RIMATERIA: UNA DISCARICA IN COLTIVAZIONE PUZZA, NON C’E’ NULLA DA FARE
Piombino (LI) – Il Comune risponde (finalmente in prima persona, ndr.) alle innumerevoli note di protesta giunte all’amministrazione per il puzzo della discarica che presto sarà privatizzata (e per la quale ha bocciato tutti e due i referendum, ndr.), indicando in tre le motivazioni del puzzo: le temperature, la pioggia, la movimentazione dei rifiuti. Tre fattori normalissimi in qualsiasi discarica in attività che si replicheranno per almeno i prossimi venti anni, visto che il progetto Rimateria prevede la realizzazione di una unica discarica grande quanto 100 campi di calcio (70 ettari) alla quota uniforme di 35 metri. Nel frattempo la Regione Toscana inizia a pensare alla questione maleodoranze su Grosseto… e su Piombino?
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RIMATERIA. CONTINUA IL PERCORSO DI RISANAMENTO PER RIDURRE I CATTIVI ODORI
In questi giorni alcuni cittadini si sono rivolti agli uffici comunali per segnalare un ritorno dei cattivi odori provenienti dalla discarica di Rimateria.
L’ufficio ambiente del Comune, che ha interpellato la direzione dell’azienda, ha individuato tre motivi principali alla base delle maleodoranze di questi giorni.
Le condizioni meteo con le notevoli piogge e l’elevata umidità, associate a temperature ancora relativamente alte, incrementano la degradazione delle materie organiche dando luogo a una maggior produzione di biogas negli strati superficiali della parte di discarica non ancora dotata di coperture temporanee (teli in HDPE saldati).
Inoltre, a causa delle notevoli piogge cadute nelle settimane scorse (in un paio di casi si è trattato di veri e propri eventi meteorologici anomali) è stato necessario ripristinare buona parte delle coperture in terra sulle scarpate e sulla sommità della discarica non ancora coperte da HDPE e ciò ha comportato spesso l’esposizione per brevi periodi della giornata dello strato superficiale dei rifiuti già a dimora da tempo e, in qualche caso, anche una modestissima movimentazione degli stessi.
Infine, gli scarsi volumi residui coltivabili hanno obbligato a movimentare dei rifiuti già messi a dimora da tempo lungo il fianco Sud della discarica, per garantire un adeguato grado di compattazione dei rifiuti ai fini della stabilità del cumulo e, soprattutto, a tutela della sicurezza dei lavoratori addetti ai mezzi d’opera.
La situazione è comunque costantemente monitorata e sotto controllo. Come già detto in occasione dell’incontro tecnico tenuto in Comune lo scorso 22 ottobre, la realizzazione di ulteriori pozzi del biogas unitamente alle coperture stanno procedendo come da programma.
In particolare, entro la fine dell’anno in corso è previsto l’inizio della coltivazione dell’ultimo modulo attualmente autorizzato e posto a ridosso dell’attuale discarica (peraltro posto in basso e non in quota come per le attuali lavorazioni), contestualmente alla realizzazione del relativo sistema di captazione. La realizzazione di questo intervento comporterà quindi la cessazione delle lavorazioni sulle sommità del modulo attuale e porterà alla progressiva copertura della porzione di discarica orientata verso le zone abitate, con ulteriore abbattimento delle emissioni di cattivi odori per i combinati effetti di copertura e aspirazione.
Comune di Piombino
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Cattivi odori: la Regione disponibile a lavorare alle Linee guida nazionali
FIRENZE – “Tema in testa alle priorità quello delle emissioni maleodoranti, sul quale stiamo lavorando da mesi. E per il quale, adesso che il 5 novembre scorso il tavolo tecnico Regioni Ministero ha evidenziato la necessità di predisporre Linee guida nazionali, la Regione Toscana ha da subito anticipato la propria disponibilità a partecipare al gruppo di lavoro, ancor prima che il Ministero formalizzasse l’indicazione. Di fronte a questo nuovo scenario, il lavoro fatto finora a livello regionale si è, giocoforza, rallentato”.
L’assessore all’ambiente Federica Fratoni tiene a precisarlo dopo gli ultimi articoli di stampa che denunciano i cattivi odori a Grosseto, ma che mettono in risalto una questione su cui è alta l’attenzione della Regione, perché si è manifestata in altre situazioni e in altri territori.
“E’ vero che la modifica del Testo Unico Ambientale (D. Lgs. n. 152/2006) con l’inserimento dell’art. 272 – bis, ha stabilito che la normativa regionale che può prevedere misure per la prevenzione e la limitazione delle emissioni odorigene degli stabilimenti – prosegue Fratoni – e infatti la Regione Toscana aveva colto questa possibilità istituendo ben due tavoli: un gruppo di lavoro tecnico per predisporre linee guida per il contenimento delle emissioni in atmosfera derivanti da attività ad impatto odorigeno, e un gruppo di lavoro interdirezionale per predisporre le modifiche normative alla L.r. 9/2010 “Norme per la qualità dell’aria”, necessarie per rendere cogenti le linee guida oppure per emanare una nuova specifica legge. Ad agosto – sottolinea Fratoni – il gruppo di lavoro aveva predisposto una bozza delle linee guida.
E il lavoro è proseguito a livello regionale fintanto che le novità in ambito nazionale ci hanno imposto di rallentare. Ma mi preme evidenziare – conclude l’assessore – che la Regione Puglia, la prima a legiferare approvando a luglio la “Disciplina in materia di emissioni odorigene”, ha visto poi a settembre il Consiglio dei Ministri dare il via libera all’impugnazione della legge. Mi auguro che il governo, avendo dato in questi mesi segnali contrastanti, voglia giungere rapidamente a fornire indicazioni puntuali. Come Regione Toscana siamo pronti a fare la nostra parte”.