SANITA’: «VALLI ETRUSCHE» SI FONDONO LE SOCIETA’ DELLA SALUTE

l’ospedale di Cecina

Piombino – E’ stato deciso il nome e i tempi, almeno un anno per andare a regime, per la nascita della nuova Società della salute (SDS) “Valli Etrusche”  come concordato dalle assemblee dei soci delle Sds della Bassa val di Cecina e della Val di Cornia per il nuovo consorzio chiamato a gestire i due ambiti socio-sanitari e sociale in un unico distretto.

Dal 1 gennaio 2018,  in base alla legge regionale numero 11 del 2017  sarà effettivo l’ambito territoriale unico. A distanza di un mese, il 31 gennaio, è fissato il termine per sottoporre alle assemblee dei soci della Bassa Val di Cecina e della Val di Cornia il progetto di fusione che sul piano tecnico prevede l’incorporazione di quest’ultima in quella cecinese e a seguire la creazione del nuovo consorzio.

È previsto che il progetto di fusione sia portato all’esame dei consigli comunali, che entro 90 giorni dalla pubblicazione possono esprimersi con un proprio atto di indirizzo, indicando le sole modifiche che non incidano sui diritti dei soci o dei terzi.

Trascorsi 90 giorni dalla pubblicazione alle due assemblee è dato un termine di 15 giorni per l’approvazione e il via libera alla creazione del nuovo consorzio, di cui entro il 18 luglio la nuova assemblea dei soci, nata dalla fusione, deve approvare le integrazioni allo statuto e alla convezione istitutiva della società della salute incorporante, che rappresentano la base per dare gambe alla nuova realtà. L’unica zona distretto è la tappa intermedia e il presupposto necessario per arrivare all’unico presidio ospedaliero in rete tra Cecina e Piombino.

Ovviamente questa situazione ha molti limiti, primo tra tutti la distanza tra i due presidi ospedalieri (da Piombino per arrivare a Cecina si impiega in auto più di 45 minuti, un vero e proprio viaggio) su cui i movimenti civici della bassa Val di Cecina (come sempre in Val di Cornia la popolazione è purtroppo perennemente dormiente) hanno qualcosa da ridire.

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TERRE ETRUSCHE, LUCI ED OMBRE DI UN PIANO STRATEGICO QUANTO MAI NECESSARIO

Alessandro Lucibello Piani

Partiamo dalle ombre emerse durante la presentazione dello studio di fattibilità del piano strategico Terre Etrusche: il binomio viabilità su gomma e sviluppo. Ancora oggi per i consiglieri regionali che sono intervenuti a Cecina, Giani, Anselmi, Gazzetti e Mazzeo, tutti rigorosamente del PD, la viabilità su gomma è il dogma fondante dello sviluppo.

Particolarmente attivo come ambasciatore di questa politica del secolo scorso è stato Giani, presidente del consiglio regionale. Da fiorentino ha ribadito con forza l’importanza di avere una strada veloce per raggiungere le zone costiere dall’entroterra e ha pure promosso il collegamento diretto e lungo mare, tra Marina di Cecina e Bibbona. Una necessità ineludibile a suo parere per lo sviluppo del territorio costiero.

Questa è stata una delle poche volte in cui i rappresentanti del consiglio regionale si son fatti vedere di persona a Cecina ed è stato veramente difficile cogliere novità rispetto alle politiche del passato. Hanno esaltato le politiche di fusione dei servizi, vedi ospedali e società della salute e hanno omesso qualsiasi cenno alla drammatica situazione della gestione dei rifiuti mentre per la situazione della viabilità, principale imputata del mancato sviluppo a loro parere, non trova alcun responsabile.

A costoro suggerisco di aggiornarsi con i modelli di sviluppo turistico, magari con un veloce corso di sociologia del turismo che potrebbe aiutarli a comprendere cosa c’è scritto nello studio di fattibilità del piano strategico presentato da Lippi a Cecina.

Alcune note: le proposte emerse dai consiglieri fanno tutte riferimento ad un turismo di quantità. Vedi le strade veloci a 4 corsie che permettano di raggiungere velocemente la costa dall’entroterra con il cestino della colazione. Si sono chiesti a chi serve questo turismo e quale sviluppo può portare? In estate la costa registra già oggi il tutto esaurito. Un aumento del flusso turistico è irricevibile a meno di non aumentare il cemento, cosa difficilmente attuabile rispettando un modello di sviluppo “sostenibile”, sottotitolo del piano presentato, in una costa altamente antropizzata.

La strada percorribile può essere quella di aumentare la qualità del turismo che frequenta le terre etrusche senza aumentare solo la quantità. Si può fare? Arriviamo alle note positive: si, si può fare. La Val di Cecina ha risorse ambientali, enogastronomiche, paesaggistiche e culturali ancora inespresse e con un adeguato piano strategico che parta da un serio studio sociologico del turismo coinvolgente tutti i comuni del territorio può sviluppare fin da subito, senza investimenti giganti, il piano di miglioramento dell’offerta turistica. In tal senso la strada intrapresa dal Comune di Cecina è positiva e condivisibile.

In Val di Cecina non servono mega investimenti, serve buon senso e progettualità guardando al futuro e non a progetti industriali del secolo scorso. Non servono strade più larghe per portare più turisti ma infrastrutture e sevizi locali migliori perché i turisti si fermino di più grazie ad un accoglienza migliore e attiva anche fuori stagione. Prima di pensare a raddoppiare le corsie per le auto serve creare percorsi ciclabili sicuri, migliorare la mobilità pubblica dei treni e degli autobus oggi indegni di un paese civile, offrire ai turisti un’informazione unica su tutta l’offerta presente in Val di Cecina. L’ultima nota riguarda il brand proposto: terre etrusche. Qualcuno si è accorto che mancava Volterra? Più che un architetto, il piano strategico per poter avere qualche possibilità di successo avrebbe bisogno di un ottimo psicologo!

A.Lucibello Piani
Movimenti Civici BVdC

Scritto da il 11.10.2017. Registrato sotto Foto, sociale, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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