VAL DI CORNIA: POLEMICHE ELETTORALI SULLA SOVRACOMUNALITA’?
PIOMBINO. “Voi non ci avete mai coinvolti”, “No, siete voi che volete andare per conto vostro”, “Non accettiamo tirate d’orecchie”, eccetera. La sinfonia è la stessa, ormai trita e ritrita quando si è in occasione di elezioni importanti. Soprattutto quando queste elezioni non riguardano direttamente i cittadini e i loro problemi, quanto piuttosto una poltrona. E soprattutto quando si parla del nulla, ossia della sovracomunalità, che dopo la fine del Circondario (e della mai avviata “unione dei Comuni, ndr.) e oltre un decennio di massacri e disinteresse da parte delle amministrazioni comunali della Val di Cornia, è ormai clinicamente morta. Ma ogni volta si fa finta che esista. Alla bisogna, come nel caso del prossimo rinnovo del direttivo del Partito Democratico.
L’occasione è lo scontro tra Carla Maestrini e Massimiliano Roventini per la carica di segretario della Federazione Pd. L’occasione, così come a volte fa l’uomo ladro, altre volte lo fa anche polemico. E via agli attacchi incrociati, tutti interni ad uno stesso partito (il Pd) sulla gestione urbanistica sovracomunale. Difficile dare un senso ad una parola ormai obsoleta, dalle nostre parti, come “sovracomunale”. Ma tant’è, visto che i due in lizza per la segreteria del partito sono i rispettivi assessori all’urbanistica dei due Comuni. Dopo il primo botta e risposta tra i due candidati, con Roventini che accusava Piombino di non aver coinvolto San Vincenzo al tavolo di pianificazione territoriale d’area e Maestrini che rispondeva che è stata San Vincenzo a voler seguire una propria strada indipendente, e dopo l’attacco di Giuliani e Soffritti alla politica urbanistica autonoma del Comune di San Vincenzo, tocca oggi al botta e risposta fra Alessandro Bandini e lo stesso Giuliani.
Bandini dice che il Piano strutturale sanvincenzino, approvato nel gennaio 2016, e che egli considera essere stato pensato proprio come apertura naturale al Piano d’area, rende il suo ente più avanti degli altri nella politica urbanistica. Bandini accusa poi Piombino di chiedere a San Vincenzo di aderire acriticamente al percorso di formazione di “un non ben definito” piano d’area, quando proprio il Comune di Piombino “non si perita a mettere in piedi varianti e trasformazioni urbanistiche” apprese solo dalla stampa.
Bandini conclude affermando di non accettare lezioni e tirate d’orecchie e chiedendo: “E’ così che vengono intese le politiche d’area vasta?”. Giuliani risponde dicendosi stupito e amareggiato dalle dichiarazioni da Bandini. Per Giuliani il Comune di San Vincenzo “sembra voler addossare agli altri la responsabilità della mancata scelta di aderire al Piano intercomunale, che appare invece pienamente in linea con una più generale insofferenza di quel Comune verso le politiche sovracomunali”.
Il sindaco di Piombino considera “inaccettabile pensare di avviare un percorso con gli altri Comuni e contestualmente fare le scelte strategiche in maniera autonoma, peraltro non richiesta dalla legge regionale” e lancia una stoccata a Bandini dicendo che le scelte urbanistiche piombinesi sono state condivise con gli altri Comuni, mentre “non possiamo dire lo stesso delle recenti varianti portate avanti (o ritirate) dal Comune di San Vincenzo, anche quando trattano di realtà importanti e confinanti con Piombino, come ad esempio quella relativa al Park Albatros”.
Giuliani chiude con un appello: “Il Comune di San Vincenzo desidera aderire al Piano strutturale d’area, pur sostenendo a torto di non essere stato coinvolto da Piombino? Pur di fronte a ricostruzioni non corrispondenti alla realtà, invitiamo nuovamente il Comune di San Vincenzo ad aderirvi”.
Bene. Ennesimo capitolo di una polemica che si chiuderà nel momento dell’assegnazione della poltrona di segretario di Federazione del Pd.
Ci chiediamo: mentre un territorio intero sta attraversando un momento drammatico e i cittadini della Val di Cornia sono in difficoltà come in pochi altri momenti storici è accaduto, che interesse può avere l’opinione pubblica davanti a queste polemiche chiaramente elettoralidi una campagna mirata all’assegnazione di una sedia di partito, anche se finora egemone della nostra zona? Con quale coraggio tirano fuori il tema della sovracomunalità, concetto che, dopo oltre un decennio di agonia sotto l’indifferenza dei Comuni nostrani, rappresenta ormai la storia di qualcosa che proprio a causa loro non esiste più?