AFERPI: OGGI I TECNICI JINDAL PER L’AVVIO DELLA DUE DILIGENCE

La firma tra Benikene e Bubbar al MISE

Piombino (LI) – Arrivano oggi i tecnici Jindal alle Acciaierie Aferpi, per l’avvio della procedura della ‘due diligence’, cioè la verifica in azienda della situazione degli impianti e delle potenzialità (in positivo o in negativo) del sito produttivo di Piombino. Previste sei settimane di indagini e controlli, fino almeno fino al prossimo 15 aprile per analizzare, in particolar modo dal punto di vista ambientale, l’azienda.

Il 2 marzo scorso al MISE la firma dell’accordo preliminare per la cessione di Aferpi, l’ex acciaieria Lucchini di Piombino, dall’algerina Cevital alla Laptev Finance PVT Ldt, una società indipendente, (il cui referente per l’Italia è Virendar Songh Bubbar, ndr.) ma collegata al gruppo JSW, la Jindal South West dell’indiano Sajjan Jindal, che però ha voluto specificare il 7 marzo scorso, dopo alcuni movimenti rialzisti di borsa legati alla potenziale acquisizione, che «la società JWS non ha firmato alcun Protocollo d’Intesa (MoU), e che «come politica, la società non offre alcun commento su voci di mercato e speculazioni. Tuttavia, come strategia a lungo termine, l’azienda continua a valutare e perseguire varie opportunità, sia organiche che inorganiche, per raggiungere la sua visione a lungo termine». Indiscrezioni parlano di questo “disconoscimento” da parte dell’azienda per non precisate questioni fiscali in India.

Per questo il sindacato UGL ha mandato una nota nella quale invita alla prudenza senza cedere a facili entusiasmi, che riportiamo integralmente.

Cartelli di protesta

«Sulla vicenda Aferpi abbiamo preferito non affrettarci ad esprimere giudizi,  ritenendo che  occorra ancora molta prudenza .

La stessa firma, di cui si parla da giorni,  sembra trattarsi di un “preaccordo” per la cessione dell’intero capitale di Aferpi e di Piombino Logistic e la maggioranza delle azioni di GSI Lucchini alla Laptev Finance PVT Ldt, una società indipendente ma collegata al gruppo JSW .Parlare di altro, senza ancora conoscere nei dettagli  il Piano Industriale, e’ inopportuno.
Ci ha fatto  sorridere ed al contempo amareggiare leggere notizie dove addirittura si  davano  indicazioni su cosa e come avrebbe dovuto agire il potenziale nuovo imprenditore. Consigli, quasi amichevoli, sulla   ripartenza ” temporanea ” di alcuni impianti in attesa della costruzione di altri  lontani dalla città. Strizzando  l’occhio al nuovo potenziale salvatore e facendo credere  che  questo territorio si accontenterà  di  tutto. Le ultimissime apparse sui media  sono legate di nuovo ad una produzione da forno elettrico proprio per una questione riguardante l’aspetto ambientale che potrebbe creare difficoltà all’imprenditore. Sicuramente ILVA docet!

Come Uglm riteniamo che le decisioni da prendere siano e saranno molto importanti visto che segneranno  il futuro  di un intero territorio. Per questo motivo va fatto capire bene – tutti i soggetti coinvolti lo dovrebbero pretendere- che chiunque abbia un interesse reale deve  proporre  un progetto serio e duraturo. La sicurezza dei lavoratori e del territorio non possono essere messe  in secondo piano.  Il lavoro è  fondamentale per vivere ma non cediamo alla tentazioni di avere qualcosa subito  pur di uscire da questa situazione.
Di imprenditori che hanno sfruttato la situazione lasciandoci con un pugno di mosche  ne abbiamo avuti e dovremmo aver imparato qualcosa in questi anni. Come è  preoccupante riconsegnare un territorio  nelle mani  di un unico soggetto dal quale dipendere.
Prima di parlare di 1800 posti diretti e dell’indotto anche il sindacato ha il dovere di  capire meglio cosa preveda  il piano industriale e se possiamo riuscire nell’intento di  spostare dal cuore della città   la fabbrica  il momento di svoltare è  questo.
Dobbiamo pretendere altresì  che siano fatte le bonifiche. Gli smantellamenti senza un piano industriale , che non sarà più quello di Rebrab, non possono ancora partire ma mettere in sicurezza gli impianti che necessitano può essere intanto una strada dovuta che molte volte anche il primo cittadino ha condiviso come percorso.
 La rinascita del nostro territorio deve prevedere  e passare  dalla diversificazione , occorre uscire dalla monocultura, perseverare a rimanere in un unico settore, qualsiasi esso sia, è sempre perdente .
Uglm  vigilerà  in maniera attenta pretendendo il lavoro ma anche sicurezza senza mai dimenticare la nostra storia. Guardando ad un futuro caratterizzato da  una industria  più che pesante “pensante”, duratura e dove il “green” non sia solo una parola da aggiungere per dare colore».
Segreteria UGLM Livorno e Claudio Lucchesi RSU Aferpi .
Scritto da il 12.3.2018. Registrato sotto Economia, Foto, Toscana-Italia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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