EDITORIALE: VAL DI CORNIA, QUESTO REFERENDUM NON S’HA DA FARE
L’EDITORIALE di Giuseppe Trinchini
_________________________________
EDITORIALE: VAL DI CORNIA, QUESTO REFERENDUM NON S’HA DA FARE
Val di Cornia (LI) – Il referendum sui rifiuti “non s’ha da fare”. Si, perchè mentre a Piombino la commissione comunale ne ha “sonoramente” bocciati due, con la motivazione giuridica, ma non politica, che “Il Comune (di Piombino, ndr.) non ha quindi alcuna possibilità giuridica, da solo, di deliberare la revoca di messa in liquidazione o di modificare i criteri di liquidazione”, negli altri due comuni proprietari di RImateria le cose sono andate in modo leggermente diverso.
A San Vincenzo infatti, in una commissione nella quale c’era un dipendente del Comune di Piombino, ma nessun rappresentante della controparte, il quesito non viene neanche ammesso in quanto i cittadini hanno utilizzato erroneamente la parola “Referente del Comitato” invece di “Coordinatore“: «La commissione, esaminato l’atto costitutivo, rileva che il Comitato non ha provveduto alla formale nomina, tra i suoi componenti, di un presidente o coordinatore che lo rappresenta e che risponde del suo operato, cosi come previsto dall’articolo 19, comma 6 del citato regolamento comunale. La mera indicazione del referente, infatti, non risponde ai requisiti di rappresentanza e responsabilità dell’operato del comitato stesso.
La commissione, preso atto di quanto sopra, ritiene di non procedere con il giudizio preliminare di ammissibilità di cui all’art.21 del Regolamento comunale poiché la richiesta di indizione del referendum è carente del requisito di qualificazione soggettiva richiesto per la presentazione».
A Campiglia Marittima ancora meglio, in quanto la pratica sembra sia ancora ferma in un limbo burocratico dal quale i più maligni dicono che uscirà solo dopo la fine della vendita di Rimateria ai privati.
Quindi, in perfetto stile manzoniano, la bocciatura del Referendum presentato dagli abitanti della Val di Cornia alla fine è stato chiaramente un atto politico e non amministrativo, dovuto, e coerente con le scelte dell’attuale partito di governo locale.
Perchè la questione “Rimateria” chiaramente non era e non è giuridica, ma tutta politica. Perchè doveva essere il Sindaco di Piombino Massimo Giuliani, che cambiando le carte in tavola rispetto a quanto indicato e scritto nel suo programma elettorale con cui i cittadini lo hanno eletto nel 2014, e che non parlava della trasformazione di Piombino in un polo internazionale di Rifiuti pericolosi e speciali, prima di affrontare qualsiasi decisione in proposito, ad indire il referendum cittadino, invitando gli altri sindaci proprietari di Rimateria a fare altrettanto.
E’ ovvio che nel campo degli azzeccagarbugli, delle opinioni legali, dei codicilli e dei cavilli, il cittadino che si deve pagare i ricorsi di tasca propria (mentre l’amministrazione comunale, utilizzando i soldi dei contribuenti, ha autonomia economica e gradi di giudizio quasi illimitati), è sempre perdente. E i nostri amministratori lo sanno bene, perchè le “regole” le hanno scritte loro stessi.
Alla fine quindi il loro vero problema è solo il dissenso di Piazza… ma anche quello ormai lo hanno messo in conto e si muovono come se non ci fosse un domani. E se perderanno le elezioni, il lavoro “sporco” da loro generato lo faranno ripulire a qualcun’altro, dopo di che, magari, torneranno come “salvatori” nella patria dei rifiuti.
Giuseppe Trinchini
_______________________________________
Riportiamo la notizia per come è stata data dal Comune di Piombino.
RESPINTO IL RICORSO DEL COMITATO SALUTE PUBBLICA CONTRO LA NON AMMISSIBILITA DEL REFERENDUM
Riconosciuta dal giudice del Tribunale di Livorno la validità degli argomenti della Commissione comunale sul referendum Rimateria, a supporto della non ammissibilità del secondo quesito relativo alla vendita delle quote azionarie a privati.
Il punto decisivo, recita il pronunciamento del giudice, è quello esattamente individuato dalla Commissione, cioè se il Comune abbia la possibilità giuridica di determinare, da solo, l’arresto del procedimento di vendita delle azioni di RIMATERIA. Solo se esiste questa possibilità, il referendum proposto è ammissibile.
Dal momento che la volontà di vendita delle azioni è già intervenuta (nel nostro caso la delibera è la n. 101/2016) e la fase di attuazione della delibera è in corso, il referendum potrebbe essere indetto solo se il Comune interessato fosse in grado, da solo, di arrestare la procedura di alienazione.
Ma il Comune di Piombino non ha, da solo, questa possibilità dal momento che per revocare la delibera l’assemblea straordinaria dei soci Asiu avrebbe bisogno del voto favorevole dei 2/3 del capitale e il comune di Piombino non dispone di questa quota del capitale sociale di Asiu essendo titolare del 61,8 % delle azioni. Il Comune non ha quindi alcuna possibilità giuridica, da solo, di deliberare la revoca di messa in liquidazione o di modificare i criteri di liquidazione.
“La scelta di alienare a terzi la indicata quota di ASIU non pare in conclusione più reversibile ad opera del solo Comune di Piombino, e deve convenirsi sul giudizio, dato dalla Commissione, sul fatto che la materia, non sia ormai più nella esclusiva disponibilità del Comune medesimo”.
“Siamo soddisfatti dell’operato della Commissione rispetto alla quale abbiamo sempre nutrito la massima fiducia – afferma il sindaco Giuliani – Il giudice è entrato nel merito dando pieno riconoscimento al lavoro fatto dalla Commissione. Detto questo i problemi sul tappeto rimangono e il lavoro da fare è molto, considerando tutte le criticicità da affrontare L’obiettivo comune che dobbiamo avere è quello di risolvere le questioni ambientali, che per noi sono una priorità, insieme ai cittadini e su questo lavoreremo con convinzione cercando un terreno di dialogo e di collaborazione per l’interesse del territorio.”
Fonte: Comune di Piombino