PIOMBINO: NUOVO SCHIAFFO ALLA DEMOCRAZIA NELLA “CITTA’ DEI RIFIUTI”?
Piombino (LI) – Martedì 5 febbraio il consiglio comunale sarà chiamato ad esprimersi sulla proposta di Variante urbanistica per trasformare le aree confinanti con Rimateria da zone industriali a zone adibite al trattamento dei rifiuti speciali, pericolosi e non. La società che andrà ad operare in quell’area è la Wecologistic, avente come amministratore unico Mauro Gentilini, proprietario tramite la Permare Srl del 32% della società. Procuratore munito di pieni poteri della Permare Srl è Alberto Anselmi, genero di Gentilini, ad oggi ancora dirigente della Federazione Val di Cornia Elba del PD con deleghe alle attività produttive, turismo e commercio, dopo le sue recenti dimissioni dall’Unione comunale piombinese dello stesso partito. Leggiamo insieme integralmente il comunicato inviato dal Comitato Salute Pubblica di Piombino sull’argomento.
«Come Comitato Salute Pubblica esprimiamo il nostro dissenso di fronte a questo disegno che, per l’ennesima volta, è orchestrato in modo da escludere dalle decisioni importanti i cittadini che abitano questo territorio. Ricordiamo che niente di tutto questo faceva parte dei programmi elettorali né dei partiti di maggioranza, primo fra tutti il PD, né di quelli di minoranza.
A tutti i costi con firme, votazioni, cessioni effettuate in tutta fretta, settimana dopo settimana i cittadini devono stare a guardare un territorio che si trasforma sotto i loro occhi in un vero e proprio “polo dei rifiuti”.
Perché tutta questa fretta nell’approvare una delibera urbanistica con la formula della “proposta di variante”, che di fatto salta a pié pari la fase delle osservazioni da parte dei cittadini, di chi abita e lavora a Piombino? Se per il caso RiMateria il Comune ha potuto giustificarsi adducendo come scusa il fatto che il percorso era già delineato da tempo, adesso per la Wecologistic quale motivazione ha da portare?
Chi voterà questa proposta di variante darà l’ennesimo gravissimo schiaffo alla democrazia, impedendo la partecipazione dei cittadini. La procedura ordinaria per effettuare una variazione urbanistica prevede infatti un lungo percorso di confronto con tutti i soggetti interessati, nel quale ogni cittadino ha 60 giorni di tempo per presentare osservazioni e ricevere risposte. Con questo stratagemma invece si tenta di far passare (velocemente e senza che nessuno possa interloquire) una “variazione su misura” di cui onestamente non comprendiamo la necessità e della quale invece intendiamo sottolineare i rischi.
La procedura scelta risulta a nostro avviso non adeguata per almeno due motivi:
1) è vero che il decreto legislativo 152/2006 prevede che l’approvazione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale sostituisca “i visti, i pareri, le autorizzazioni e le concessioni di organi regionali, provinciali e comunali” e costituisca, ove occorra, “variante allo strumento urbanistico”. Questa procedura tuttavia comporta “la dichiarazione di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità dei lavori”. Quindi è una procedura solitamente utilizzata in deroga e funzionale ad interventi giudicati di pubblica utilità, e come tali caratterizzati da una forza particolare del provvedimento autorizzativo da parte della Regione. In questo caso ci chiediamo come si possa affermare la pubblica utilità e l’urgenza di un intervento che non fa altro che offrire ulteriori possibilità di investimento e di guadagno ad un privato.
2) con questa proposta di variante di fatto si chiede di modificare la destinazione di tutte le zone F6 in maniera tale che in esse possano essere realizzate, da oggi in poi, anche piattaforme per lo smaltimento e il recupero dei rifiuti. Per fare questo non si può assolutamente utilizzare la procedura indicata dal decreto legislativo di cui sopra che, anzi, può autorizzare (e solo a determinate condizioni) varianti allo strumento urbanistico limitatamente alle aree interessate dal progetto del soggetto che richiede l’Autorizzazione.
Con questa procedura si tenta dunque di realizzare una indebita modifica degli strumenti urbanistici.
Diamo per scontato che tutte le forze politiche di opposizione, che in questi mesi in varie occasioni hanno collaborato con il Comitato Salute Pubblica dichiarando di condividerne gli obiettivi, votino contro questa delibera.
Il nostro appello si rivolge oggi ai singoli consiglieri della maggioranza: ci auguriamo che qualcuno di loro, di fronte a questa ennesima vergogna, abbia il coraggio di dissociarsi dalle direttive di partito per esprimere un voto onesto, personale e ponderato».
Comitato Salute Pubblica Piombino