PD E CRISI AFERPI: DALLO SCARICA BARILE ALL’INSOVENZA PROSPETTICA

Landini e Rossi

Renzi a Donoratico

Matteo Renzi all’arrivo a Donoratico

Piombino (LI) – La vicenda Aferpi, e la sprovveduta scelta di affidare “al prezzo di una villetta vista mare” tutto lo stabilimento piombinese all’imprenditore algerino Issad Rebrab sta consumando il PD e le istituzioni toscane dall’interno. L’avvicinarsi inesorabile delle elezioni politiche poi, con le camere che potrebbero chiudere già a fine anno ed il voto a metà marzo, stanno mostrando che ormai il cerino in mano al PD è ormai quasi finito, i margini di manovra per salvare Piombino sempre più stretti, e nessuno però che si voglia bruciare le dita.

Martedi scorso, dopo le polemiche e i fischi del mattino, sul treno “Destinazione Italia” da Donoratico a Pisa Matteo Renzi, con Dario Parrini e Antonio Mazzeo hanno incontrato una delegazione piombinese del PD composta dal neo segretario di federazione Massimiliano Roventini e dal Consigliere Gianni Anselmi, accompagnati da alcuni rappresentanti del circolo PD delle Fabbriche, composto dal neosegretario Davide Demi accomapagnato da Valerio Pietrini (segretario uscente) . La delegazione ha affrontato i problemi di Aferpi e le soluzioni praticabili per uscire dalla crisi con Rebrab.
Durante il viaggio sembra che a Renzi sia sfugita anche per una battuta polemica nei confronti del governatore Rossi, responsabile della scelta di Cevital insieme al segretario Fiom Landini, che il segretario del Pd avrebbe pronunciato parlando del caso Acciaierie.

Il consigliere regionale Anselmi che era sul treno ha voluto specificare che Rebrab (dopo l’infelice  vicenda del tunisino Khaled, ndr.) aveva avuto a fine 2014 il consenso sia degli operai che del sindacato, sia delle istituzioni. Da settimane infatti Anselmi sta lavorando in tandem con la viceministra Teresa Bellanova ad una possibile soluzione.

«Rebrab è già stato dichiarato inadempiente, la produzione è ferma. Non ha rispettato i patti. Ma per sbloccare la situazione serve il commissariamento», dice l’ex sindaco. Per questo è partito un forcing sul governo. I tempi sono strettissimi». Si proverà quindi nei prossimi giorni, per uscire dall’impasse, a fare leva sull’«insolvenza prospettica», visto che per i tempi ridotti è ormai improponibile la carta del decreto.

______________ APPROFONDIMENTO _______________

Per far comprendere ai nostri lettori la questione “Insolvenza prospettica” abbiamo dovuto fare una complessa ricerca a livello di diritto fallimentare.

Issad Rebrab e Piero Nardi

L’insolvenza è una situazione non transitoria ma funzionale di oggettiva impotenza in cui versa l’imprenditore che non può adempiere regolarmente e con mezzi normali le proprie obbligazioni; è determinata dalla mancanza dei mezzi necessari per effettuare i pagamenti dovuti e dall’impossibilità di procurarsi tali mezzi altrove mediante ricorso al credito.
L’insolvenza costituisce quindi  il presupposto oggettivo delle procedure concorsuali; l’imprenditore che si trova in stato di insolvenza può essere dichiarato fallito.

Siamo di fronte all’Insolvenza prospettica invece quando nessun fatto di quelli elencati sopra, di per sé, si traduce nello stato di insolvenza reale (assenza di insoluti significativi, disponibilità liquide assai esigue, prospettive reddituali alquanto negative, eccetera). Questo quindi dovrà essere visto dal tribunale nell’ambito di una valutazione globale della situazione in cui versa l’imprenditore, da cui deriverà il giudizio in ordine alla ricorrenza del presupposto richiesto dalla legge.

Questo significa che andando avanti di questo passo Aferpi, con una perdita mensile di circa 1,8 milioni di euro al mese, in prospettiva triennale esaurirà il capitale, e non sarà in grado di pagare fornitori e stipendi. Bisogna quindi dimostrare che Rebrab non ha più liquidità per dare un futuro alla fabbrica e contemporaneamente sperare di convincere un nuovo investitore. Missione davvero difficile con le elezioni ormai alle porte.

Potete comprendere quindi, visto che l’imprenditore ha respinto da subito questa ipotesi, mettendo le “mani avanti” e affidando l’azienda “alle cure” dello studio legale «Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & partners» presso i quali ora è la sede legale, che lo Stato si troverà di fronte ad un complesso iter, anche perché Rebrab ad oggi ancora non ha ricevuto alcun atto formale che segni l’avvio del contenzioso da Nardi,  e nella lettera dello scorso 31 ottobre, ha comunque indicato due partner industriali: oltre alla cinese Sinosteel per la realizzazione di un forno ad arco che potrebbe essere consegnato entro 24 mesi e per la riaccensione dell’altoforno  una società con sede a Dubai che sarebbe disposta ad un investimento del 50% nel capitale di Aferpi.

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Landini e Rossi (fonte Facebook)

Tornando a martedì scorso quando il Presidente della Regione Enrico Rossi è stato informato della “battuta” dell’Ex presidente del Consiglio non l’ha per nulla gradita, e ha fatto un commento al vetriolo su Facebook.

