AFERPI: VIA REBRAB? PER ORA SOLO INDISCREZIONI SULLE ALTERNATIVE
Piombino (LI) – Il Commissario della Lucchini in amministrazione straordinaria, Dott. Pietro Nardi ha formalmente contestato alle società Aferpi e Cevital l’inadempimento degli obblighi di prosecuzione delle attività produttive contrattualmente assunte – da ultimo il 30 giugno scorso – per lo stabilimento ex Lucchini di Piombino, avendo constatato che alla data del 30 agosto scorso lo stabilimento era inattivo. Ricordiamo con l’occasione che lo scorso 15 aprile 2016 lo stesso imprenditore che oggi è inadempiente veniva premiato come “Uomo dell’anno” per la firma dell’allora forno elettrico. La prudenza in questa intricata vicenda è quindi d’obbligo.
Rebrab uomo dell’anno 2016
Lo scorso 30 giugno 2017 ricordiamo che era stato firmato tra il gruppo Cevital e il Commissario straordinario della Lucchini, dopo i ritardi e il mancato adempimento degli impegni presi da parte di Cevital, un addendum al contratto di compravendita che prevedeva:
a) la prosecuzione per ulteriori due anni del regime di sorveglianza del Ministero sull’attuazione della vendita;
b) la rimodulazione temporale degli obblighi di Aferpi, con un primo step che prevedeva la ripresa dell’attività di laminazione per le rotaie entro agosto 2017;
c) la individuazione, entro il mese di ottobre, di una partnership per la parte siderurgica del Progetto Piombino o in alternativa la presentazione di un piano industriale, con evidenza delle fonti di finanziamento.
Il Ministero dello sviluppo economico rileva quindi che l’inadempimento relativo al mancato riavvio del treno rotaie, accompagnato dalla mancata comunicazione di un piano di approvvigionamenti per la ripresa delle attività, sia una manifestazione della gravità della situazione in cui si trova l’azienda e considera che ciò lasci temere il complessivo inadempimento della totalità degli impegni assunti.
“Il confronto con Cevital è sempre stato franco e da parte nostra è stato fornito ogni possibile supporto – ha commentato il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda – La mancanza di attendibilità degli impegni assunti da Cevital confermati anche dalle difficoltà riscontrate in queste ultime settimane sono difficilmente accettabili e superabili. Per questo ritengo sia prossimo il momento di ricercare soluzioni alternative”.
Il Ministro Calenda ha convocato nella prossima settimana una riunione con l’amministratore delegato della società e si riserva la successiva convocazione delle organizzazioni sindacali.
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FUSCO UILM: CONVOCAZIONE URGENTE AL MINSTERO
«Le parole di Calenda sono chiare e manifestano quello che i sindacati stanno denunciando già da qualche settimana – Così Lorenzo Fusco, della segreteria provinciale della Uilm – con l’accordo con un nuovo partner, o anche senza accordo, – ha proseguito il sindacalista – è chiaro ormai che l’era Cevital in siderurgia può considerarsi al termine.
Adesso il ministro acceleri per verificare che le indiscrezioni uscite nei giorni scorsi sulla stampa riguardo all’interesse di importanti gruppi siderurgici mondiali per lo stabilimento di Piombino e che prevedono il ritorno alla produzione di acciaio siano concrete». «Inoltre – conclude Fusco – ci aspettiamo ora una convocazione urgente al ministero perché anche il sindacato vuol essere parte attiva di una partita sulla quale si sta giocando il futuro di un intero comprensorio».
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AFERPI, GIULIANI CHIEDE UN INCONTRO AL MINISTRO CALENDA
Preoccupazione e richiesta di coinvolgimento per la questione Cevital. Dopo la lettera del ministro Calenda con la quale si ufficializza l’avvio della procedura di rescissione del contratto con il gruppo algerino, il sindaco Massimo Giuliani richiede un incontro al Mise e un coinvolgimento immediato nelle trattative con il gruppo JSW Steel.
Nella lettera inviata nella giornata di ieri, 6 settembre, il sindaco evidenzia la necessità di rafforzare il rapporto tra le istituzioni in linea con lo spirito degli accordi di programma sottoscritti a partire dal 2014.
Oltre a rinnovare la richiesta di strumenti normativi e accordi di programma adeguati per traghettare il territorio verso un nuovo processo di reindustrializzazione, il sindaco chiede con urgenza che il Comune sia coinvolto nelle trattative con Jindal per la possibile acquisizione dello stabilimento e in tal senso chiede un incontro urgente a Roma.
