RIMATERIA: PERCHE’ I COLPEVOLI DEI MIASMI FANNO LE VITTIME?
Piombino (LI) – Venerdì è stata una giornata molto calda sul fronte della discarica Rimateria, vicenda sulla quale ognuno ha la propria verità, spesso condita da interessi personali, politici o peggio dal ricatto di perdere il posto di lavoro.
I fatti comunque li ha ben esplicati l’atto di sequesto emesso dai Carabinieri del NOE, che il 21 marzo 2018, a distanza di tre mesi dall’atto di diffida della regione Toscana emesso a novembre 2017, che chiedeva l’operatività dei 73 pozzi previsti dall’impianto entro trenta giorni, sono entrati nella discarica e hanno trovato questo:
«i Carabinieri del NOE hanno appurato che la discarica era gestita in maniera non adeguata alle norme tecniche di riferimento e che non risultavano rispettate le prescrizioni imposte nell’Autorizzazione Integrata Ambientale di cui alle determinazioni dirigenziali della Provincia di Livorno n. 189 del 09/12/2011 e della Regione Toscana DGRT 761 del 01/08/2016.
Le indagini hanno permesso di dimostrare che la discarica risultava priva di qualsivoglia copertura, anche provvisoria, circostanza che consentiva alle acque meteoriche di infiltrarsi liberamente nel corpo dei rifiuti, incrementando notevolmente la produzione di percolato; inoltre è emerso come nella discarica fossero presenti diversi pozzi di estrazione del biogas, nessuno dei quali risultava però collegato ad una rete di collettamento che assicurasse la captazione e il successivo recupero energetico/combustione.
La mancata aspirazione dei gas di discarica ne determinava, di fatto, la libera dispersione in atmosfera, causando rilevanti emissioni odorigene che venivano chiaramente percepite anche all’esterno dell’area di discarica e che erano da tempo fonte di non trascurabile disagio soprattutto per i residenti della zona».
Dei 73 pozzi previsti ne funzionavano solo 16, ed era proprio questo il motivo dei puzzi nauseabondi che si respiravano in Colmata da anni.
Sui motivi per cui non sono stati fatti i lavori, e per più di due anni la discarica abbia continuato a ricevere rifiuti da tutta Italia, benchè irregolare e non a norma, non è dato avere risposta.
Un silenzio profondo arriva dalle istituzioni, interrotto solo ogni tanto da frasi tipo “sindaci e sindacati scrivono al prefetto per il dissequestro della discarica e tornare alla piena operatività”, cercando appoggi “qua e la” per far tornare a portare rifiuti ad Ischia di Crociano PRIMA che i lavori di messa in sicurezza siano completati, senza mai citare i disagi subiti da anni dai residenti di Colmata.
Vi pare una cosa normale? A me sinceramente no.
Giuseppe Trinchini
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Discarica sequestrata: i colpevoli fanno le vittime
Era il febbraio 2015 ed il sindaco Rossana Soffritti, nell’ambito di una discussione su un ordine del giorno presentato dalla lista Comune di cittadini, ebbe a dire che l’Asiu era un fiore all’occhiello della Val di Cornia. Più volte, nel corso degli anni, gli amministratori appartenenti al Partito democratico si sono mossi sulla stessa linea, anche in sedi ufficiali come i consigli comunali.
Nel momento in cui una simile tesi non è proprio più possibile e che debbono ammettere i debiti accumulati, la raccolta differenziata irrisoria e quant’altro, essi sono costretti ribadire «unanimemente, la volontà di sostenere l’azienda (oggi RiMateria in luogo di Asiu, ndr) e di sostenerla nel processo di risanamento avviato con grande forza ed energia proprio dal nuovo management insediatosi dal 2015», oggetto di provvedimenti giudiziari (si tratta del sequestro della discarica di Ischia di Crociano e degli avvisi di garanzia emanati).
Ma allora non andava proprio tutto bene?
