RIFIUTI: «RIMATERIA NON BONIFICA, MA AMPLIA LA DISCARICA»
Piombino (LI) – Indagine da “Terra dei fuochi” in provincia di Livorno, con ducento mila tonnellate di rifiuti che sembra siano stati smaltiti irregolarmente nelle discariche di Scapigliato gestita dalla Rea Impianti di Rosignano, e in quella piombinese di “Rimateria” , tra il 2015 e il 2016 e una presunta organizzazione criminale “in salsa livornese” che agiva in totale spregio delle normative. I carabinieri forestali, con le telecamere issate sopra i muri dei centri raccolta di Scapigliato e Piombino, hanno filmato i camion che entravano carichi di rifiuti e uscivano pochi secondi dopo con il medesimo carico, immutato, oppure conversazioni che rivelavano anche raccomandazioni tipo che i rifiuti siano ben triturati in modo da non rivelarne la loro natura.
Gestore del “servizio” Emiliano Lonzi che aveva ideato il meccanismo perfetto per garantire prezzi concorrenziali sul mercato ai suoi clienti: conferire nelle discariche di Rosignano e Piombino anche i rifiuti che invece necessitano di un trattamento speciale e quindi più costoso. Il suo ruolo – spiegano gli inquirenti – trova piena conferma nelle intercettazioni. Altro ruolo chiave sarebbe quello del cognato, Stefano Sulceri, responsabile del piazzale rifiuti della Lonzi Metalli che aveva, secondo la tesi dell’accusa, la piena consapevolezza di quello che arrivava e di quello che ripartiva dal piazzale dell’impianto.
Per gli inquirenti l’associazione a delinquere potrebbe aver fruttato un giro illecito da 26 milioni di euro.
L’indagine, coordinata dal procuratore capo di Livorno Ettore Squillace Greco, quando ricopriva l’incarico di sostituto procuratore della Dda di Firenze, ha quindi portato ieri a sei arresti e al sequestro delle due principali aziende livornesi operanti nel settore del trattamento rifiuti, Lonzi Metalli srl e Rari srl.
Agli arresti domiciliari sono finiti Emiliano Lonzi, 61 anni proprietario e gestore di fatto della Rari srl; Stefano Fulceri, 49 anni, responsabile del piazzale rifiuti della Lonzi Metalli; Mauro Palandri, 55 anni, collaboratore e gestore della Rari; Anna Mancini, 62 anni, moglie di Emiliano Lonzi, dipendente e funzionaria amministrativa della Rari; Stefano Lena, 47 anni, responsabile del piazzale Rari srl, e Alessandro Bertini, 60 anni, collaboratore della Fbn srl di Prato e addetto all’invio rifiuti a Lonzi Metalli.
Interdetti da ogni attività imprenditoriale Paola Calligari, 44 anni, di Castel San Pietro, gestore della Callegary Ecology Service di Bologna, Massimiliano Monti, 50 anni di Camaiore, procuratore e gestore di Rea Impianti Unipersonale srl e di Rit, Dunia Del Seppia, 57 anni, già assessore allo sviluppo economico del Comune di Rosignano nella prima giunta Franchi e ora responsabile accettazione discarica di Rit e Alessandro Vanni, 55 anni amministratore delegato della Vanni Autotrasporti di Viareggio.
Il Gip di Firenze Angelo Antonio Pezzuti ha inoltre disposto il sequetsro preventivo dei beni aziendali di Lonzi Metalli e Rari, nominandone custode il dottor Riccardo Forgeschi, di Firenze, con autorizzazione al proseguimento delle attività aziendali.
«Oggi i Carabinieri forestali hanno acquisito gli atti reputati d’interesse – ha spiegato il presidente di Rimateria, Valerio Caramassi su Greenreport – Per quanto ci riguarda siamo tranquilli. Nel nostro caso dovrà essere accertata la corretta gestione dei formulari sui rifiuti in ingresso, e il corretto svolgimento dei controlli su questi rifiuti secondo quanto stabilito dalle autorizzazioni che ci permettono di operare. Sono queste autorizzazioni a dire in che mondo, quando e quali controlli effettuare: a campione e a sorpresa».
Benchè il focus dell’inchiesta sia su Rosignano sono non poche le proteste riguardo la discarica “Rimateria” di Piombino, per gli ampiamenti fatti ed i terribili odori che fuoriescono quotidianamente da quell’impianto, per la quale vi riportiamo a seguire due interventi, il primo di un gruppo di cittadini che risiedono nella zona, il secondo della consigliera Bezzini della lista civica “Un’Altra Piombino”.
