TERREMOTO ECONOMICO E SOCIALE, FINITO IL “MODELLO PIOMBINO”?
Piombino (LI) – Il Partito Democratico sembra sempre più solo e lacerato al suo interno. Sono molti i segnali che dimostrano questo processo quasi inreversibile. In quello che è ritenuto da molti un vero e proprio “suicidio politico”, con l’approvazione della “Variante Aferpi”, sono stati seguiti solo da “Spirito libero”, mentre da alcuni giorni tutte le altre forze di opposizione, politiche sindacali e sociali, consce che il “terremoto” economico e sociale, che ha già colpito questa città sia molto più grave di come viene raccontato dall’amministrazione locale, hanno scritto un “documento-denuncia” da sottoporre a tutta la città.
La grave questione dei rifiuti, con i recenti sequestri effettuati dalle forze di polizia, il contenzioso con Rebrab, la mancanza di infrastrutture, la mancanza di sicurezza per i residenti, la mai avviata diversificazione economica, le mai avviate bonifiche, eccetera, hanno spinto le altre “alternative di governo”, a lavorare a questo documento che denuncia la situazione di stallo economico, sociale ed amministrativo nel quale si trova, secondo loro, la città.
Un “terremoto” le cui conseguenze letali si iniziano a scorgere solamente da qualche mese all’orizzonte (vedi il nostro timer, ndr.), ma già si intuisce chiaramente quanto probabilmente saranno devastanti. Un terremoto che potrebbe creare centinaia di famiglie in difficoltà e di giovani che saranno costretti a lasciare Piombino, e che non potrà chiaramente essere risolto con la “bacchetta magica” da una nuova giunta. Di qualsiasi colore essa sia.
Per tirare fuori dalle “macerie” della povertà le centinaia di famiglie che si troveranno in miseria nei prossimi mesi, potrebbe non essere sufficente una diversa coalizione di governo locale, per farlo potrebbe essere necessario un vero e proprio intervento nazionale oppure un “governo di scopo” finalizzato a risolvere una situazione che sembra ormai, dai firmatari, fuori controllo.
E di questo, tutte le forze politiche, sindacali e sociali che hanno aderito a “Piombino deve tornare a Vivere” sono più che coscienti; interessante sarà capire quanto questo messaggio sarà compreso dal resto della popolazione della città.
Giuseppe Trinchini
Pubblichiamo integralmente l’importante documento.
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PIOMBINO DEVE TORNARE A VIVERE
Le forze politiche, sindacali e le associazioni della società civile riunite a firma di questo documento, denunciano lo stato di abbandono di questo territorio da parte di Governo ed Istituzioni a tutti i livelli. La crisi del settore siderurgico (Magona compresa) e del suo indotto, che sono storicamente stati il perno occupazionale del territorio, la crisi del terziario (dalla Coop, al commercio, ai piccoli esercenti), il lento e progressivo smantellamento dei presidi sanitari, la mancanza di infrastrutture funzionali allo sviluppo economico, ci mettono di fronte ad un disastro sociale che Piombino e la Val di Cornia non hanno mai conosciuto in tempi recenti.
La mancanza di prospettive di vita obbliga i nostri giovani a cercare fortuna altrove e condanna il territorio ad una lenta e progressiva desertificazione. La mancanza di certezze economiche e di lavoro si trasforma in perdita della dignità per centinaia di famiglie.
La strada percorsa fino ad ora è sbagliata e ci pone drammaticamente di fronte al fallimento di una classe politica e, conseguentemente, di una generazione di cittadini. Non potrà essere ignorato che questi territori sono da anni governati da un partito, oggi PD, e dai vari alleati, che hanno amministrato Comune, Provincia, Regione e Governo.
I pochi e deboli interventi messi in campo dai vari livelli istituzionali sono stati legati ai progetti dell’imprenditore algerino Issad Rebrab e dietro al suo fallimento, peraltro prevedibile, è crollato il castello di carte del “Modello Piombino” portandosi dietro tutte le promesse da campagna elettorale che hanno avuto la sola ed unica funzione di narcotizzare un territorio nel frattempo divenuto refrattario alla lotta ed alla difesa dei propri diritti.
Questo territorio rivendica con orgoglio di aver contribuito, con il proprio sudore, con la perdita delle proprie bellezze naturali, dei propri spazi e, purtroppo, anche con la salute di molti cittadini, alla rinascita dell’Italia; fino ad aver costretto il ministero dell’ambiente a riconoscere Piombino come Sito di Interesse Nazionale.
Piombino e la Val di Cornia chiedono a gran voce al Governo di farsi carico del proprio ruolo, garantendo un futuro ad un territorio che lo stesso Governo riconosce come Area di Crisi Complessa. Per risolvere una crisi complessa occorrono interventi straordinari, di natura pubblica e di interesse generale, che possano creare valore aggiunto; in ultima analisi interventi in grado di creare lavoro in un nuovo equilibrio diversificato tra attività industriali, turismo, agricoltura ed altro e consentire il graduale abbandono degli ammortizzatori sociali come fonte di tenuta dell’economia territoriale. Il governo faccia il proprio dovere garantendo un futuro ai nostri concittadini, programmando l’adeguamento infrastrutturale del territorio, la bonifica dei siti inquinati e la loro restituzione alla città e garantendo il mantenimento dei presidi sanitari, il depotenziamento dei quali implicherebbe la rinuncia a curarsi per un territorio già in profonda crisi sociale.
Piombino deve tornare a vivere!
Piombino 19/12/2017
Associazione Coordinamento Camping CIG
Associazione Lavoro Salute e Dignità
Associazione Restiamo Umani
Carla Bezzini, Un’altra Piombino
Cinzia Bartalini, Sinistra Italiana
Francesco Ferrari: coordinatore Val di Cornia Fratelli d’ Italia
Gian Luigi Palombi, Coordinatore Forza Italia Val di Cornia- Elba
Marco Fosco rsu Unicobas Piombino
Massimo Aurioso coord. UDC Piombino-Val di Cornia
Matteo Franceschini, commissario Val di Cornia Isola d’ Elba Lega Nord
Movimento 5 Stelle Piombino
Opposizione CGIL Sindacato è un’ altra cosa
Partito della Rifondazione Comunista
UGL territoriale