PIOMBINO: AVVIATA INTESA PER LA CESSIONE DI AFERPI A JINDAL
Roma – Intesa per la cessione del sito produttivo ex Lucchini di Piombino tra Cevital e Aferpi. Un accordo di massima infatti, a quanto riferisce Fausto Fagioli della Fim, è stato raggiunto al Mise. Ad annunciare la stretta tra i due gruppi industriali ai sindacati è stato lo stesso ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. Ora restano da definire i dettagli legali ma ‘tutte le parti di merito sono state condivise”. La trattativa riguarda la cessione dell’intero sito produttivo. Si dovranno poi esprimere i rispettivi Cda cui tocca la ratifica dell’accordo, 15 giorni per la due diligence e poi la cessione definitiva.
La trattativa sembra riguardare la cessione dell’intero sito produttivo da Cevital a Jindal. L’accordo commerciale dovrà seguire il normale iter, per cui dovrà essere ratificato dai rispettivi Cda e occorrerà una conseguente due diligence di tre settimane. Appena avremo maggiori dettagli e la firma definitiva del documento, potremo provare a fare una prima valutazione.
Sarà firmato domani mattina (23-2-2018) quindi l’accordo per la cessione di Aferpi da Cevital alla società indiana Jindal per ragioni di fuso orario, poi l’accordo dovrà essere ratificato dai rispettivi consigli di amministrazione e si passerà in un fase di “due diligence” (la verifica dei dati del bilancio di una società) per permettere a Jindal di conoscere lo stato dello stabilimento piombinese. Percorso che dovrebbe concludersi per il 31 Marzo passando per l’approvazione del Ministero se tutto andrà bene. Lo stabilimento infatti durante questi anni di gestione Cevital è stato “spogliato” di molte sue parti ed i risultati della “due diligence” probabilmente saranno tutti da definire da parte dell’azienda indiana. Lo stesso ministro Calenda ha mostrato prudenza: “Sono soddisfatto, anche se in questi casi dobbiamo essere prudenti”.
Ricordiamo inoltre che durante l’estate del 2014, con l’area a caldo ormai spenta da aprile, fecero visita allo stabilimento i tecnici della Jindal, allora interessata principalmente a rilevare i laminatoi mentre oggi voci di corridoio parlano di laminati piani, che offrì al Commissario di Governo Nardi 100 milioni di euro per i tre impianti e con il solo impegno formale a realizzare un forno elettrico, senza però inserirlo inizialmente nel piano industriale.
L’offerta prospettata nel 2014 avrebbe però riassorbito a lavoro solo 750 persone dei 2200 dipendenti Ex Lucchini ai quali vanno aggiunti un migliaio di posti nell’indotto. Per questo, poche settimane prima della scadenza del bando, il 25 novembre 2014, apparve a Piombino l’allora settantenne imprenditore algerino Issad Rebrab, che dopo una sommaria presa d’atto della situazione propone al Commissario Nardi 400 milioni di euro di investimenti a Piombino, l’acquisizione dei tre laminatoi più la realizzazione di un quarto, la costruzione di due forni elettrici (il primo entro 18 mesi, il secondo nel giro di due anni), indispensabili per riprendere la produzione a ciclo integrale dell’acciaio (dalla materia prima al prodotto) e la riassunzione dei duemila operai tra fabbrica e indotto.
Tutti questi precedenti confermano che la prudenza è d’obbligo e il momento di festeggiare eventualmente ci sarà solo dopo la firma definitiva. “Prendiamo atto come Uglm di quest’accordo – ha dichiarato il segretario generale dell’Ugl metalmeccanici, Antonio Spera -, ci riserviamo le valutazioni al termine della presentazione del piano industriale. Solo in quel momento – conclude -, quando conosceremo le reali intenzioni da parte della nuova proprietà, sia relative alle maestranze dirette ed indotto, produzioni e bonifiche potremmo esprimere un giudizio”.
_________________________________
Articolo in aggiornamento.