AFERPI: “LE SOLUZIONI CI SONO, BASTA NARRAZIONI”

la consigliera comunale Carla Bezzini

Piombino (LI) – Il consigliere comunale Carla Bezzini denuncia nel suo comunicato il ritardo di tre anni nel contestare l’inadempienza di Cevital ed il fallimento dell’accordo di programma del 2015. Bezzini inoltre propone anche delle interessanti opzioni per uscire da questa situazione, che sta seriamente danneggiando il futuro delle generazioni future in questo territorio.

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“Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda – inizia Carla Bezzini – ha invitato  l’AS a dare avvio alle procedure legali per la risoluzione del contratto con Aferpi.

Come si legge nella relazione del commissario straordinario, Pietro Nardi, la società risulta inadempiente rispetto agli obblighi contrattualmente assunti per lo stabilimento ex Lucchini di Piombino: il riavvio, in agosto, della produzione del treno rotaie, l’individuazione di una partnership per la parte siderurgica e la presentazione di un valido piano industriale nei termini previsti dall’addendum.

Tutte le previsioni di Cevital sono clamorosamente fallite: e non si parla dell’addendum del 30 giugno . Tutto l’impianto previsto con l’accordo di programma 2015 è crollato, ed è crollato perchè come i fatti hanno dimostrato, non era credibile fin dall’inizio. Eppure è stato sottoscritto da soggetti autorevoli, esaltato e difeso oltre misura, costringendo questo territorio a consumare inutilmente più di due anni, senza che niente si muovesse, senza che un posto di lavoro si formasse, con oltre 2000 dipendenti (assunti da Aferpi) costretti a vivere con un salario ridotto e assistito.

Mentre i lavoratori e le lavoratrici dell’indotto sono ridotti allo stremo, privi di qualunque copertura assistenziale. Un disastro da cui oggi tutti corrono a dissociarsi, tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione e alla sua agonica prosecuzione.

Noi abbiamo sempre sostenuto la fumosità e la non percorribilità di un piano fantasioso e abbiamo contrastato la Variante Aferpi, con la quale il Comune di Piombino ha vincolato un immenso territorio alle richieste dell’imprenditore inadempiente. Oggi, di fronte a tanto disastro, torniamo a ribadire che la società Aferpi non può più tenere in ostaggio un patrimonio immenso che nelle sue mani rimane inutilizzato .

Le aree e i beni che sono stati ceduti ad Aferpi, sono di proprietà demaniale o di proprietà dello Stato, che può chiederne il rilascio, data l’inadempienza dell’imprenditore. Si tratta di aree strategiche, sulle quali è necessario avviare con urgenza le bonifiche e l’adeguamento delle infrastrutture, passaggio ineludibile per permettere l’insediamento di nuove attività produttive.

Non possiamo più perdere tempo ed è inammissibile il silenzio degli amministratori locali, che risultano afoni, in attesa di decisioni offerte da altri, e incapaci di una proposta autonoma per la rinascita di questo territorio.

Noi sosteniamo da tempo che i comuni della Val di Cornia devono procedere insieme ad una nuova fase di pianificazione per le aree cedute ad Aferpi, ad una loro ridefinizione, che tenga conto delle immense potenzialità che ha questo territorio, unico nelle sue ricchezze.

Ci sono impianti da demolire o da mettere in sicurezza, c’è un porto da ultimare e che ha già assorbito immense risorse pubbliche, c’è una strada che avrà valore solo se arriverà al porto, c’è una ferrovia da adeguare. Ci sono aree immense fortemente inquinate e che, se non risanate, precludono qualunque speranza di ripresa del nostro territorio.

Gli strumenti ci sono. Questo territorio deve cambiare passo e la politca che negli ultimi anni ha prodotto questo disastro non ha più margine per sostituire alle narrazioni esaltanti di ieri, la vuota retorica di oggi“.

Un’Altra Piombino

Scritto da il 22.11.2017. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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DA QUANTO TEMPO...

  • QUANTO E' PASSATO DAL 1 LUGLIO 2017 DATA TERMINE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA CON CEVITAL?

    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
    88 mesi, 20 giorni, 17 ore, 2 minute fa

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