«Renzi dice che su Piombino è tutta colpa mia e di Maurizio Landini. Lo ringrazio per avermi messo in coppia con Landini, uno degli uomini più credibili e rispettati dai lavoratori. Quanto al merito, inutile ricordare che la scelta delle imprese commissariate viene effettuata con gara da una commissione tecnica presso il ministero dello Sviluppo Economico. Le affermazioni su Piombino – ha aggiunto Rossi – così come riportate dai giornali, meritano una sola risposta: la querela. Ne sono dispiaciuto ma su questa materia non si scherza e non sono ammessi equivoci. Resto convinto che – ha concluso il presidente regionale su Facebook – anche per il futuro, l’unica proposta accettabile per Piombino è di tornare a produrre acciaio, perché altrimenti si farebbero solo gli interessi del capitalismo nazionale e internazionale che vorrebbero veder morire la siderurgia per sfruttare solo i laminatoi, mandando così a casa oltre la metà dei quattromila lavoratori diretti e indiretti».

La sera di mercoledì però, a Roma all’assemblea nazionale della Fiom convegno avente come tema la siderurgia, c’era anche Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, e Rossi ha puntualizzato, a chi gli faceva notare la “battuta”, che «Il progetto di Rebrab è stato scelto con una gara del Mise, sulla quale non ho avuto alcuna influenza – dice – Le affermazioni su Piombino, così come riportate, meritano una sola risposta: la querela».

E mentre Tommaso Fattori della sinistra italiana ha commentato la vicenda parlando di «indecente scaricabarile», adesso il vero pericolo è quello di una accelerazione della crisi anche se, dal quartier generale del PD, garantiscono che questa polemica non avrà nessun impatto sulla tenuta della giunta Rossi.

Ma è fin troppo chiaro che pezzi di Mdp e perfino alcuni dem potrebbero voler avviare artificialmente una crisi per far precipitare un’alleanza già precaria, anche visti i rapporti a livello nazionale fra scissionisti e l’ex rottamatore. Le voci di corridoio parlano di almeno tre consiglieri regionali pronti a tentare la sfida dei collegi, ma se si presentano ancora in carica rischiano di venir bersagliati dall’opposizione come “Cacciatori di poltrone”. Senza considerare il rischio di voto anticipato in Toscana, dopo una tornata nazionale deludente, che potrebbe consegnare per la prima volta la Regione alle opposizioni.

 

_______________ CURIOSITA’  1 _______________

TRA GLI INVITATI SUL TRENO DI RENZI NON C’ERA IL SINDACO GIULIANI

Piombino (LI) –  In un post su Facebook l’appunto del sindaco di Giuliani per l’occasione mancata visto che il passaggio del segretario Pd Matteo Renzi a bordo del treno Destinazione Italia,  ha lasciato a piedi il Sindaco di Piombino.

In serata il sindaco Massimo Giuliani in un post su Facebook  ha contestato il fatto di non essere stato invitato: “Visto lo scenario preoccupante della nostre fabbriche sono contento che alcuni operai abbiano potuto parlare con Renzi – si legge nel post – Non posso assolutamente dichiararmi soddisfatto di non avere potuto descrivere (perché non invitato), come sindaco della Città di Piombino, la grave situazione in cui il nostro territorio e le nostre famiglie versano, informandone compiutamente il segretario del Pd”.

 

______________ CURIOSITA’ 2 ________________

CALENDA «REBRAB LASCEREBBE SOLO CON PIU’ DEL DOPPIO DI QUELLO CHE HA MESSO»

Roma – Durante l’assemblea nazionale della siderurgia organizzata da Fiom è intervenuto anche il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda che ha svelato un altro dettaglio sulla vicenda Aferpi a Piombino.

Il ministro ha infatti riferito che l’imprenditore algerino Rebrab sarebbe pronto a uscire a patto che gli venga dato il doppio di quello che ha investito per Piombino. Una somma che si aggirerebbe attorno ai 200 milioni e che secondo il ministro rappresenterebbe una vera e propria speculazione.

«Io l’ho incontrato cento volte, gli ho dato tutte le possibilità», ha commentato Calenda di fronte all’assemblea, riconoscendo che quel piano “fantasmagorico” che spinse tutti ad accoglierlo a braccia aperte forse era “troppo fantasmagorico”.

Nel convegno si è registrato anche l’intervento del presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, che ha ribadito la sua tesi secondo cui l’unico vero impianto da salvare è il treno rotaie, paventando anche un’azione di British Steel per acquisire dalle Ferrovie quel mercato.

(Qui l’intervento del 2014 in cui Enrico Rossi metteva la sua testa sulla battaglia di Piombino).

All’iniziativa Fiom c’era anche il governatore Enrico Rossi, che nel suo intervento ha ricordato che a Piombino dobbiamo garantirci, visti i numerosi errori compiuti in questa vicenda, nei confronti del prossimo compratore delle acciaierie». Rossi ha quindi  invocato leggi adeguate per tutelarsi rispetto a piani industriali presentati da imprenditori in un settore come quello dell’acciaio, strategico per ogni politica industriale, sperando che la città torni a produrre acciaio.

Il video dell’intervento di Calenda:

Scritto da il 30.11.2017. Registrato sotto Economia, Foto, Toscana-Italia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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DA QUANTO TEMPO...

  • QUANTO E' PASSATO DAL 1 LUGLIO 2017 DATA TERMINE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA CON CEVITAL?

    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
    88 mesi, 20 giorni, 16 ore, 28 minute fa

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