Siamo di fronte ad una esplicita ammissione, e questo è un passo in avanti, di ciò che mai era stato ammesso anche se ancora una volta, stante la genericità delle dichiarazioni, rimane il sospetto che la natura e l’entità vera del disastro finanziario ed economico non si voglia esplicitamente e compiutamente esplicitare, come sarebbe dovuto. Si tratta solo dei debiti da pagare? O esiste anche il peso che deriva dall’insieme degli impianti utilizzati e di quelli mai utilizzati? Un fardello tale da cui scaturisce una notevole necessità di investimenti per i quali occorre trovare i finanziamenti.
Questa è l’occasione per dire tutta la verità, non solo una parte della verità. Sarebbe cosa buona e giusta farlo.
Ma non solo.
Gli amministratori fanno anche gli indignati chiedendo «l’immediato dissequestro di tutto l’impianto… necessario affinché possano proseguire gli interventi di risanamento ambientale già avviati dall’azienda, tra l’altro ben prima della diffida della Regione emessa nel novembre 2017 e che sono di imminente completamento».
È del tutto evidente che i nostri hanno la memoria corta, molto corta.
Si dimenticano che la vera origine dei problemi di oggi non risale al 2017 bensì al 2011. È di allora quella prescrizione rilasciata dalla Provincia di Livorno in sede di Autorizzazione integrata ambientale per l’impianto riguardante la gestione del biogas e del recupero energetico in quanto il biogas prodotto dalla discarica non era aspirato e bruciato dal sistema di recupero energetico o combusto in torcia. E sono del 2016 quelle riguardanti la copertura, le acque e gli scarichi idrici e le relazioni da inviare alla Regione Toscana.
La cosa genera apprensione perché sindaci e amministratori non potevano non sapere che il problema esistesse dato che approvando il bilancio Asiu 2012 avranno sicuramente letto che i membri del collegio sindacale (Franco Gargani, Laura Baroni, Leonardo Carolini) firmarono una relazione in cui si individuavano tra le operazioni di maggior rilievo economico, finanziario e patrimoniale effettuate dalla società l’ottenimento dalla Banca Popolare di Vicenza di tre mutui dell’importo di 800mila euro cadauno necessari a finanziare tre specifici interventi sulla discarica di Ischia di Crociano: impianto di captazione del biogas, impianto per la produzione di energia elettrica da biogas, copertura della discarica.
Mutui evidentemente non utilizzati a questo scopo, come nel luglio 2017 testimoniò il liquidatore di Asiu Barbara Del Seppia che ebbe ad affermare che questi mutui erano stati utilizzati per altri investimenti ritenuti prioritari rispetto a quanto indicato in origine. Asiu, ebbe a scrivere il liquidatore, ha dovuto dotarsi di una struttura impiantistica per la selezione, triturazione e trattenimento della frazione organica a seguito dell’emanazione della così detta “circolare Orlando” sulla base della quale il “rifiuto urbani tal quale” non era più conferibile in discarica, ma andava sottoposto a trattamento.
In conclusione per ammissione dello stesso liquidatore dell’Asiu quelle opere prescritte, dunque obbligatorie, non sono mai state realizzate a partire dal 2011.
E così evidentemente è da allora che la discarica risulta condotta in maniera non adeguata alle norme tecniche di riferimento e difformemente da quanto autorizzato e senza il rispetto delle prescrizioni del 2011 e del 2016, come ebbe a dire la Regione Toscana.
Ed infine l’irritazione. «RiMateria è l’unico strumento a disposizione del territorio capace di svolgere una funzione decisiva nei processi di risanamento ambientale e di sviluppo industriale in qualsiasi scenario esso si svolgerà già nel breve termine» esclamano all’unisono. Peccato che una simile attenzione non l’abbiamo manifestata nell’occasione (giugno 2015) della firma di quell’accordo di programma per la reindustrializzazione ed il risanamento ambientale nel quale tutta la parte delle vecchie discariche, compresa la LI53 poi acquisita proprio da RiMateria, non sia stata ricompresa. E peccato che si siano dimenticati di quei soldi nella disponibilità del Comune di Piombino (tanti e da tanto tempo) destinati a bonifiche come quelle di Città futura o di Poggio ai venti passati ad Asiu e mai trasformatisi in opere tant’è che il Comune se n’è riappropriato, senza peraltro che quei territori siano stati ancora bonificati.