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Leggiamo sul Tirreno del 14/12/2017 una delle soliti interviste rilasciate dal Presidente di Rimateria. Molte sono le inesattezze contenute nell’articolo. Caramassi, il Presidente, adopera termini che sia in italiano sia da un punto di vista tecnico hanno un significato completamente diverso da quello da lui usato. Rende così impossibile capire quello che realmente sta facendo Rimateria.
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BEZZINI: IL “BUCO” LASCIATO DA ASIU STA TRASFORMANDO COLMATA IN UNA ENORME DISCARICA
Sembra che RiMateria, insieme a Rea Impianti di Rosignano, sia finita nel mirino degli inquirenti che dal 2015 stanno indagando su un traffico di rifiuti illeciti. Oltre 200 mila tonnellate di rifiuti provenienti da varie regioni, tra cui speciali e pericolosi, certificati falsamente come ‘puliti’ e spediti in discarica, arresti domiciliari e misure interdittive a carico di imprenditori, funzionari e collaboratori accusati a vario titolo di associazione a delinquere, traffico di rifiuti e truffa alla regione Toscana.
Nelle intercettazione emergono particolari inquietanti: uno degli indagati, parlando di una discarica vicino a una scuola, ha infatti detto: “Ci mancavano i bambini che vanno all’ospedale, che muoiano”. Tra le risate degli altri presenti. I rifiuti smaltiti abusivamente nelle due discariche toscane, tra il 2015 e il 2016 sono pericolosi e speciali ( vernici, oli per motori, stracci imbevuti di sostanze tossiche, toner per stampanti e chissà cos’altro) triturati e mescolati a rifiuti ordinari, così da eludere gran parte dell’ecotassa dovuta per lo smaltimento.
Ci auguriamo che RiMateria risulti estranea alla vicenda e che non un grammo di questi rifiuti sia finito nelle nostre discariche.
Ma ci troviamo comunque di fronte a una situazione estremamente grave e preoccupante. Siamo di recente venuti a conoscenza di una diffida della regione Toscana alla società RiMateria per una gestione della discarica non conforme alle normative e alle prescrizioni autorizzative: nella diffida, la regione muove alla società accuse pesanti e cicostanziate: inadeguati controlli analitici sulla composizione dei rifiuti, mancanza di un’area attrezzata per ospitare la quarantena dei rifiuti sottoposti a verifica analitica, mancato invio della documentazione necessaria per la verifica del corretto funzionamento della discarica. mancata aspirazione del biogas prodotto, con conseguente emissione incontrollata in atmosfera, mancata regimazione delle acque meteoriche, con conseguente infiltrazione di tali acque nei rifiuti e conseguente mancata minimizzazione della produzione di percolato.
A queste si aggiungono altre osservazioni, sulla base delle quali la regione toscana ha diffidato RiMateria “ad attuare tutti gli interventi necessari a ricondurre la gestione della discarica nel rispetto delle prescrizioni dettate dalle normative, ed ha ordinato l’attivazione immediata, non oltre il termine massimo di 30 gg dalla data di adozione dell’atto (29.11.2017) , di tutte le azioni necessarie a eliminare le inosservanze”.
Già avevamo presentato per il prossimo CC un odg in cui si chiedeva al Sindaco di attivarsi presso ARPAT al fine di una verifica immediata circa lo stato delle acque e dell’aria, come chiesto dalla regione , e di intervenire presso la società RiMateria per il rispetto delle prescrizioni , nei tempi e nei modi stabiliti. Alla luce delle notizie apparse circa le indagini sui traffici illeciti di rifiuti pericolosi, questa diffida assume un significato ancora più preoccupante. Da tempo la nostra lista pone domande sulla sicurezza della discarica, sul tipo di rifiuti che vi afferiscono , sui controlli e sulla situazione degli impianti, che sembra ormai chiaro non essere a norma: nella consapevolezza che il delicato e lucrativo mercato dei rifiuti apre pericolosi spazi per infiltrazioni di vario tipo. .
Tutto ciò nasce dalla fallimentare gestione di ASIU che ha lasciato una voragine debitoria , che i comuni conoscevano, ma che facevano finta di non vedere e di cui nessuno sembra dover rispondere. Una voragine che oggi paghiamo con l’arrivo di rifiuti da ogni dove, con una discarica che si è innalzata oltre misura e che sembra non immune da rischi di inquinamento delle falde e dell’aria.
Un disastro finanziario, come l’ha definito lo stesso presidente di RiMateria, per riparare al quale tutta la zona di Colmata si sta trasformando in una grande discarica: perché non è vero che si stanno bonificando terreni: si stanno semplicemente allargando i volumi delle discariche , riempiendole con rifiuti provenienti da fuori senza toccare un solo grammo del SIN.
Un’Altra Piombino