VAL DI CORNIA: PRESENTATO IL COMITATO DI SALUTE PUBBLICA
Piombino (LI) – Mercoledì 13 giugno si è tenuto presso il Centro giovani di Piombino il primo incontro del comitato salute pubblica Piombino-Val di Cornia nato dalla volontà di numerosi cittadini di tutelare l’ambiente e la salute viste le importanti novità, non sempre positive, che si stanno affacciando all’orizzonte di un territorio che sta attraversando una crisi economica e sociale senza precedenti. Le conseguenze ambientali dovute al ridimensionamento dell’industria siderurgica, le problematiche dovute allo smaltimento dei rifiuti in costa est, e le criticità di ordine sanitario dopo la nascita dell’ospedale diffuso “Piombino-Cecina”, sono i principali temi che affronterà il nuovo gruppo.
«Pensiamo – commentano gli organizzatori – che il diritto alla salute per tutti, tutelato dalla Costituzione, vada garantito con la prevenzione delle malattie, il rafforzamento dei servizi territoriali e l’integrazione socio-sanitaria, la lotta alla corruzione, agli sprechi reali, e al business dei rifiuti, perché responsabilmente non ereditiamo la terra dai nostri padri, ma la prendiamo in prestito dai nostri figli».
Il Comitato, che è apartitico per statuto, nasce per difendere i cittadini della Val di Cornia, in particolare coordinandosi con le principali associazioni nazionali di difesa della salute pubblica, affinché la sua azione sia il più incisiva possibile.
Nell’assemblea di presentazione ha indicato i metodi di azione ed i primi temi che il nuovo soggetto andrà a trattare nell’interesse della salute di tutti e che sono la questione del SIN di Piombino, con il tema delle bonifiche e della discarica di Ischia di Crociano, la realizzazione del nuovo carbonizzatore della CREO, e lo “smantellamento” della sanità pubblica. Per questo saranno avviati gruppi di lavoro che poi riferiranno all’assemblea degli iscritti al comitato durante gli incontri informativi che si terranno periodicamente.
Riportiamo a seguire la carta dei valori del Comitato e una delle tre relazioni lette durante l’iniziativa. Le altre due, più i vari interventi effettuati durante la serata possono essere visionati nel video realizzato dal Corriere Etrusco.
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Premi su questo link per vedere il video: https://youtu.be/3lwBaWM2HA0
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CARTA DEI VALORI DEL COMITATO SALUTE PUBBLICA “PIOMBINO-VAL DI CORNIA”
Il Comitato per la salute pubblica Piombino-Val di Cornia è costituito da cittadini di Piombino e degli altri comuni della Val di Cornia uniti dall’intenzione di difendere e migliorare la salute, l’ambiente e il servizio sanitario pubblico.
Pensiamo che il diritto alla salute per tutti, tutelato dalla Costituzione all’articolo 32, vada garantito con la tutela dell’ambiente, la prevenzione delle malattie, il rafforzamento dei servizi territoriali e l’integrazione socio-sanitaria, e per concludere la lotta alla corruzione, alle mafie ambientali e ai reali sprechi.
Da chi è composto?
Il Comitato Salute Pubblica dei Piombino-Val di Cornia è costituito da cittadini, persone che difendono la volontà di un Mondo Migliore, dove i valori non sono definizioni, ma bensì comportamenti.
Persone che proclamano il diritto alla tutela della Salute per tutti.
Persone che pensano che lavoro e rispetto dell’ambiente abbiano per lo meno pari dignità.
Persone che pensano che la terra non si erediti dai padri, ma si prenda in prestito dai figli.
Persone che sensibilizzano la politica e le istituzioni sui temi della salute e della salvaguardia dell’ambiente.
Persone che non vogliono trasformare Piombino in una enorme discarica.
Il comitato è strutturato su base associativa con un proprio statuto, dove l’assemblea è sovrana e nella quale si possono iscrivere solo i cittadini senza alcuna possibilità di delega.
Il Comitato avvierà quanto prima relazioni con tutti gli enti pubblici locali e nazionali, opererà a rete con gli altri comitati per la salute in Italia e altre associazioni a tutela dei cittadini.
Se c’è una prima cosa che già oggi chiediamo agli enti, per avviare una discussione seria e proficua è quella di vedere operativo il “Registro tumori” della città di Piombino.
Ormai non esiste famiglia che non abbia un parente malato, e questo silenzio da parte della nostra amministrazione ci preoccupa non poco. Sproniamo quindi il comune e la ASL ad agire di conseguenza su questo importante tema quanto prima.
