DISCARICA DI PIOMBINO: CHIARIMENTI DEL DEPUTATO VIGNAROLI SUGLI ILLECITI
Piombino (LI) – Il deputato Stefano Vignaroli ha sul suo sito personale presentato una memoria, in qualità di vice presidente della commissione bicamerale d’inchiesta del ciclo illecito dei rifiuti. Leggiamo integralmente il documento.
«Recentemente alcuni articoli di stampa (premi sul link per leggere in dettagli, ndr.), riguardanti la relazione della gestione dei rifiuti in Toscana della Commissione di inchiesta del ciclo illecito dei rifiuti, lasciano intendere che nella relazione sulla Toscana siano contenute affermazioni non vere.
Mi preme sottolineare, per chi non lo sapesse, che le relazioni sono redatte in collaborazione con i consulenti della Commissione (magistrati e tecnici) ed emendate e votate dai parlamentari della stessa. Le relazioni si basano sui documenti in nostro possesso e sulle dichiarazioni dei soggetti auditi.
Che del materiale illecito aveva come destinazione anche la discarica di Piombino è scritto in una ordinanza del Gip distrettuale del Tribunale di Firenze. E’ il frutto di indagini, intercettazioni e pedinamenti che hanno portato anche a misure cautelari.
Nell’ordinanza in data 1.12.2017 del Gip distrettuale del Tribunale di Firenze applicativa di misure cautelari nei confronti degli amministratori e dei responsabili della Lonzi Metalli srl e della
RA.RI. Livorno srl (Emiliano Lonzi, Stefano Fulceri, Mauro Palandri, Anna Mancini, Stefano Lena, Bertini Stefano), indagati per i reati di traffico illecito di rifiuti, di cui all’articolo 260, decreto
legislativo n. 152 del 2006, di associazione per delinquere, di cui all’articolo 416, commi 1 e 2 del codice penale (Lonzi, Palandri, Fulceri, Mancini e Lena) e di truffa aggravata ai danni della regione
Toscana (Lonzi, Palandri, Fulceri, Mancini e Lena), si legge che le due società livornesi che avevano l’autorizzazione integrata ambientale (AIA), rispettivamente, per i rifiuti non pericolosi
(Lonzi Metalli) e pericolosi (RA.RI.), in realtà non trattavano in alcun modo i suddetti rifiuti, ma sistematicamente li miscelavano tra di loro, a volte, senza alcuna particolare precauzione, altre volte
in modo da assicurare omogeneità di pezzatura e riduzione di volumi e, dopo tali operazioni illecite, con falsi codici CER e altrettanto falsi formulari di trasporto li caricavano sui camion con
destinazione le discariche di Rosignano e di Piombino.
Dunque, come si legge nell’ordinanza del GIP, anche la discarica di Piombino è stata destinataria delle miscele di rifiuti, provenienti dalla RA.RI.
Le indagini della procura distrettuale di Firenze sono state particolarmente incisive, poiché gli elementi di prova dell’illecita attività sono stati acquisiti, mediante: A) l’installazione di due
telecamere brandeggiabili all’esterno dell’impianto della Lonzi Metalli, seguita da un’attività di monitoraggio di oltre sette mesi nel corso dell’anno 2015; B) l’acquisizione da parte della polizia
giudiziaria, in data 18 dicembre 2015, presso la Lonzi Metalli, della documentazione cartacea relativa ai trasporti di rifiuti, sia in ingresso, sia in uscita; C) le intercettazioni telefoniche; D)
l’audizione di persone informate sui fatti.
Ma c’e’ di più su Piombino. In Parlamento il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Livorno Ettore Squillace Greco aggiunge (lo stenografico è visionabile) che c’e’ un ulteriore filone di inchiesta riguardante anche 100 fusti di mercurio che potrebbero aver preso la via di Piombino.
Appare evidente che, quando il procuratore Greco – il quale per due anni (limite massimo consentito) è stato applicato anche alla procura distrettuale di Firenze, cessando il periodo di applicazione nel mese di dicembre 2017 (ovvero pochi giorni dopo le sue dichiarazioni) – riferiva dei cento fusti di mercurio, a mio parere, non intendesse riferirsi a fusti che contenevano solo mercurio, bensì
a miscele di rifiuti contenenti mercurio.
Riporto le parole del Procuratore Greco in audizione: “Ecco, allora, che da Lonzi partono dei camion, a volte vuoti – lo abbiamo verificato – che ufficialmente portano pericolosi, che la Rari tratta. In realtà, la Rari non tratta proprio niente perché i pericolosi li ha già smaltiti, la Lonzi mandandoli nelle discariche di Rosignano e di Piombino… Aggiungo solo due dati. In questo giro di rifiuti abbiamo rilevato anche la presenza di rifiuti tossici e abbiamo, allo stato attuale, dei dati che indicano lo smaltimento di 100 fusti di mercurio, finiti anch’essi nelle discariche di Rosignano. Sarebbero, anzi, finiti – fatemi usare il condizionale perché la prudenza è sempre d’obbligo – nella discarica di Rimateria, a Piombino“.
Purtroppo la Commissione di inchiesta sul ciclo illecito dei rifiuti non è attualmente operativa. Auspico quindi che venga istituita il prima possibile, avendo già deposistato in Parlamento la proposta di legge per la costituzione della stessa nella legislatura appena iniziata. Laddove tornassi a far parte della Commissione “Ecomafie”, sarà mia immediata premura chiedere un aggiornamento alla DDA di Firenze che stava, e presumo stia ancora svolgendo, queste indagini. La Commissione non poteva che riportarle nella sua corposa e complessa relazione e ringrazio chi ha collaborato alla stesura.
Capisco – conclude il deputato – le preoccupazioni dei cittadini e degli addetti ai lavori, sono a disposizione per qualsiasi approfondimento. Mi sembrava doveroso riportare queste specifiche».