PIOMBINO: SCOPERTO DURANTE IL RESTAURO L’AUTORE DEL “SACRO CUORE”
Piombino (LI) – E’ stata celebrata il 28 giugno 2019 anche nella omonima parrocchia con sede in Via Corsica a Piombino la festa del “Sacro Cuore di Gesù”, nella quale si celebra il grande amore offerto dal figlio di Dio agli uomini per i quali è venuto sulla terra e dai quali è stato crocefisso. La messa, officiata dal Vicario diocesano monsignor Marcello Boldrini insieme a don Herman Ndiunze e don Stefano Mwenemitamba, ha visto, oltre al conferimento del sacramento della cresima a nove giovani, la presentazione pubblica del restauro della statua del Sacro Cuore, presente in quella chiesa dalla sua consacrazione e molto cara a tutti i piombinesi, il cui restauro è stato effettuato con grande maestria da Paola Bucci.
L’artista ha conseguito il diploma di restauro a Firenze, e dai primi anni ’90 ha lavorato per le varie diocesi toscane sotto la direzione delle Soprintendenze di Pisa e Livorno, e Siena.
Il “Sacro Cuore” è un’opera in cartapesta databile nel periodo a cavallo fra il IXX e il XX secolo; durante la pulitura e la risistemazione del piedistallo è tornata alla luce una targhetta metallica che attesta che l’opera è stata realizzata dalla Ditta Luigi Guacci, cavaliere in onore al merito del lavoro, di Lecce.
La statua necessitava di un restauro perché molto fragile in certe parti, e numerosi erano i distacchi e cadute di colore così come i fori dei tarli, specialmente nelle parti più esposte e soggette ad essere toccate; a causa delle sue condizioni in passato era stato eseguito un sommario restauro con numerose stuccature grossolane molto più grandi del necessario ricoperte con ridipinture eseguite con colori ad olio ormai ossidato e scurito. In particolare le mani, delicatissime, avevano un grosso strato di stucco che toglieva grazia ed eleganza ad un ‘opera così raffinata.
Il piedistallo, in legno, e il cielo su cui poggia la figura di Gesù, in cartapesta, era completamente dipinto con colori a smalto sintetici. Il tutto era verniciato con una vernice sintetica grigiastra.
COME E’ STATO REALIZZATO IL RESTAURO:
Il primo intervento eseguito è stata la pulitura eseguita con solvente leggero per la vernice sintetica, con dimetilformammide per le ridipinture ad olio e con lo sverniciatore per eliminare il colore a smalto della base. Tutte le stuccature sono state tolte in maniera meccanica con il bisturi. Ripulire le mani dallo stucco e dalle ridipinture che tenevano insieme le dita è stato molto difficoltoso, così come incollare i vari pezzi e renderle stabili e solide.
Per consolidare le parti fragili, in particolare dove la parte gessata e dipinta originale mancava, si è usato il paraloid e si è riempito il tutto con stucco ottenuto con gesso da doratori e colla di coniglio, anche i piccoli fori di tarlo e le lacune sono state stuccate e poi lisciate con carta vetrata finissima e con il bisturi per uniformarle alla superficie. Tutte le stuccature sono state poi colorate con colori a tempera.
La statua è stata poi verniciata con vernice mastice diluita in essenza di trementina purissima. Una volta asciugata la verniciatura è stato fatto il ritocco pittorico con colori a vernice per integrare completamente le parti mancanti con l’originale. La preziosa decorazione in oro del vestito di Gesù è stata ripresa e ravvivata, dove necessario, con tinta oro a cera.
A parte il consolidamento delle parti fragili, tutti gli interventi eseguiti sono reversibili e possono essere rimossi con acqua o solventi leggeri.
La maggiore difficoltà riscontrata Paola Bucci l’ha trovata nell’intervenire su una superficie così fragile e molto mossa, dove è risultato difficoltoso operare con gli strumenti, e la sistemazione delle mani ha richiesto molto tempo e pazienza.
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LUIGI GUACCI E’ L’AUTORE DELLA STATUA RAFFIGURANTE IL SACRO CUORE DI GESU’
Durante i lavori di restauro, togliendo il grosso strato di stucco e smalto dal piedistallo, è stata ritrovata la targhetta metallica originale della fabbrica di Luigi Guacci (Lecce, 1871 –1934).
Luigi Guacci, artista geniale e poliedrico, scultore e cartapestaio, è uno dei più noti nella storia della cartapesta leccese.
Dopo aver imparato l’arte del dipingere sotto la guida dei conterranei Raffaele Maccagnani e Vincenzo Conte, apprende dal neretino Giuseppe De Cupertinis l’arte dell’intaglio, in particolare del legno.
Nel 1888, dopo aver vinto una borsa di studio promossa dall’Amministrazione Provinciale leccese, l’artista si reca a Roma dove frequenta l’Accademia di Belle Arti.
Nella capitale, grazie anche all’assidua frequentazione di valenti e impegnati artisti, perfeziona la tecnica di scultore.
Tornato a Lecce si distingue subito per la propria maestria. Insieme a Antonio Ippazio Bortone e a Eugenio Maccagnani realizza notevoli opere in bronzo, in marmo e in gesso, come il monumento al vescovo Luigi Zola nella Cattedrale, la colonna e la statua dell’Assunta a Trepuzzi, il monumento in onore della Madonna di Montevergine, presso l’omonimo santuario non lontano da Palmariggi e il busto di Giosuè Carducci, oggi nella piazzetta dell’ex convitto Palmieri.
Ben presto diviene uno degli artisti salentini più richiesti dalla committenza, soprattutto da parte di aristocratici e ricchi borghesi.
Nel 1897-98, crea il primo grande stabilimento per la lavorazione della cartapesta e l’esecuzione di opere in legno, marmo e bronzo.
Seguito da molti giovani, il Guacci insegna loro in modo accurato la fabbricazione, la modellatura e la decorazione sia di statue sacre, ché di bambole infrangibili in cartapesta con occhi in pasta vitrea, apprezzate ed esportate in tutto il mondo, dall’Europa alle Americhe.
Le sue opere colpiscono per la perfetta esecuzione dei volti e dei morbidi panneggi delle vesti, per la correttezza ed eleganza delle linee e per l’intensa espressività.
Lo stabilimento di Luigi Guacci, grazie al successo avuto dalle opere dell’artista, diventa famoso in tutto il mondo e viene visitato da illustri personalità della prima metà del novecento, da alti prelati, esponenti di casa Savoia, ministri e gerarchi fascisti.
L’artista partecipa a numerose mostre ed esposizioni vincendo premi, ottenendo vari riconoscimenti e un buon giudizio da parte della critica di quegli anni.
Sempre più stimato ed apprezzato, il Guacci viene insignito nel 1913 dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro, mentre nel 1915 entra a far parte del consiglio di amministrazione della prestigiosa Regia Scuola Artistica Industriale di Lecce.
Nel ’27 a Venezia viene premiato per la produzione seriale delle sue bambole infrangibili.
Stringe amicizia e collabora con altri artisti del tempo, in particolare con Agesilao Flora il quale ne sposa la sorella Anna. Lo stabilimento da lui creato ha operato fin verso la fine degli anni 40.
fonte: www.valerioterragno.it