Le indignazioni e le irritazioni non possono, da sole, assolvere né dagli autoelogi né dalle mezze verità.
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Dopo aver scritto l’editoriale abbiamo ricevuto alcuni comunicati stampa che pubblichiamo sotto:
RiMateria: sindaci e sindacati scrivono al prefetto per il dissequestro della discarica
Una lettera al prefetto, Annamaria Manzone e per conoscenza al presidente della regione Enrico Rossi e all’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni, con la quale si richiede un incontro urgente sul tema del sequestro della discarica RiMateria.
I sindaci di Piombino Massimo Giuliani e di Campiglia Marittina Rossana Soffritti, insieme a Cisl Livorno, FIT Cisl regionale, FP CGIL Livorno, Uiltrasporti Toscana Costa, Legambiente Val di Cornia e Rsu e Rsl di RiMateria.
Nella lettera si chiede pertanto l’assoluta urgenza di intervenire per evitare l’aggravarsi della situazione ambientale prima ancora che sociale. Si afferma inoltre che RiMateria era impegnata con ingenti lavori in corso proprio per superare le criticità del sito e il disagio dei cittadini.
“La necessità di dissequestrare l’area e far riprendere i lavori e la piena operatività è l’unico modo per portare a soluzione i problemi, mitigare gli impatti e garantire uno strumento strategico per qualsiasi scenario economico industriale dell’area” – conclude la lettera.
Comune di Piombino
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Presidio dei dipendenti di RIMateria davanti al Comune di Piombino
A seguito della crisi scaturita dal sequestro preventivo della discarica RiMateria di Ischia di Crociano da parte del gip di Livorno, i lavoratori dell’azienda hanno presidiato i cancelli nella mattinata odierna per poi spostarsi nel pomeriggio presso la sede del Municipio di Piombino.
Qui il sindaco Massimo Giuliani ha incontrato i dipendenti i quali hanno espresso tutti i timori circa il loro futuro lavorativo dal momento che sono stati collocati in ferie forzate con la prospettiva, una volta finite le ferie, di poter anche essere licenziati, visto che la discarica ora sequestrata potrebbe essere chiusa in via definitiva.
Il sindaco si è schierato dalla parte dei lavoratori condividendone le preoccupazioni e impegnandosi, con tutti i mezzi a sua disposizione, a supportare le istanze e i timori di chi vede a rischio il proprio posto di lavoro.
In questo contesto è importante sottolineare la presa di posizione di Legambiente nella persona di Adriano Bruschi che, nell’incontro avvenuto al Multizionale ieri 22 marzo, ha manifestato la preoccupazione dell’associazione per il pericolo di interruzione che corre il processo di risanameto in corso. La discarica deve essere messa a nirma ma questo e’ possibile solo con la prosecuzione dei lavori.
I lavoratori di RiMateria hanno apprezzato la presenza e gli impegni presi dai sindaci Massimo Giuliani e Rossana Soffritti, dalle organizzazioni sindacali regionali e provinciali CGIL, CISL, UIL e dall’Associazione Legambiente alla riunione del 22 marzo al Multizonale e, riuniti in assemblea permanente davanti ai cancelli della discarica e di fronte al Municipio, continueranno la lotta a tempo indeterminato.
Il presidio permanente dei dipendenti di RiMateria auspica che si dispieghi il più ampio sostegno delle istituzioni, delle associazioni e delle organizzazioni politiche e sociali di Piombino e di tutto il territorio alla loro lotta per il lavoro e per la tutela ambientale.
