AFERPI: I° LETTERA DI MESSA IN MORA A REBRAB DAL MINISTRO CALENDA

Piombino (LI) – Novità sul fronte siderurgico secondo il quotidiano “Repubblica” di oggi che a pagina 27 ci informa che Il governo ha messo all’angolo Issad Rebrab, mentre il gruppo indiano Jindal lavora ai dettagli del piano industriale che punta all’acquisizione e al rilancio della fabbrica, con la produzione ferma da mesi e nel quale 2200 operai svolgono attività minime e solo grazie agli ammortizzatori sociali.

Secondo il giornalista Marco Patucchi, oggi il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha inviato a Cevital una lettera di diffida per il mancato rispetto della prima delle tre condizioni sottoscritte nell’addendum di inizio luglio come ultima chance di sopravvivenza dell’impianto. In base agli accordi Aferpi doveva riprendere entro agosto la laminazione delle rotaie, impegno sconfessato con la comunicazione ai sindacati di uno slittamento della scadenza all’11 settembre. Calenda nella lettera chiede a Rebrab di motivare l’inadempienza che, formalmente, farebbe scattare la risoluzione del contratto con il quale l’acciaieria di Piombino è stata consegnata al gruppo algerino.
Ricordiamo con l’occasione che gli altri due impegni sottoscritti nell’addendum sono la ripresa della produzione di barre e vergelle entro ottobre e, soprattutto, l’individuazione sempre a ottobre di un partner siderurgico, e l’impressione è  che il governo consideri ormai finita l’avventura di Rebrab iniziata a Piombino a fine  2014, dopo la triste vicenda di Khaled Halalabeh, ma che di fatto non è mai partita.
L’esecutivo, dunque, potrebbe “staccare la spina” da subito, ma evidentemente si vuole prendere tempo per consentire il buon fine delle trattative in corso tra lo stesso Rebrab e i possibili nuovi acquirenti della fabbrica, con Jindal in prima fila e, più defilati, British Steel, Voestalpine e Danieli.

Il tavolo del 19 aprile 2017 al MISE

Ora secondo “Repubblica” Il gruppo siderurgico indiano ha già predisposto un piano industriale del quale ha parlato con il governo e che prevede circa 400 milioni di investimenti, la riaccensione dell’altoforno (cosa secondo noi tecnicamente impossibile dopo quattro anni e comunque più costosa di fare un impianto Ex novo, ndr), quattro laminatoi (i tre attuali che producono rotaie, barre e vergelle, più uno nuovo per i prodotti piani), l’impiego di circa 1800 addetti e un obiettivo di produzione annua di tre milioni di tonnellate di acciaio. In questo contesto, Jindal sarebbe anche interessato a rilevare l’impianto Dalmine presente sempre a Piombino. Ci sono poi i problemi ambientali legati ad una simile scelta.

Nella fase attuale secondo “Repubblica” la trattativa tra Cevital e Jindal è per raggiungere il giusto prezzo per il passaggio di consegne, con l’algerino che sarebbe partito da una cifra superiore ai cento milioni di euro e Jindal disposto a sborsarne non più di cinquanta.
L’obiettivo del gruppo indiano, sconfitto nella gara per l’Ilva, è, secondo la testata giornalistica, quello di trasformare Piombino nella sua base produttiva europea, un tassello utile al raggiungimento del target di 40 milioni di tonnellate annue complessive entro il 2030 (oggi sono 18 milioni).
Certo uno scenario di questo tipo, che vede un nuovo altoforno in città, senza sapere la fine che farà città futura, il porto, la SS398 ed il Quagliodromo, ripropone ancora una volta quello scontro tra ambiente e lavoro che da troppi anni si vive a Piombino.
Scritto da il 2.9.2017. Registrato sotto Economia, Foto, Toscana-Italia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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DA QUANTO TEMPO...

  • QUANTO E' PASSATO DAL 1 LUGLIO 2017 DATA TERMINE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA CON CEVITAL?

    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
    88 mesi, 23 giorni, 16 ore, 16 minute fa

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