AFERPI: INCONTRO CONGIUNTO IN REGIONE, E FASSINA IN PARLAMENTO

Stefano Fassina - Sinistra Italiana

Rebrab a Piombino il 5-12-2014

Issad Rebrab a Piombino il 5-12-2014

Piombino (LI) – Nuovo appuntamento in Regione mercoledì mattina sulla questione Aferpi.  Un incontro convocato dal presidente della regione Enrico Rossi al quale hanno preso parte il vicesindaco del Comune di Piombino, le organizzazioni sindacali, il consigliere di Rossi Gianfranco Simoncini, il presidente della II commissione del consiglio regionale Gianni Anselmi. Nello stesso momento a Roma in “Question Time” Fassina chiedeva lumi al Ministro Calenda che, come al solito, si scorda il tema delle bonifiche.

A Firenze all’ordine del giorno c’era la condivisione del percorso da portare avanti a seguito della risoluzione del contratto con Aferpi, con le parti sociali e con le istituzioni coinvolte. Rossi ha indicato le problematicità esistenti, evidenziando l’incertezza del percorso di risoluzione e del rapporto con Cevital e ha chiesto un impegno unitario da parte di tutti i soggetti per provare a far sentire più forte la voce della Toscana

 

 

Quindi stilare un documento unitario, da sottoporre al Governo e che rappresenti la posizione della Toscana rispetto alla questione dell’acciaio a Piombino, che ha un rilievo nazionale.

E’ questa la volontà emersa al termine dell’incontro tra il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi e la Rsu di Aferpi, insieme a Cgil, Cisl e Uil regionale e territoriale e ai rappresentanti di chimici e metalmeccanici, presenti il consigliere regionale Gianni Anselmi, il consigliere del presidente per le questioni del lavoro, Gianfranco Simoncini e il rappresentante del Comune di Piombino.

“Abbiamo preso l’impegno – spiega il presidente Rossi – di redigere un documento che sia rappresentativo delle opinioni di Comune, Regione e sindacati su questa vicenda e sulle prospettive future del polo produttivo di Piombino. Si tratta di una questione di rilievo nazionale e la Toscana vuol far emergere la sua posizione”.

I partecipanti si sono trovati concordi sulla necessità di liberare Piombino dal vincolo oggi esistente, rappresentato da Aferpi, per attrarre un nuovo investitore in grado di fornire garanzie rispetto al mantenimento dei livelli occupazionali e alla necessità, unanimemente riconosciuta, che a Piombino si torni a produrre acciaio.

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Stefano Fassina – Sinistra Italiana

A Roma in parlamento Stefano Fassina nel Question Time con il Ministro Calenda ha insistito sulla situazione di stallo e sul mai avviato percorso di bonifica del SIN.

Calenda nella replica ha insistito sul fatto che la discussione con l’investitore non si può riaprire se non sulla base di una cessione qualificata dell’asset su cui il Governo vigilerà.

«Useremo tutti gli strumenti legali sperando in ravvedimento dell’imprenditore nel senso di procedere alla cessione di questo impianto ad un investitore qualificato perché abbiamo visto che l’acciaio è un mestiere che bisogna saper fare e non ci si può improvvisare».

Ovviamente insoddisfatto l’onorevole Stefano Fassina che dal ministro si aspettava indicazioni sulle iniziative che il governo ha realmente preso nei confronti di Cevital.

«Sulla grave condizione delle acciaierie Aferpi di Piombino, lo stallo è sempre più preoccupante – ha commento l’esponente di Sinistra Italiana – e sulle prospettive di vendita di Aferpi e di riavvio della produzione e dell’occupazione soltanto auspici, mentre, sul versante dello sblocco delle bonifiche, nessuna risposta alle nostre domande, bonifiche rappresenterebbero una “boccata d’ossigeno” per un territorio e per migliaia di lavoratori segnati da anni di disoccupazione e disperazione».

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SEGUE IL VIDEO INTEGRALE DELL’INTERVENTO DI FASSINA E CALENDA

 

Scritto da il 7.12.2017. Registrato sotto Economia, Foto, Toscana-Italia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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