AFERPI: LE TRE IPOTESI PER IL FUTURO DI PIOMBINO
Piombino (LI) – Venerdì 20 ottobre si è tenuto l’incontro al ministero dello Sviluppo Economico tra l’A.D. di Aferpi Said Benikene e il ministro Carlo Calenda, nel quale Cevital ha informato il governo che entro il 31 ottobre avrà modo di illustrare gli accordi in corso di definizione con alcuni investitori del settore per il rilancio del sito di Piombino.
Da indiscrezioni sembra si tratti di un gruppo cinese, di cui non viene fatto il nome, escludendo comunque Baosteel, il maggiore gruppo siderurgico del paese. Bisogna quindi che il governo verifichi la serietà dei nuovi investitori, e se reale è la volontà di entrare in società con Rebrab nell’azienda piombinese.
Lunedì pomeriggio il Commissario Nardi ha quindi convocato le organizzazioni sindacali della città per fare il quadro di questa complessa vicenda. Sono quindi tre le ipotesi sul tavolo del Ministro Calenda per il futuro dell’azienda siderurgica illustrate da Nardi che, con l’addendum del 1° Luglio, e la proroga della sorveglianza sulle attività Aferpi, è ancora il controllore dell’azienda per conto del Governo.
La prima, forse a questo punto quella più “fumosa” per il territorio, cioè un nuovo socio per Rebrab, con l’arrivo di questa ancora non definita società cinese entro la fine del mese che sembra, da indiscrezioni, interessata al forno elettrico.
La seconda ipotesi è l’inadempienza rispetto all’addendum di luglio da parte di Cevital che apre quindi le porte al tribunale amministrativo, con una procedura legale per la risoluzione del contratto la cui durata temporale non è determinabile, e che alla fine potrebbe estromettere Rebrab dalle Acciaierie, mentre i dipendenti conserverebbero, almeno per il momento, l’attuale reddito.
La terza ipotesi è l’insolvenza, che invece apre la strada ad un nuovo bando di gara e un nuovo commissariamento, con un unico potenziale “ammortizzatore sociale”: la cassa integrazione per i 2000 ex lavoratori.
Nardi ha inoltre informato i sindacati che nella fase attuale Aferpi (quindi la sola parte siderurgica del progetto Cevital che prevedeva anche agroindustria e logistica mai partiti) ha una perdita mensile di circa 1,5 milioni di euro. Che tradotto in cifre, erodendo il capitale sociale, l’azienda potrebbe andare avanti fino a tre anni senza essere insolvente. Benché una perdita continua per lungo periodo da parte dell’imprenditore algerino sia difficilmente desiderabile, questa è una “carta” da spendere in mano a Rebrab, che in questo modo può bloccare l’accesso a nuovi investitori.
Il commissario ha anche annunciato novità sul fronte Tfr per i dipendenti ex “Lucchini Servizi” che ancora non lo avevano ricevuto a differenza dei loro colleghi “Lucchini” che lo avevano riscosso un anno fa. Il pagamento dovrebbe arrivare, salvo imprevisti, entro la metà del 2018.
Vista la situazione, dopo le proteste dei giorni scorsi da parte dei sindacati con striscioni in varie parti della città e l’occupazione simbolica di un binario commerciale di Aferpi da parte della FIOM, tutte le organizzazioni sindacali concordano che occorre una svolta per evitare la catastrofe e per non compromettere definitivamente oltre duemila posti di lavoro, e per questo hanno richiesto un incontro urgente entro il 27 ottobre a Calenda, anche perché la preoccupazione, in una città sempre più in crisi, cresce di giorno in giorno.