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RELAZIONE INTRODUTTIVA DEL COMITATO SULLA DISCARICA SITA IN LOCALITA’ ISCHIA DI CROCIANO A PIOMBINO
La discarica non è a norma dal 2012
Ci dicevano che Asiu era un’azienda modello e un valore per i cittadini. Purtroppo non era vero. Sin dal 2012 , tra le operazioni di rilievo economico di Asiu, figurava l’ottenimento dalla Banca Popolare di Vicenza di tre mutui dell’importo di 800 mila euro ciascuno necessari a finanziare tre specifici interventi sulla discarica di Ischia di Crociano: impianto di captazione del biogas; impianto per la produzione di energia elettrica da biogas, copertura della discarica. Visto anche l’attuale stato degli impianti della discarica si potrebbe ipotizzare che tali mutui non sono stati utilizzati per eseguire i lavori di messa a norma della discarica, o lo furono solo in parte, mentre per la stessa ragione si potrebbe sempre ipotizzare tra le tante possibili che furono forse utilizzati per la spesa corrente. Questa è una delle molte, tante, questioni della storia di ASIU che dovrà essere chiarita. La Banca popolare di Vicenza concesse poi altri prestiti ma solo dietro contestuale sottoscrizione di azioni dell’istituto. Nel 2016 la società Asiu ha dovuto prendere atto che quelle azioni acquisite non valevano più nulla. Questo episodio è uno dei molti che ripetiamo attendono spiegazioni.
Nascita di Rimateria
Dal 2016 la discarica Ischia di Crociano non accoglie più rifiuti urbani che vanno nella discarica di Ato Sud in provincia di Grosseto, gestita da Sei Toscana. I dipendenti ASIU passano a SEI Toscana Allora la discarica di Ischia di Crociano ormai esaurita doveva essere chiusa e tutti gli impianti venduti. ASIU non aveva nessuna ragione per continuare ad esistere , doveva essere liquidata. Ma si decide diversamente. Si fa nascere dalla TAP (tecnologie ambientali pulite)nata per trattare le scorie delle lavorazioni siderurgiche e fornire materiale in sostituzione di quello delle cave di Campiglia, una ditta controllata da ASIU che doveva produrre inerti e misto cementato trattando le scorie industriali, la nuova società Rimateria.
In Rimateria confluiscono circa 50 lavoratori ex-ASIU ed insieme eredita gli impianti della TAP e di ASIU, ma non solo. Rimateria eredita il debito di ASIU che a quanto detto in varie riunioni pubbliche ammontava a circa 20 milioni di euro, a cui si aggiungevano gli 11 milioni necessari per effettuare la messa in sicurezza e la chiusura della discarica di Ischia di Crociano ormai finita. In queste condizioni la chiusura significava portare alla luce il debito mostruoso creato da ASIU e lo stato degli impianti della discarica completamente fuori norma, quelli addetti al trattamento dei rifiuti urbani e speciali o la stessa TAP da rimettere a nuovo per una ulteriore spesa che si aggirava, secondo altre dichiarazioni pubbliche, intorno ad altri circa 19 milioni. Così per far ripartire la ex-TAP chiamata ora Rimateria era necessario reperire decine di milioni.
Rimateria presenta il suo piano industriale. Per realizzare tale piano il progetto presentato alla Regione prevedeva: rialzo della discarica ex-ASIU, modulo per amianto, modulo per rifiuti pericolosi stabili e non reattivi da realizzare in una piccola valle (chiamata cono rovescio o sutura) . L’aumento degli spazi di discarica erano finalizzati a reperire i finanziamenti per sanare i debiti, mettere a norma gli impianti della discarica ed iniziarne le opere di chiusura, iniziare a far lavorare la TAP. Rimateria si autodefiniva uno strumento indispensabile alla bonifica del SIN di Piombino e per trasformare i due terzi dei cumuli di rifiuti ivi abbandonati in NUOVA MATERIA. I materiali che non potevano essere trasformati, ad esempio l’amianto compatto, sarebbero stati messi nei nuovi spazi di discarica. Spazi di discarica al servizio della bonifica del SIN di Piombino. Questo era il motivo con cui Piombino poteva mantenere la partecipazione in una società che avrebbe svolto delle attività normalmente svolte da privati. Ugualmente Campigla Marittima e San Vincenzo portavano a motivo della loro adesione alla SpA la loro volontà di ridurre e chiudere in parte le attività estrattive delle miniere di inerti che ricadono nei rispettivi comuni. Rimateria avrebbe permesso la sostituzione del materiale di cava vergine utilizzato in edilizia ed infrastrutture con inerti e misto cementato prodotto da Rimateria. Da una parte bonificava e dall’altra rimetteva in circolo rifiuti trasformandoli in nuova materia. Niente di tutto questo si è avverato.