Dipendenti RIMateria
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Gelichi: Chiarei dovrebbe dimettersi
Avremmo preferito non ricevere la pesante eredità debitoria di Asiu, che per essere sanata costringe questo territorio a ricevere rifiuti da tutta Italia senza alcun vantaggio compensativo, come accade di solito, nelle attività “virtuose” ambientalmente impattanti. Già quest’aspetto era ben noto prima dei miasmi. Poi le vicende sulla discarica che si sono susseguite, dove qualcuno prima chiede la cessazione del conferimento per poi invitare il dissequestro perché si accorge che senza conferimento difficilmente si potranno fare i lavori di messa in sicurezza. Alcune forze politiche invece si sono svegliate d’incanto muovendosi come elefanti in una cristalleria. Diciamo che è sfuggita la necessità di una lucida analisi, come pensiamo che la cronistoria della situazione Asiu sia piuttosto inutile per la soluzione di un problema drammatico che oggi vede 49 lavoratori in ferie forzate e un territorio con 20 milioni di debito sulle spalle dei contribuenti; dieci sono per il post mortem cui i gestori non potranno esimersi. RiMateria non è il PD, è di tutti. Quello che appare paradossale è il silenzio stampa del Comune, dell’assessore all’ambiente e del Partito Democratico; non una nota ufficiale, non una presa d’atto di una situazione insostenibile nel quadro economico e ambientale. Non vorremmo percepire questo silenzio come un’autoassoluzione. Figure come l’assessore all’ambiente che hanno responsabilità istituzionali e sono anche figure simboliche nella loro funzione di rappresentanza normativa e di principio, dovrebbero prendere atto di questa drammatica situazione e rassegnare le proprie dimissioni.
Riccardo Gelichi
Portavoce Lista Civica Ascolta Piombino
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PD: Un consiglio comunale straordinario per RiMateria
RiMateria per le scelte dell’attuale gruppo dirigente e dei soci, si è messa nelle condizioni di avviare un rilevante processo di ristrutturazione di questa società. La ristrutturazione non è solo economica ma si è accompagnata ad un piano industriale che prova a disegnarne uno sviluppo con investimenti ingenti di natura ambientale, impiantistica e paesaggistica. La questione viene talvolta piegata sull’esclusiva necessità di risanamento economico che è indubbiamente importante, ma il tema è strutturale ovvero se vogliamo o meno che sul territorio esista una società che ne accompagni la sua ambientalizzazione oppure se per ragioni, anche comprensibili, di polemica politica si voglia gestire il dibattito con l’utilizzo esclusivo dello specchietto retrovisore.
Noi non vogliamo sottrarci minimamente da un analisi anche retrospettiva e intendiamo farlo con apertura e senza preclusione verso gli argomenti altrui ma contemporaneamente pensiamo che si debba dire con chiarezza cosa facciamo oggi che, per quanto ci riguarda, è ciò che è contenuto nel piano industriale di Rimateria e nel quadro di una auspicabile ripresa di un ciclo siderurgico compatibile ambientalmente. L’alternativa è la chiusura, non ci sono terze vie né spazi per posizioni di esclusiva rivendicazione.
Siamo convinti che RiMateria sia nelle condizioni di dimostrare che non c’è stata nessuna negligenza nell’ottemperanza della diffida emanata dalla Regione Toscana perché si è messa nelle condizioni di avviare immediatamente le procedure di ripristino e gli interventi necessari. Siamo altrettanto convinti che, oggettivamente, la continuità aziendale sia l’unico contesto possibile entro cui portare a termine questi investimenti. Se la discarica rimarrà chiusa non ci saranno né interventi di ripristino, né futuro per i lavoratori perché è a rischio l’esistenza di questa società. In questo senso il lavoro degli enti competenti é in ogni caso importante e va rispettato, al tempo stesso riteniamo che, nel quadro degli imprescindibili approfondimenti sugli atti, l’istanza di dissequestro, dal momento che verrà depositata, debba essere valutata in tempi compatibili con la necessità di RiMateria di reggersi sul piano economico e finanziario.
I Comuni proprietari di RiMateria, ivi compreso il sindaco di Suvereto Giuliano Parodi, hanno firmato un documento che sostiene l’istanza del dissequestro. Ci pare una posizione chiara e di assoluto buon senso. Per questo facciamo una proposta a tutte le forze politiche presenti sul territorio: sosteniamo tutti insieme la posizione dei sindaci almeno su questo punto. Facciamo fronte comune. Questo non sposta di una virgola le legittime posizioni di ciascuno, il sacrosanto diritto alla critica per le forze di opposizione o la necessità delle forze di governo di sostenere le proprie proposte. Proviamo a fare uno scatto in avanti che aiuti e possilmente acceleri il lavoro degli enti competenti. Almeno su questo, riteniamo che sarebbero incomprensibili ulteriori divisioni.