“In un territorio ormai provato dalla crisi – afferma Giuliani – e dopo un lungo periodo di aspettative purtroppo non andate a buon fine, ora è il tempo di saggiare e ponderare con prudenza e attenzione le intenzioni di chi vuole investire sul territorio, in un’ottica di rispetto del territorio e dell’ambiente e di sviluppo reale. Prima di esprimere qualsiasi parere sarà necessario pertanto studiare e approfondire i progetti che verranno presentati. “
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CAMPING CIG: CAUTELA PERCHE’ SONO SOLO INDISCREZIONI DI STAMPA
Il dibattito che si è aperto con le indiscrezioni di un presunto interesse di Jindal, richiede molta cautela. Innanzi tutto – specifica il Camping CIG- perché al momento abbiamo solo indiscrezioni di stampa e non informazioni dirette dalla fonte; poi perché la storia della fabbrica ex-Lucchini ci ha già pesantemente abituato a proposte faraoniche disastrosamente naufragate.
- Non comprendiamo ancora se Jindal si propone come partner siderurgico di Cevital, (la quale resterebbe in campo con i suoi piani di agroindustriale e logistica) o se rileverebbe completamente Cevital, appropriandosi cosi di tutto il territorio della ex-Lucchini. Nel primo caso noi ribadiamo quanto abbiamo detto già dal dicembre dell’anno passato: Rebrab se ne deve andare. Il Governo nazionale deve riprendere il controllo della fabbrica, garantendo tre cose fondamentali: la continuità produttiva, la realizzazione delle infrastrutture e l’avvio immediato e massiccio degli smantellamenti e delle bonifiche.
Con la fine di Cevital devono anche decadere quegli accordi sindacali che penalizzano fortemente i lavoratori e vanno ripristinate le condizioni precedenti in termini di salario e di diritti.
- Le indiscrezioni sui piani di Jindal parlano anche della ripresa della produzione con il ciclo integrale migliorato (cioè con l’altoforno che marcia con il preridotto e quindi abbassa moltissimo l’inquinamento), ma le stesse indiscrezioni non chiariscono se questo comporterebbe la rimessa in funzione della vecchia acciaieria collocata a bordo del muro di Via della Resistenza o se si prevede la costruzione di una nuova acciaieria e dove. Noi crediamo che questo tipo di scelte non debba essere lasciato alla discrezione di una multinazionale assolutamente non interessata al destino del territorio e dei suoi abitanti. Non vogliamo che si produca una frattura tra lavoratori siderurgici che legittimamente chiedono un lavoro ed altre categorie di cittadini-lavoratori che altrettanto legittimamente chiedono di vivere in un ambiente pulito e sano, dove siano realmente possibili linee di sviluppo in altri settori. Allora, prima di accettare un qualsiasi programma, è indispensabile che tutta la città elabori una pianificazione territoriale, decidendo a quale uso destinare le varie parti del suo territorio e non svendendolo alle “esigenze” della multinazionale di turno. Le amministrazioni locali e territoriali devono farsi carico di raccogliere le istanze dei cittadini e trasformarle in atti amministrativi vincolanti.
È indubbio che qualunque sia la soluzione per la siderurgia, non potremo più vivere di sola industria pesante, ma dovrà svilupparsi sul territorio una pluralità di attività che ne valorizzino le vocazioni e le potenzialità.
Questa visione dello sviluppo ha bisogno di due cose: la partecipazione di tutte le forze del territorio e un’istituzione governativa territoriale che raccolga queste istanze, le sistematizzi, ne faccia il perno della sua attività.
Gli effetti sull’occupazione e sulla ricchezza saranno visibili solo dopo diversi anni. Innegabili sono le responsabilità di chi per anni ha governato senza mai porsi il problema ed anzi ancora oggi prende in considerazione solo le proposte che gli vengono dal “padrone delle ferriere” di turno. Per non lasciare che il territorio muoia, è indispensabile pensare a forme di sostegno al reddito che comprendano tutti coloro che sono e saranno colpiti da questa contingenza.
Se per i lavoratori della ex-Lucchini ed ex-Lucchini Servizi è stato messo in campo un ammortizzatore sociale apposito, niente è stato fatto per tutti gli altri che hanno visto peggiorare le loro condizioni di vita, fino all’indigenza. Pensiamo ai lavoratori dell’indotto, ma anche a tanti lavoratori dei servizi, a tanti piccoli artigiani e commercianti. Piombino e la Val di Cornia sono stati dichiarati Area di Crisi Complessa e Sito di Interesse Nazionale; a partire da queste valutazioni devono essere garantite forme di sostegno al reddito che permettano a tutti di arrivare ad una vera uscita dalla crisi.
Coordinamento Art. 1 – Camping CIG