SUDICIOPOLI: 400 MILA METRI CUBI DI VELENI SIGILLATI AD AFERPI
Piombino (LI) – La Guardia Costiera individua 400 mila metri cubi di materiali speciali dentro la proprietà Aferpi per scaglie di laminazione, scarti dell’acciaieria mescolati con altri prodotti contaminanti, oltre a tubi in gomma, ferro, legno e guaine. Perquisizioni anche in Campania, Lombardia, Liguria, Lazio, Puglia e Lazio. L’accusa per gli indagati è associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti. Per Aferpi si procederà per traffico illecito di rifiuti costituiti da scaglia di laminazione, carbone fossile, coke, ilmenite.
Maxi sequestro all’interno dello stabilimento piombinese con 37 ettari messi sotto sequestro per un totale stimato di circa 400mila metri cubi di rifiuti. Non si tratta dell’indagine riguardante le ditte Lonzi e Rari di Livorno e le discariche di Rosignano (Rea) e Piombino (Rimateria) di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi, ma di un’altra operazione distinta, che ha portato la guardia costiera di Livorno e Piombino ieri nello stabilimento Aferpi e nelle aree ex Lucchini e Piombino Logistics, in prosecuzione dell’attività avviata il 13 dicembre scorso.
L’operazione, coordinata dalla Dda (direzione distrettuale antimafia) di Firenze, riguardante il traffico e la gestione illecita di rifiuti pericolosi, con tre società (Aferpi Spa e di due altre ditte collegate, la Lucchini e la Piombino Logistic) che a Piombino hanno ricevuto la visita di un nucleo di 11 militari, delegati per eseguire il sequestro di rifiuti stoccati in aree di loro proprietà.
La Guardia Costiera ha apposto i sigilli ad grossi quantitativi di rifiuti anche pericolosi, per un totale di circa 400.000 metri cubi. Rifiuti, tra i quali scaglie di laminazione ed altri scarti dell’acciaieria mescolati insieme ad altri prodotti contaminanti, oltre che a tubi in gomma, piccoli rottami in ferro, legno e guaine, nonché altri materiali addirittura riportanti la dicitura «da classificare. Gli accertamenti sono già stati programmati dalla Dda sulla loro natura e pericolosità, e verranno svolti a gennaio.
In Toscana sono sette le aziende coinvolte, e tredici gli indagati. Secondo gli investigatori queste avrebbero smaltito illecitamente i rifiuti pericolosi attraverso intermediari, indagati nell’inchiesta, per abbattere i costi, sia di trasporto che di smaltimento. Le indagini erano partite dagli accertamenti sulla Ecofirenze srl, sequestrata nel 2014 nell’ambito di un’altra inchiesta della procura fiorentina.