Per questo pensiamo che dopo la riunione dei capogruppo convocata dal sindaco Massimo Giuliani per martedì mattina prossimo su questo tema sia utile convocare un consiglio comunale straordinario nel Comune di Piombino aperto al gruppo dirigente di RiMateria, alle organizzazioni sindacali e di categoria, l’associazionismo ambientalista e le forze politiche.
Federazione PD Val di Cornia Elba
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I sindaci prima stanno zitti poi strumentalizzano i dipendenti di RiMateria
Da molti mesi alcuni cittadini stanno portando avanti una protesta contro l’ ampliamento della discarica di Ischia e per i miasmi da essa emanati. Hanno scritto una lettera firmata da oltre 100 cittadini, indirizzata alle istituzioni regionali e locali, dove denunciavano la situazione insostenibile e chiedevano controlli sull’ambiente. Questa lettera non ha avuto alcuna risposta. I sindaci, proprietari e responsabili di RiMateria-ASIU, oltre a non rispondere a tali richieste, assieme agli enti proposti al controllo ambientale, hanno disertato ogni assemblea, lasciando così i cittadini senza alcun chiarimento ufficiale. Eppure quanto paventato ha trovato conferma nella diffida della Regione Toscana a RiMateria. A seguito delle successive ispezioni del NOE, dalle quali risultava la NON ottemperanza delle prescrizioni ( anni 2011 e 2016) richiamate dalla diffida regionale, siamo arrivati al sequestro dell’impianto. I sindaci in questione, garanti della salute pubblica e in quanto proprietari di RiMateria responsabili del corretto funzionamento della discarica, dopo aver ignorato per mesi i malesseri fisici e i disagi degli abitanti, hanno immediatamente chiesto il dissequestro della discarica. Senza attendere rispettosamente la conclusione delle indagini e le decisioni della Magistratura, ma con malcelata insofferenza al decreto di sequestro e delegittimando il suo operato, rinnovano la loro fiducia a RiMateria, che investe non nella messa a norma ma sull’ulteriore ampliamento della discarica. Infatti i lavori di impermeabilizzazione della valletta che separa la discarica ex ASIU dalla ex Lucchini sono quasi ultimati e pronti ad accogliere altri rifiuti speciali provenienti da tutta Italia. Da stigmatizzare è la strumentalizzazione dei dipendenti di RiMateria e delle loro comprensibili e condivisibili preoccupazioni per il posto di lavoro. I sindaci dovrebbero tutelare tutti i cittadini, anziché contrapporre i lavoratori, vittime anch’essi di scelte amministrative e di politiche aziendali che oggi sono al vaglio della Magistratura, ai cittadini che chiedono tutele per la loro salute e per l’ambiente. Le lamentele e i malori accusati dagli abitanti vicino alla discarica non vengono considerati: non si crede ai loro malesseri oppure li si considera come già previsti e necessari, DANNI COLLATERALI di cui non tener conto e che possono continuare a pazientare!
È stato da irresponsabili coinvolgere i lavoratori in un progetto di rilancio di ASIU-RiMateria verso il settore dei rifiuti speciali, non appannaggio del pubblico, senza averne come società né i mezzi finanziari, né gli impianti, né le necessarie competenze. I lavoratori ASIU potevano tutti trovare occupazione in SEI dal momento che tale società si assumeva il compito di gestire i rifiuti urbani. Pensiamo che anche oggi tali lavoratori hanno non solo diritto ma tutte le possibilità di avere tutelato il loro diritto al lavoro. Noi pensiamo che l’azione della Magistratura permetta di mettere finalmente a norma la discarica ASIU ormai esaurita. Riteniamo inoltre indispensabile rivedere la strategia dei sindaci della Val di Cornia che intendono orientare il nostro sviluppo e la nostra zona verso il trattamento dei rifiuti industriali convogliando in un territorio da bonificare rifiuti provenienti da tutta Italia.
Un gruppo di cittadini di Colmata e di Piombino