PIOMBINO: IL PD BOCCIA ENTRAMBI I REFERENDUM MA RESTA SOLO
Piombino (LI) – Il 29 novembre 2018 abbiamo assistito al suicidio politico del PD di Piombino, che forte della sua “maggioranza relativa” (perchè su questa vicenda ha perso entrambe le “stampelle” “Spirito Libero” e “Sinistra per Piombino” che hanno abbandonato la entrambe la coalizione) ha bocciato entrambi i referendum. Da solo, pur di non stappare il “Vaso di Pandora” dei bilanci ASIU e della vendita RImateria (anche se adesso sembra rimandata di qualche settimana, ndr.) con il voto favorevole dei suoi consiglieri comunali, ha approvato in consiglio la delibera che ratifica la decisione delle due commissioni “tecniche” di non ammettere entrambi i quesiti referendari su Rimateria. A votare contro tutte le altre forze politiche (M5S, Rifondazione comunista, Un’altra Piombino, Ferrari sindaco Forza Italia, Sinistra per Piombino e anche “Spirito Libero”, ex forza di maggioranza, che aveva presentato un ordine del giorno distinto).
Una discussione molto animata, come da previsioni, anche per la presenza di molti esponenti dei Comitati pro referendum, che hanno affollato durante la mattina l’aula consiliare e lo spazio davanti all’entrata del palazzo comunale. Per consentire la più ampia partecipazione, su richiesta del comitato, l’amministrazione comunale aveva installato una cassa all’esterno perché i lavori all’interno dell’aula potessero essere seguiti anche da fuori.
Prima della delibera sul primo referendum è stato votato anche l’ordine del giorno presentato da tutte le minoranze, con il quale si chiedeva all’amministrazione comunale di rivalutare le decisioni tecniche espresse dalla commissione, consentendo l’ammissione. L’ordine del giorno non è stato approvato per i voti contrari dei consiglieri del PD che hanno quindi confermato la propria contrarietà all’ammissione del referendum.
“Bisogna capire cosa comporterebbe l’indizione di un referendum oggi dal punto di vista della tenuta dell’azienda, per l’andamento economico, per la tenuta dei finanziatori, per gli attuali lavoratori di Rimateria – ha affermato la consigliera del PD Bruna Geri a sostegno della posizione del partito – Non basta dire “non si vuole chiudere Rimateria”. Noi oggi in questa fase della discussione siamo chiamati a esprimerci su questo e cioè sull’ammissibilità di un referendum che tratta vari aspetti e che non può essere sintetizzato con un semplice sì o con un no. Per noi oggi il referendum non è più uno strumento efficace alla luce delle ultime novità, e pensiamo che sia più utile agire attraverso l’assemblea dei soci con azioni di coinvolgimento della cittadinanza”.
Le opposizioni hanno invece ribadito gli argomenti sostenuti nel corso di questi mesi: una richiesta di partecipazione e di espressione da parte della cittadinanza per un progetto, quello di Rimateria, ritenuto dannoso per lo sviluppo della città e in grado di condizionare la vita del territorio nei prossimi anni.
Secondo le opposizioni, il progetto Rimateria non tutela l’interesse pubblico ma serve solo a ripianare progetti incauti del passato. Di fronte a un quadro storico di questo genere la città ha il diritto di esprimersi e quindi è importante accettare il confronto.
Forti contrarietà anche sulla vendita delle azioni di Rimateria ai privati, per l’impossibilità di mantenere una fondamentale governance pubblica sull’azienda.
Sarebbe stato necessario inoltre mantenere pubblica la società Rimateria per garantire una governance che così non sarà più possibile. Altra questione importante, l’importanza di accogliere solo i rifiuti del territorio e non quelli che vengono da fuori. Un appello quindi a che Rimateria operi nell’interessa della città. Il bisogno di avviare le bonifiche, che la stessa Asiu avrebbe dovuto fare negli anni passati.
Il sindaco Giuliani ha concluso gli interventi, prima del voto, facendo un’analisi delle scelte di pianificazione territoriale fatte negli ultimi dieci anni e ribadendo l’importanza del progetto di Rimateria. Nel suo intervento ha di fatto dato la responsabilità di tali scelte anche alle opposizioni, che secondo la sua visione non avrebbero monitorato sufficentemente la situazione negli ultimi due anni, argomentazioni ovviamente demolite dalle opposizioni.
Nella seduta pomeridiana replica, sempre davanti a numerosi cittadini sempre più irritati dell’atteggiamento tenuto dai consiglieri del PD, con la votazione in consiglio comunale anche della delibera di ratifica della decisione della Commissione per il 2° quesito referendario, che non è stato ammesso con il voto favorevole del PD e i voti contrari di Ferrari sindaco Forza Italia, Sinistra per Piombino, Un’Altra Piombino, Movimento 5 Stelle, Rifondazione Comunista. Il consiglio ha quindi approvato con 13 voti a favore e 9 contrari.