AFERPI: DEGRADO IMPIANTI, IL CAMPING CIG INSISTE CON IL SINDACO
Piombino (LI) – A distanza di tre mesi dalla lettera nella quale l’associazione di lavoratori denunciava i possibili rischi correlati al degrado degli impianti della ex area a caldo dello stabilimento siderurgico senza che nulla accadesse, il Camping CIG scrive nuovamente una lettera al Sindaco Giuliani, che è il responsabile della Salute Pubblica del territorio di competenza, per essere informati sulle azioni intraprese dall’ammistrazione comunale in relazione ad un argomento così delicato, in particolare per lo spolvero delle fibre di amianto, utilizzate per rivestire buona parte degli impianti.
«In particolare – specifica il Camping CIG – si faceva riferimento alla necessità di valutare i possibili rischi da infortunio per i lavoratori ed i possibili rischi da inalazione di fibre di amianto, sia per i lavoratori sia per la popolazione. Si chiedeva quindi quali iniziative l’ Amministrazione Comunale avesse in corso o in programma per verificare quanto segnalato e per assumere le eventuali necessarie iniziative; purtroppo non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Considerata la serietà dei rischi paventati, crediamo che le domande da noi poste non possano essere ignorate e che la cittadinanza abbia il diritto di essere esaurientemente informata».
Riportiamo sotto la lettera inviata il 20 dicembre 2017 al Sindaco di Piombino.
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LETTERA APERTA
Al sig. Sindaco di Piombino
e p.c.
Al Presidente del Consiglio Comunal
Ai Consiglieri Comunali
All’ Ufficio Ambiente
Agli organi di stampa
Altri, con maggior autorevolezza della nostra , hanno parlato negli ultimi tempi dei problemi di inquinamento legati allo stabilimento ed alle aree ex Lucchini e dei possibili riflessi sulla salute (vedi “Il Tirreno” del 25/10/2017 – segnalazione di Legambiente).
Gli inadempimenti contestati dal Commissario Straordinario[1] alle società Aferpi e Cevital ci spingono a chiederci se non possano esserci inadempimenti anche sul piano della sicurezza e della protezione della salute per i cittadini che abitano nelle zone limitrofe agli impianti in dismissione e, a maggior ragione, per i lavoratori che ancora lavorano nello stabilimento. La situazione della ex area a caldo e in generale degli impianti fermi da anni, appare degradata, con i tamponamenti esterni dei capannoni in preda alla ruggine ed alla corrosione, col rischio di distacchi di lamiere e con la necessità urgente di accertare se non possano verificarsi anche crolli consistenti (come paventato dalla cronaca locale). Questi potrebbero mettere allo scoperto parti di impianto in cui in passato non si sia proceduto alla sostituzione di materiale contenente amianto ritenuto ad,impianti integri, “confinato” e come tale senza rischio di diffusione di fibre nell’ ambiente.
Crediamo che sia urgente dare precise risposte ad alcune semplici domande in relazione al degrado degli impianti: vi è un rischio di infortunio per quei lavoratori che, anche solo occasionalmente, fossero costretti a transitare o intervenire nelle zone degli impianti in dismissione? Vi è un “rischio amianto” per gli addetti incaricati dei “piccoli smantellamenti” , che pare siano in parte già avvenuti’ ? Si sono messe e si metteranno in atto tutte le procedure di prevenzione dovute ? Vi è un rischio amianto, in atto o potenziale, per la popolazione? Sono stati attivati gli organi tecnici di controllo per una valutazione della situazione? La massima autorità sanitaria locale, (cioe’ Lei, sig. sindaco) sta esercitando incisivamente i suoi poteri/doveri in materia di protezione della salute dei suoi cittadini?
Egr. sig. Sindaco, a questi interrogativi solo Lei puo’ rispondere con chiarezza a noi e alla citta’ intera.
Oggi, mentre i tempi per una ripresa delle attività si allungano senza fine, nella piu’ totale confusione delle forze di governo, è sempre piu’ indispensabile agire con urgenza. Per affrontare questa situazione si devono mettere in campo azioni di smantellamento e bonifica almeno delle aree piu’ prossime al centro abitato, che sono anche potenzialmente piu’ esposte ai rischi. La realizzazione di queste opere deve essere affidata ai lavoratori disoccupati, primi fra tutti coloro che provengono dall’indotto. Con fondi governativi e regionali si devono organizzare seri corsi di formazione retribuiti, al termine dei quali i corsisti dovranno essere inseriti nelle imprese idonee e incaricate di procedere alle azioni di smantellamento e bonifica; imprese che dovranno essere prioritariamente quelle locali, o anche cooperative di nuova formazione, create con il supporto delle istituzioni pubbliche, tra lavoratori partecipanti ai corsi. Questo darebbe un primo segnale di ripresa per la città, creando professionalità nuove e un minimo di ripresa di circolazione monetaria.
Nell’ attesa di sollecita risposta porgiamo i nostri rispettosi saluti.
Piombino 20/12/2017
Per il Coordinamento Art 1 – Camping CIG
dr Francesco Pappalardo
[1]
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/194-comunicati-stampa/2037007-piombino-commissario-straordinario-contesta-inadempimento-degli-obblighi-di-prosecuzione-delle-attivita-produttive-assunti-contrattualmente