Le osservazioni al progetto di 4 variante alle opere di chiusura della discarica
Un gruppo di cittadini di vari quartieri di Piombino tra cui quello di Colmata presentano alla Regione Toscana delle osservazioni al progetto. Tale osservazioni vertevano principalmente contro l’ipotesi di mettere in tale discarica l’amianto e nello stesso tempo esponevano dubbi sulla possibilità di alzare e ampliare la discarica. La discarica sorge su un terreno che prima era paludoso, vicino ad abitazioni civili, il progetto iniziale della discarica ne limitava l’altezza a 9 metri come può raggiungere i 32 metri e rimanere in sicurezza, contestavano poi l’impatto visivo, ecc… La Regione da comunque l’autorizzazione al progetto ma molte delle osservazioni fatte in merito al modulo dell’amianto sono accolte nelle prescrizione date a Rimateria. Tali prescrizioni rendano impossibile procedere alla costruzione immediata di tale modulo. Rimateria vi rinuncia e chiede di cambiare il progetto ed utilizzare tutti gli spazi richiesti solo per gli speciali non pericolosi. Il rialzo della discarica ha inizio ma data la tipologia dei rifiuti, le quantità che giornalmente arrivano, la non adeguatezza dei normali impianti addetti ad eliminare l’inquinamento dell’aria ed il puzzo, come i pozzi di estrazione del biogas e la sua combustione per il recupero energetico, ecc… tale attività si traduce in grandi disagi non solo per i residenti nelle vicinanze ma anche per chi transita nelle vicinanze e alla stessa città di Piombino. Il progetto iniziale basato sull’intervento nel SIN, sul concetto di prossimità, sul riciclo dei materiali non è attuato, non si produce ne inerti ne misto cementato. Non un solo chilo di tutto il materiale che ha rialzato la discarica proviene dal SIN, la sua provenienza è regionale ed oltre.
I nuovi conferimenti in discarica: i rifiuti speciali
Sappiamo che un terzo dei rifiuti conferiti in discarica dal 2016 proveniva dalle due ditte Lonzi e RaRi di Livorno poste sotto sequestro dalla Magistratura per traffico illecito di rifiuti pericolosi, ci sono prove che dimostrano come fossero mischiati rifiuti pericoli e non pericolosi edinviati alle discariche di Piombino e Rosignano.
La Commissione Parlamentare di inchiesta sui rifiuti parla di un quantitativo pari a 100 fusti di mercurio che potrebbe essere finito nella discarica di Ischia di Crociano. Rimateria nega tutte queste possibilità per i controlli che hanno fatto ma che se si sono verificate dice che si ritiene danneggiata e certamente non complice. Eventuali responsabilità saranno stabilite dalla Magistratura nell’indagine in corso.
La diffida della Regione Toscana del novembre 2017
La diffida in oggetto della Regione Toscana afferma: “La discarica risulta condotta in maniera non adeguata alle norme tecniche di riferimento e difformemente a quanto autorizzato”.
Poiché la messa a norma non era avvenuta un gruppo di cittadini manda una lettera firmata da più di cento persone a vari enti pubblici. Né i Sindaci soci di Rimateria, né la Regione ha mai risposto. Solo Arpat fornisce dati sulle falde acquifere, dati rilevati da Asiu e Rimateria e solo l’ultimo anno da Arpat. I limiti di soglia consentiti sono largamente superati e le acque sotterranee sono inquinate. Ma Rimateria ritiene non essere responsabile di tale inquinamento causato invece, secondo la sua opinione dai rifiuti siderurgici con cui tutta la zona è rialzata dal primitivo piano di campagna.
Controllo in discarica 19 Febbraio 2018
Da un controllo diretto in discarica da parte del NOE solo 16 pozzi di estrazione del biogas risultano collegati, 16 su 73 vuol dire che più del 70% del biogas veniva disperso in atmosfera.
Il gas catturato dai pozzi veniva mandato in un’apposita torcia per essere bruciato in quanto i due motori originariamente previsti per produrre energia elettrica grazie al biogas sono ancora oggi fuori uso. Anche Arpat il 5 marzo rileva che sono collegati sempre solo 16 pozzi. Oltre ai pozzi del biogas Rimateria non provvedeva sempre adeguatamente alla copertura a fine giornata delle aree di scarico e la superficie di suddette aree era talvolta superiore al consentito con conseguente esalazioni di gas in tutta la zona fino alla città.
Sequestro discarica Ischia di Crociano
Mercoledì 21 marzo i Carabinieri del NOE di Grosseto hanno proceduto al sequestro preventivo dell’impianto di discarica. L’indagine del reparto specializzato dell’Arma ha avuto origine nel febbraio 2017, nell’ambito di una campagna ispettiva e di controllo delle discariche disposta a livello nazionale dal Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale. Dando corso ad una serie di verifiche, non risultavano rispettate le prescrizioni imposte nell’Autorizzazione Integrata Ambientale alla Regione Toscana nel 2011 e nel 2016.
