COMITATO PER CAMPIGLIA: DA NOI «UNA CAVA È PER SEMPRE»
Campiglia (LI) – Il Comoitato ambientale proprio non ci stà all’ennesimo prolungamento di escavazione delle cave campigliesi, quando si vede ormai ad occhio nudo la scomparsa della collina, e invia un lungo comunicato che invitiamo tutti a leggere.
«Il Movimento 5 Stelle e il Comune dei Cittadini hanno denunciato in maniera circostanziata l’ultimo (solo in ordine di tempo) atto di sottomissione dell’Amministrazione di Campiglia Marittima ai voleri dei proprietari della Società Cave di Campiglia S.p.A. È inutile quindi ripetere le critiche già espresse dal M5S e dal CdC che sono leggibili anche sul sito del Comitato.
È inutile continuare a sottolineare che i proprietari delle cave non hanno bisogno di fare comunicati per spiegare le loro ragioni, perché ci pensa il Sindaco a dare subito voce ai loro problemi, come ha fatto portando in adozione quest’ultima Variante al Piano Strutturale e al Regolamento Urbanistico per far vivere all’infinito la cava di Monte Calvi, dimenticandosi tutto quello che aveva affermato.
È inutile dire che siamo di fronte ad una vera e propria “legge ad personam”.
È inutile ricordare che sul problema cave è vano sperare in un atteggiamento più propositivo e meno corporativo dei Sindacati.
È inutile ricordare che negli stessi documenti portati in adozione si evidenziano tutti i rischi per il sistema idrogeologico del territorio, fino al rischio di mettere in crisi quel sistema termale del quale l’Amministrazione si fa bella con un sedicente progetto di Parco Termale farcito di speculazioni edilizie, di realizzazione a risparmio di una estemporanea area fitness che non si sa chi manterrà, di permute di terreni che fanno scomparire tratti di percorsi storici per ottenere lotti unitari senza noiosi intralci.
Vogliamo invece sottolineare alcuni aspetti che dovranno essere presi in considerazione da chi ritiene come noi, che gli ultimi venti anni di amministrazioni campigliesi vedono una tetragona difesa delle cave malgrado i tempi si siano evoluti a favore di una maggiore tutela e promozione dell’ambiente e del paesaggio, vero tesoro economico di questo territorio.
- Se venti anni fa le Cave di Campiglia garantivano il rifornimento delle acciaierie di Piombino, e rappresentavano un struttura produttiva emergente nel contesto, oggi ormai tutto ciò è scomparso: le acciaierie non esistono praticamente più, i posti di lavoro nella cava di Monte Calvi sono stabilizzati da anni su 40 unità (vedi sito della società) mentre sono nate altre strutture produttiva che danno più posti di lavoro delle Cave di Campiglia e che da esse rischiano di essere gravemente danneggiate . Tra tutte citiamo ad esempio le Terme di Caldana che danno lavoro a più di cinquanta persone e che potrebbero essere messe a rischio dalle modifiche idrogeologiche conseguenti all’attività di cava.
- L’altro aspetto veramente inquietante della vicenda è la acquiescenza della Regione Toscana ad una variante al Piano Strutturale e al Regolamento Urbanistico come quella adottata dal Comune di Campiglia per permettere di continuare a scavare a Monte Calvi. Infatti tutta la legge regionale 35/15 sulle cave, è impostata sul criterio di ridurre le attività estrattive, di privilegiare il riuso e di dare termini netti di durata delle Concessioni senza possibilità di proroghe se non eccezionalmente di due anni. L’accettare invece questa variante vuol dire accettare che in realtà si può dare un tempo indeterminato di attività estrattiva (e quindi di rinaturalizzazione) e che quello che conta non sono le date di scadenza dei Piani ma le quantità concesse di materiale estraibile, criterio assolutamente non previsto in nessun passo della legge 35/15.
- Il così detto “tavolo di crisi” che ha permesso di presentare un tale scempio urbanistico nelle forme e nei contenuti, senza che si siano pretese contropartite come la chiusura o riduzione della cava in una data certa e invalicabile, la rinaturalizzazione in date altrettanto certe e piani di ricollocazione del personale addetto, rappresenta un precedente che servirà sicuramente ad altri proprietari di cave in tempi più o meno brevi, non solo in Val di Cornia, ma in tutta la Toscana e ai quali non si potrà più dire di no.
- Tutta questa storia ci dice che a Campiglia qualunque Amministrazione dovrà fare i conti con il problema cave, e che non c’è da sperare che i partiti che compongono l’attuale maggioranza comunale, PD in testa, possano e vogliano fare scelte che danneggino anche minimamente gli interessi dei proprietari di cave. È chiaro che l’unico strumento per modificare una situazione incancrenita, è mandare a casa questa gente che in venti anni non ha mai voluto parlare di cave e toccare gli interessi di pochi in nome della difesa di posti di lavoro che però, non crescendo mai, dimostrano che la cava è una attività a termine e che non crea alcun indotto.
- Se siamo d’accordo con i contenuti dei comunicati del Movimento 5 Stelle e Comune dei Cittadini, non possiamo che malinconicamente prendere atto che serviranno a nulla fino a che si continuerà, per scelta o impossibilità, a mantenersi opposizioni separate. Fino a quando non si riuscirà a costruire un programma comune ed un candidato Sindaco comune, non ci sarà alcuna possibilità di scardinare l’attuale sistema di poteri amministrativi legato ai poteri economici forti e consolidati del territorio. Le opposizioni continueranno in Consiglio Comunale ad essere umiliate da sindaci supponenti, non democratici e per nulla interessati a essere sindaci di tutti e a conoscere le esigenze di quel 70% di cittadini che non li ha votati, ma pronti a minacciare querele e denunce a chi critica i loro comportamenti politici. Non c’è alcun futuro nel mantenersi separati quando si hanno molti punti di programma in comune. Continuando così al massimo qualcuno potrà accontentarsi dell’approvazione di qualche proposta su temi che di fatto il Sindaco e la Giunta ritengono del tutto irrilevanti.
In pratica – conclude la nota – quel che L’Amministrazione Soffritti oggi, come quella Velo ieri, permettono alle opposizioni è di mettere a posto i centrini sui tavolini della sala delle feste, mentre loro portano il Titanic al suo destino».
Comitato per Campiglia