AFERPI: FIRMATA LA CESSIONE AGLI INDIANI DEL GRUPPO JINDAL
Piombino (LI) – Giovedì in tarda serata, dopo giorni di trattative è arrivata la notizia che è stato firmato presso il Ministero dello Sviluppo economico il contratto per il passaggio di Aferpi dal gruppo algerino Cevital al gruppo indiano JSW dopo due mesi e mezzo di negoziato per raggiungere l’accordo atteso da lunedì scorso. Adesso il Ministero e la Regione monitoreranno i prossimi sviluppi ed il rispetto degli impegni contrattuali. Per i sindacati e i lavoratori c’è adesso da capire cosa c’è scritto nei dettagli del piano industriale.
Il ministro Carlo Calenda ed il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi «esprimono soddisfazione – in una nota congiunta di Mise e Regione Toscana – per la positiva conclusione di una vicenda che metteva a rischio uno dei più importanti poli siderurgici italiani ed il posto di lavoro di 2000 persone. Il ministero e la Regione monitoreranno attentamente i prossimi sviluppi ed il rispetto di tutti gli impegni».
La firma era stata annunciata già per lunedì scorso, poi era ststa rinviata per la necessità di approfondire alcune questioni legate alle bonifiche e alle concessioni portuali e demaniali. Infine lo slittamento era continuato di giorno in giorno. Addirittura mercoledì le istituzioni avevano lasciato il tavolo facendo continuare i due gruppi da soli.
La situazione aveva destato preoccupazione sia nei sindacati che nello stesso presidente della Regione Enrico Rossi al punto che ieri pomeriggio aveva convocato i giornalisti per spiegare che, di fronte allo stallo, la regione chiedeva il commissariamento delle Acciaierie.
«La Regione Toscana – aveva scandito bene le parole Rossi in merito al possibile intervento pubblico – è pronta e disposta a fare la sua parte. Chiediamo che altrettanto facciano Ferrovie dello Stato, Rfi, Cassa depositi e prestiti, perché siamo di fronte ad un bene nazionale e c’è domanda per tornare a produrre acciaio. E a Piombino dobbiamo trovare il modo di farlo. Anche assumendocene direttamente le responsabilità».
Una presa di posizione netta da parte di Rossi che forse ha dato una spinta finale alla trattativa. Passano circa tre ore e in serata, intorno alle 20, arriva una prima telefonata da Roma che annuncia il probabile sblocco della situazione di stallo. Un’ora e mezza dopo, la conferma ufficiale con il tweet del ministro Carlo Calenda e la nota congiunta di Regione e ministero. Stamani a Roma ci sarà la presentazione dell’accordo, che comunque, salvo sorprese, dovrebbe ricalcare le linee già annunciate nei giorni scorsi.
«Mi chiedono – ha commentato Enrico Rossi su Facebook – se sono contento per Piombino. Certo rispondo abbiamo lavorato davvero molto con Carlo Calenda, con i miei e i suoi collaboratori. Ma io sarò veramente contento solo il giorno in cui a Piombino si tornerà a colare acciaio, come ho promesso davanti ai lavoratori il primo maggio di diversi anni fa. Dunque si è appena agli inizi».
Mentre il consigliere regionale Gianni Anselmi, confermando che il contratto è stato firmato ha specificato che «sono stati giorni di tensione intensa, ma si apre finalmente una fase nuova per Piombino e il suo territorio, ed è un giorno importante per la Toscana. Voglio dare atto al ministro Calenda e al presidente Rossi, e naturalmente al sindaco Giuliani, di un lavoro davvero importante che nelle ultime settimane ha condotto ad oggi. Ora tocca alle istituzioni, ai rappresentanti dei lavoratori e delle imprese, alla città dare corpo ad un progetto industriale e territoriale che sia un esempio di modernizzazione e di buone politiche per il lavoro e per l’ambiente. In bocca al lupo, forza e buon lavoro a tutti noi. E grazie a chi non smette di credere che il meglio debba ancora venire».
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UGL: «LA FIRMA C’E’, MA ORA OCCORRE CHE SIA FATTA CHIAREZZA»
Riceviamo e pubblichiamo integralmente dalla Segreteria provinciale UGL.
«Che la vicenda Aferpi sia legata a quella di ILVA è palese, come appare evidente che oramai sia arrivato il momento, per il sindacato, di far sentire la propria voce.
Come Uglm abbiamo atteso, come tutti, la famigerata firma ma ora occorre che sia fatta chiarezza, una volta per tutte . Basta con indiscrezioni e attese al cardiopalmo. Non c’e’ bisogno di altre premiazioni o proclami . I lavoratori hanno bisogno di risposte . L’intero territorio e la sua cittadinanza necessitano di liberare e bonificare quelle aree delle quali da anni si sente dire che ci sono finanziamenti.
La convocazione al Governo, che da tempo tutti chiediamo, va bene ma non può essere l’ennesima informativa e qualche dubbio in questo senso, visto il quadro politico, riteniamo sia legittimo .
Quindi cosa fare? A nostro avviso che, nuovamente, si riaccenda i riflettori, a livello nazionale, sull’intera vicenda e si pretenda di conoscere, nei dettagli, i passaggi che ci sono stati in questi giorni, non tanto nella trattativa tra i due privati, ma visto che, vari ministeri hanno preso parte agli incontri , capire quali garanzie siano state date e quali le pretese per una eventuale ripartenza produttiva e relative modalità . Dobbiamo avere garanzie sugli smantellamenti e manutenzione di impianti. La sicurezza dei lavoratori “in primis” perché siamo stanchi di piangere vittime del lavoro ogni giorno e quando lo facciamo vuol dire che non è stato fatto abbastanza per evitarlo. Non si può continuare a morire così nel 2020!!
Nelle trattative, come rappresentanti dei lavoratori, occorre iniziare a parlare anche di questo importante argomento. A poco serve fare sciopero quando la tragedia è avvenuta .
Prima di esprimere altre valutazioni e dare ricette vincenti il punto di partenza per la uglm dovrà essere la conoscenza dettagliata del piano industriale , sempre che ne esista ancora uno . Insieme a questo occorrera’ avere una visione più ampia relativamente al progetto per le altre aree e per il porto . Insomma più che firma o non firma di un qualcosa di ignoto occorre una valutazione concreta ed anche tecnica, meglio se fatta congiuntamente con un team del governo, del piano industriale e della sua fattibilità.
Sarebbe necessaria – conclude la nota – questo lo lanciamo come invito, una iniziativa che coinvolga l’intero territorio per manifestare la necessità di un vero progetto di rinascita del settore siderurgico, che comprenda le bonifiche, ma che veda la tematica della sicurezza e compatibilta’ ambientale come primi reali obiettivi».
Segreteria provinciale Uglm
RSU Aferpi Claudio Lucchesi