Il dissequestro della discarica
A quasi un mese dal sequestro, il 18 aprile 2018 sono stati tolti i sigilli dall’impianto a Ischia di Crociano. Riprendono i conferimenti, sotto gli occhi del Noe sinonimo di monitoraggio da parte della polizia giudiziaria a garanzia del rispetto delle prescrizioni e delle leggi.
Le domande dei cittadini
Chiediamo ai Sindaci soci di Rimateria:
1) la pubblicazione di un cronoprogramma dei lavori di messa a norma e nel caso di incapienza di Rimateria di intervenire con un finanziamento diretto e permettere la fine dei lavori nei tempi previsti.
2) Carotaggi per scoprire se la Lonzi e RaRi hanno creato una situazione di pericolo con i loro depositi. Ricordiamo che la Regione Toscana nella diffida del 29/11/2017 affermava: “non sono stati eseguiti i controlli analitici su campioni di rifiuti prelevati in loco, con la frequenza riportata in autorizzazione”. La necessità di tale richiesta, da noi più volte presentata, trova ulteriore conferma anche dalla lettura dell’inchiesta parlamentare sul traffico illecito di rifiuti.
3) I Sindaci (attualmente unici proprietari di Rimateria) richiedano all’ARPAT i dati e la relazione di sintesi riguardanti l’inquinamento delle acque sotterranee (già in nostro possesso) e dell’aria in zona discarica per il periodo dal 2013 ad oggi Giugno 2018 e li rendano pubblici sul sito dei rispettivi Comuni. Riteniamo che i dati per valutare l’inquinamento devono essere forniti dall’ARPAT che è un ente indipendente dalla SpA Rimateria. Rendano pubblica l’analisi di rischio sito specifico quando sarà perfezionata con le integrazioni richieste da ARPAT e dalla Regione Toscana. Tale analisi è particolarmente importante anche per la presenza a poche centinaia di metri dalla discarica di abitazioni civili in cui vivono bambini.
Richiesta di raddoppio dei volumi della discarica
La richiesta alla Regione per la realizzazione di una nuova discarica con volume di circa 2,5 milioni di metri cubi sulla LI53aR e l’ulteriore ampliamento della discarica esistente, cambia la funzione di Rimateria e la orienta in maniera netta verso il mercato dei rifiuti speciali a livello Nazionale. Azienda che non è più orientata alla bonifica del SIN (volume eccessivo e sproporzionato come discarica al servizio delle bonifiche locali e delle industrie locali) ed al riciclo. Con tale progetto assume come prima caratteristica quella di gestione di una discarica da riempire con conferimenti provenienti da fuori del SIN con cui fare cassa per estinguere il mostruoso debito ASIU e fare profitti. Attività che certamente sarà preferita dai privati che stanno acquisendo il 60% delle azioni di Rimateria. Fare discarica da più profitti delle attività di riciclo. Il progetto anche da un punto di vista quantitativo oltre che qualitativo si differenzia sostanzialmente da quello presentato ai Consigli Comunali che dovevano accettare o meno la nascita della SpA Rimateria.
Le motivazioni riportate da Rimateria per il raddoppio della discarica, cioè lo smaltimento delle scorie dei forni elettrici, non sono rispondenti alla realtà. Dal 2006 le scorie delle acciaierie Arvedi (multinazionale) non vanno in discarica vengono trasformate in INERTEX e vendute direttamente sul mercato! L’Inertex è un materiale generato da attività di recupero, regolarmente autorizzato, di scorie di Acciaieria. Il prodotto di recupero che si ottiene presenta composizione e caratteristiche chimiche similari alle rocce di origine vulcanica data l’elevata temperatura del processo di fusione che le origina.
Per fare posto alla nuova discarica si deve fare “una bonifica” della zona dove sono presenti circa 200.000 m3 di Paf e scorie delle acciaierie, per far posto a 2,5 milioni di m3 di rifiuti provenienti da fuori SIN. La bonifica sarà effettuata con due impianti mobili e non utilizzando impianti presenti nella Tap.
Evidenziamo inoltre che il luogo non è adatto alla costruzione di una nuova e più ampia discarica di quella attuale: vicinanza alla città e a abitazioni civili, alla prevista nuova strada di accesso alla città ed al porto, prossima ad installazioni turistiche come quelle presenti alle terre rosse, in terreno con falda superficiale vicinissima al piano di campagna, alle caratteristiche geotecniche del terreno, terreno prossimo al mare, piana alluvionale e ex palude, compreso tra il Cornia ed il Fosso Corniaccia.