cornia ci arriva da un intervista all’ex assessore Luigi Faggiani e dall’Ex capotecnico Lucchini Leonardo Mezzacapo, che presentano un quadro a tinte fosche per questa città e che riportiamo entrambi integralmente per la loro importanza.
L’intervista a Faggiani è tratta dal “Telegrafo” del 15 agosto 2017, mentre l’intervento di Mezzacapo da Facebook del 16 agosto.
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“Manca una visione per il futuro della città”
LA RIACCENZIONE DELL’ALTOFORNO E PURA FUFFA
ALTOFORNO, agroalimentare, strada 398, variante Aferpi. E poi turismo, commercio piccole imprese. Piombino vive un momento molto delicato, con più di duemila dipendenti delle Acciaierie preoccupati per il futuro e una città che cerca, faticosamente, una nuova via di sviluppo. Ne parliamo con l’ex assessore all’urbanistica e ambiente Luigi Faggiani.
Davvero si può pensare a riaccendere l’altoforno? E’ una via d’uscita dalla crisi?
«Mi pare una proposta impossibile. Ormai gli impianti sono fermi da più di 3 anni, bisognerebbe riattivare anche la cokeria. Poi alcuni pezzi sono stati smontati. Credo che costerebbe meno fare un altoforno nuovo. Purtroppo è solo un’idea buttata là, solo per distrarre l’attenzione dei veri problemi».
E quali sono i veri problemi?
«Piombino ha essenzialmente un solo, enorme problema: ha rinunciato ad avere una propria visione del futuro. Vive delle proposte degli altri. Prima un giordano, poi un algerino, ora si ritorna a parlare di Jindall. Si è parlato dei cinesi sul porto. Abbiamo avuto anche uno sceicco che doveva produrre qui super car. Tutte cose che non si sono mai realizzate».
E invece che si dovrebbe fare?
«Bisognerebbe mettersi a tavolino e ragionare con la nostra testa. Avere il coraggio di pensare ad una Piombino del futuro. Prendersi la responsabilità di progettare il territorio». Come? «Prima di tutto con una strada dritta e comoda per il porto. Basta con le servitù all’industria. Le Acciaierie (dove è tutto fermo) hanno 10 chilometri quadrati di spazio, mi pare più che sufficiente. Serve anche una striscia di terreno dove passare la strada 398? Il porto è motore di sviluppo e come tale va servito al meglio, non alla meglio».
Ma Piombino deve rinunciare all’industria siderurgica?
«No, ma non può neppure sacrificare tutto per inseguire qualcosa che non si realizza. Bisogna tener conto dell’ambiente, del turismo, delle piccole e medie imprese. Abbiamo uno sviluppo importante della nautica e non abbiamo pensato ad un polo di servizi per la nautica da diporto, abbiamo un turismo in crescita sulla Costa Est e il piano particolareggiato è scaduto da tre anni, è ancora quello che facemmo noi nei primi anni Duemila, c’è un immobilismo totale e si perpetua una cultura di assistenzialismo che non ci porta da nessuna parte». Quindi un attacco frontale alla giunta e al partito che ha guidato Piombino per 70 anni… «I nostri ragazzi sono costretti ad emigrare per trovare lavoro, la città vive di un’economia di sussistenza, evidentemente qualche errore è stato fatto. E i responsabili ci sono».
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Rincara la dose dal gruppo “Super Partes” sul Social network “Facebook” anche Leonardo Mezzacapo, che conferma le previsioni di Faggiani e pone delle problematiche tecniche di non poco conto per una ipotetica riaccenzione dell’area a Caldo.
MEZZACAPO: IL SONNIFERO DEGLI AMMORTIZZATORI STA AVENDO EFFETTO
“Faggiani ha detto una grande verità. Stiamo attraversando un momento terribile, tutti parlano e dicono cose in molti casi prive di senso e dannose per gli ignari che a tutto credono. Si sta mischiando stupidità e inconsapevolezza vendendo favole.
L’Altoforno in teoria potrebbe ripartire pur con costi esorbitanti ma i problemi ambientali si aggraverebbero rispetto al passato.
La Cokeria non potrebbe essere rimessa in marcia , andrebbe praticamente rifatta ed i sottoprodotti facenti parte della Cokeria stessa sarebbero una bomba ecologica a cielo aperto, a meno di costi enormi per il loro rifacimento .
Qualcuno scioccamente ha detto, il Coke si compra, senza sapere che per tornare ai carbonili andrebbero adottate soluzioni con depositi al coperto e sistemi di trasporto iper tecnologici per non tingere di nero gli stranieri in transito per l’Elba ,con costi di realizzazione e di gestione altissimi, insomma un disastro da qualunque angolazione si voglia vedere la questione.
I nostri politici locali ed ex compresi,sono allo sbando in preda a problemi di posizionamento in vista delle prossime elezioni, incapaci di progettare e di essere guida e riferimento per la popolazione,attenti sopratutto a non restare con il cerino in mano.
Intanto ambientalisti, avanguardie dei lavoratori e politici locali si esibiscono malamente in esercizi di retorica economica e industriale da master per laureandi ,guardando lontanissimo per non vedere in casa propria, limitandosi a parlare di ciò che sanno come sarebbe utile e giusto.
In questo scenario da incubo, il sonnifero iniettato ai lavoratori in forma di ammortizzatori, sta facendo il suo effetto, si sopravvive scordandoci chi siamo, cosa siamo capaci di fare e cosa dovremmo fare per continuare a vivere del nostro lavoro .
La sensazione è che i piombinesi, non tutti ma molti, siano ormai assuefatti ed accettino con rassegnazione una classe politica che da sempre salvo rare eccezioni governa il territorio con logiche e risultati discutibili raccontando favole per esigenze di consenso.
Quindi venendo ad oggi, Rebrab farà la mega acciaieria e l’agroalimentare, la 398 verrà grazie a Velo e Anselmi che hanno trovato i soldi, il porto sarà un’esplosione di attività con i soggetti più disparati, decine di piccoli imprenditori arriveranno a fecondare il nostro territorio, il turismo sarà un fiore all’occhiello, sarà tre volte Natale…”.