BEZZINI: «VARIANTE AFERPI FALLITA, I TERRENI SONO DELLO STATO NON DI REBRAB»

il momento della firma con Issad Rebrab e Piero Nardi. In piedi che osserva il premier Renzi.

Piombino (LI) – Il Consigliere Carla Bezzini della lista civica “Un’Altra Piombino” ha presentato un importante ordine del giorno che pone delle questioni che vanno ben oltre la battaglia legale, che potrebbe avere fino a tre gradi di giudizio e della quale sapremo di più questa sera, tra Cevital e lo Stato Italiano.  Non si può attendere, secondo Bezzini,  che la magistratura faccia il proprio corso, perché la città non sopravviverebbe a questa ulteriore attesa, e si può intervenire subito. Vediamo come.

 

«I fatti recenti – inizia Bezzini – attestano in modo non equivoco che tutte le previsioni del Piano industriale di Aferpi, ovvero siderurgia, logistica portuale e agroindustria,  sono fallite e che la società Aferpi è totalmente inadempiente rispetto agli impegni assunti con l’Accordo di Programma sottoscritto il 30 giugno 2015 e con l’ addendum del giugno 2017 che imponeva la ripresa immediata dell’attività produttiva (laminazione) e l’individuazione di un nuovo partner siderurgico affidabile e con garanzie finanziarie certe, tant’è che il Ministro dello Sviluppo Economico ha attivato le procedure conseguenti all’inadempienza  della società Aferpi.

Inoltre sono stati consumati inutilmente oltre due anni di tempo senza che nessuna iniziativa sia stata messa in atto; anni  durante i quali i 2.200 dipendenti ex Lucchini (assunti da Aferpi) hanno potuto contare su un salario (ridotto di circa il 30%) solo grazie agli ammortizzatori sociali a carico dello Stato, mentre ancora più grave risulta essere la situazione degli occupati dell’indotto (stimati in circa 2.000 unità) per i quali si stanno esaurendo o sono già esauriti anche gli ammortizzatori sociali.

 

Considerato che, indipendentemente dagli esiti delle azioni politiche e amministrative che riterranno d’intraprendere il Commissario straordinario della Lucchini in AS e il Ministero dello Sviluppo Economico, è incontrovertibile il fatto che il piano Aferpi non esiste più;

Che, a fronte di così clamorose inadempienze, è intollerabile che la società Aferpi detenga ancora oggi un patrimonio immobiliare immenso senza utilizzarlo per la finalità previste dall’ Accordo di Programma;

Che i beni ceduti  ad Aferpi dal Commissario straordinario della Lucchini in AS (487 ettari di terreno del vecchio stabilimento siderurgico, di cui  318 demaniali) rappresentano le aree strategiche sulle quali è necessario dare avvio, con la massima urgenza, alle bonifiche, all’adeguamento delle infrastrutture (porto, strada 398 e ferrovia), all’insediamento di nuove attività produttive e di servizio;

Che su questi terreni è urgente una nuova pianificazione urbanistica nella quale siano correttamente definiti gli equilibri tra le esigenze dello sviluppo economico e quelli della riqualificazione ambientale della città e del territorio;

Che per consentire il raggiungimento di questo obiettivo è necessario liberare queste aree dai vincoli prodotti dall’Accordo di Programma del 2015 e dal piano Aferpi, con l’obiettivo d’individuare seriamente ciò che è necessario e realistico mettere in atto, da subito, per garantire nuove opportunità di lavoro e di sviluppo;

Che, al fine di orientare in modo uniforme il comportamento di tutte le Autorità Pubbliche chiamate ad affrontare la crisi industriale, il Comune di Piombino debba far sentire la propria voce per evitare che si riproducano gli errori del passato con progetti calati dall’alto, non integrati con le politiche di sviluppo locale e talvolta addirittura in contrasto, dati sempre per credibili quando non lo erano affatto.

Per tutti questi motivi la consigliera Carla Bezzini:

  • Sollecita il Commissario Straordinario e il Ministero dello Sviluppo Economico ad attivarsi con tutti gli strumenti disponibili per il rilascio da parte di Aferpi dei terreni di cui è in possesso dal 30 giugno 2015 senza che nessuno degli interventi previsti abbia trovato attuazione. Questo passaggio costituisce la precondizione per consentire alle Autorità pubbliche di definire, in autonomia e con la massima urgenza, nuovi programmi di utilizzo dei beni ceduti dalla Lucchini in AS ad Aferpi.
  • Invita Sindaco e Giunta a dare avvio immediato, in collaborazione con tutti i Comuni della Val di Cornia e con la stessa Regione Toscana, ad una nuova fase di pianificazione strategica per queste aree, avendo ben presente che la loro valorizzazione presuppone la bonifica dei terreni, il prolungamento della SS.398 fino a Poggio Batteria, l’adeguamento della ferrovia e il coordinamento con la pianificazione delle aree portuali.
  • Al fine di orientare le attività di pianificazione e programmazione delle pubbliche amministrazioni interessate, esprime sin da ora l’indirizzo di consentire la riorganizzazione e la prosecuzione delle attività siderurgiche nelle sole aree industriali di Colmata, nella cosiddetta macroarea nord.
    Per le aree della dismessa “area a caldo” (macroarea sud), si dovrà invece affrontare con la massima urgenza il tema della ridefinizione degli usi possibili, considerando l’insieme delle opportunità che la liberazione di un così vasto territorio offre per la riqualificazione urbanistica ed ambientale della città, per lo sviluppo del porto, per l’insediamento di altre attività produttive (comprese le imprese portuali), per i servizi e per la creazione di un grande parco urbano di archeologia industriale siderurgica.
  • Per i fini di cui al punto precedente, ritiene necessario effettuare con urgenza un censimento del patrimonio immobiliare e degli impianti per valutare quelli che possono contribuire al raggiungimento dei nuovi obiettivi strategici, valutando quelli che costituiscono un rischio per la sicurezza, l’ambiente e la salute dei cittadini e che, come tali, vanno demoliti o messi in sicurezza.
  • Invita tutte le amministrazioni pubbliche interessate, compreso il Commissario della Lucchini in AS e l’Autorità Portuale, a cooperare per la definizione di obiettivi strategici condivisi di riconversione e valorizzazione dell’ambito industriale-portuale di Piombino, in coerenza con i più vasti obiettivi di riqualificazione ambientale della città e del territorio.
  • Invita altresì le Istituzioni coinvolte nella crisi ad individuare strumenti operativi più efficaci rispetto a quelli delineati con gli Accordi di Programma (che nella nostra realtà hanno mancato gli obiettivi), in grado di raccordare (nei contenuti, nei tempi e nelle responsabilità) le tante e diversificate azioni che oggi fanno capo ad infiniti enti pubblici, con esiti del tutto insoddisfacenti rispetto ai risultati attesi».

Carla Bezzini    

Un’Altra Piombino

Scritto da il 15.11.2017. Registrato sotto Foto, politica, Toscana-Italia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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  • QUANTO E' PASSATO DAL 1 LUGLIO 2017 DATA TERMINE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA CON CEVITAL?

    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
    88 mesi, 23 giorni, 17 ore, 52 minute fa

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