PIOMBINO: PER L’UE SE MITTAL SE VUOLE TARANTO DEVE CEDERE LA MAGONA
Bruxelles – Le condizioni della Commissione europea per dare il via libera all’acquisto del siderurgico da parte della cordata AmInvestco l’uscita del gruppo Marcegaglia dalla cordata con ArcelorMittal, a cui il governo ha deciso di cedere l’Ilva di Taranto, e la cessione dell’impianto di Piombino da parte della stessa ArcelorMittal. Sembrano queste le richieste dell’Antitrust europeo, in quanto l’operazione ha sollevato alcune perplessità sul fronte della concorrenza.
Il timore principale è legato ad una riduzione della concorrenza e un aumento dei prezzi per i prodotti piani di acciaio al carbonio laminati a caldo, a freddo e zincati utilizzati dalle imprese in vari settori, dall’edilizia all’auto, che possa portare, soprattutto per le piccole e medie imprese dell’Europa meridionale, ad un aumento dei prezzi.
Per questo la Commissione europea aveva aperto lo scorso 8 novembre un’indagine approfondita sul piano per verificare se la cordata AmInvestco, a valle dell’acquisizione, avrà una quota del mercato europeo superiore al 40%. Il gruppo franco indiano si era detto pronto a cedere asset in altri Paesi europei per ridurre il proprio potere di mercato.
Bruxelles, tramite una lunga nota firmata dalla commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager, aveva parlato di una “prima fase dell’indagine” che “ha messo in luce vari aspetti problematici”, e adesso intende valutare anche se ci possano essere effetti su offerta e prezzi di altri prodotti come l’acciaio a rivestimento metallico utilizzato per gli imballaggi.
Tutta questa situazione di incertezza sta generando ulteriori preoccupazioni tra i dipendenti della “Magona” di Piombino che vedono ancora più incerto il proprio futuro.