PIOMBINO: ROSSI COMMENTA L’IPOTESI DI CHIUSURA DEL PUNTO NASCITA
Riceviamo e pubblichiamo integralmente dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.
«Il punto nascita di Piombino deve rimanere aperto, lo abbiamo sempre sostenuto e continueremo a farlo, nonostante i vincoli derivanti dalla normativa nazionale. Ne è la prova il fatto che la ASL Toscana nord ovest, nel dicembre 2016 aveva inviato una richiesta di mantenimento in attività del punto nascita in deroga a quanto previsto dall’accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010. A fronte di una risposta negativa da parte del Ministero, la Regione Toscana, nel 2018 attraverso l’intervento dell’assessore Stefania Saccardi, ha richiesto una rivalutazione della possibilità di deroga.
Nell’ottica della prosecuzione del servizio, la ASL ha anche elaborato un piano di adeguamento relativamente ai requisiti strutturali e ad una revisione delle risorse di personale. Inoltre, negli ultimi anni è stato portato avanti un ampio confronto con le istituzioni, con le comunità locali. Insisteremo per avere una risposta dal Ministero inviando un sollecito che è in corso di preparazione.
Un ulteriore problema è dato dalla difficoltà a reperire personale medico, in particolare specialisti ginecologi. Per questo stiamo lavorando con la ASL, in accordo con l’Università, per finanziare ulteriori borse di studio, già a partire dai prossimi mesi e stiamo anche valutando la possibilità di formulare un percorso di reclutamento di personale pensionato. Ancora, la ASL sta predisponendo mettendo a punto un progetto per incentivare i giovani medici a scegliere di lavorare anche in presidi più piccoli e decentrati, perché questi sono una ricchezza che non deve essere dispersa.
Sono convinto che, in un territorio già provato da una forte crisi socio economica, l’ospedale rappresenti un punto di riferimento, non solo sanitario ma anche sociale, di competenze scientifiche che possono arricchire una comunità, nonché il segnale della presenza delle istituzioni.
Rimango in attesa di una rapida risposta da parte del Ministero della Salute».
Enrico Rossi