GELICHI: A PIOMBINO CAMBIARE IL MODELLO CULTURALE
Piombino (LI) – Riceviamo e pubblichiamo integralmente de Riccardo Gelichi che pone forse una delle più importanti domande per il futuro di Piombino e della Val di Cornia: Questo modello culturale ed economico, di sudditanza ad una fabbrica che non c’è più come un tempo, ma che contemporaneamente continua a fermareun futuro alternativo di questa città deve contnuare, oppure è giunto al capolinea?
Leggiamo insieme la nota e vi invitiamo a leggere nuovamente questo nostro articolo del 2 settembre 2018: http://www.corriereetrusco.it/2016/09/02/aferpi-azzi-piombino-e-un-territorio-azienda/
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UN MODELLO CULTURALE DA CAMBIARE
A dicembre del 2016, in una seduta straordinaria del Consiglio comunale di Piombno, il dott. Fausto Azzi sosteneva con enfasi la bontà del piano Cevital parlando però di un’operazione di sistema, dove con il “sistema”, la responsabilità, come si dice: “morì fanciulla”, accompagnato da un “perché nessun la volle”. Il sindaco Giuliani, in quella sede, non si sprecò, definendo quel progetto Cevital come …“ il più grande progetto industriale degli ultimi venti anni d’Italia, il più grande d’Italia dell’ultimo ventennio!”.
Oggi, il dott. Fausto Azzi, oltre a cercare di tranquillizzarci sul piano Jindal, entra nella questione del ciclo dei rifiuti, definendo strategica la discarica di Rimateria per concretizzare proprio il progetto industriale, ma rimanda una’eventuale partecipazione in Rimateria.
Qualcuno non percepisce anche solo un leggero fastidio, dovuto a tante promesse ascoltante e puntualmente smentite? Questa città, insieme ai lavoratori della ex Lucchini, sono in ostaggio da anni, fermi, rispetto a qualsiasi tipo di sviluppo che sia verso il comparto industriale, piuttosto che quello della diversificazione. Ostaggi di promesse rassicuranti, di aspirazioni che dopo tutti questi anni, sono finite al limitarsi di garantire il minimo di assistenza. E’ il momento di ribaltare completamente il piano dei rapporti, la città attraverso i suoi rappresentanti deve iniziare a disegnare il proprio futuro, attraverso le proprie peculiarità, iniziando a riappropriarsi degli spazi vitali per un possibile rilancio economico.
Bisogna rompere la subalternità con questo modello politico e culturale, propedeutico solo alla continua incertezza, velata di false speranze, dove spesso solo pochi, molto pochi, ne traggono un beneficio, spesso tutt’altro che collettivo.
La fabbrica, come un tempo, deve tornare a dialogare con la città, contribuendo al suo sviluppo, compensando la sua presenza con opere e partecipazioni; la disgregazione fisica della fabbrica può e dovrà assumere una valenza architettonica, salvando e rinnovando; tutto questo attraverso un progetto di rilancio del nuovo tessuto urbano della Piombino futura.
Altro che mega discariche, a Piombino serve una nuova stagione, con menti nuove, che dialoghino risolutamente, senza sudditanza, con tutti gli interlocutori che vorranno affacciarsi sul territorio di piombino; ma il futuro lo disegneranno i piombinesi.
Riccardo Gelichi
Portavoce Lista Civica Ascolta Piombino