TEMI E SUGGERIMENTI DAL COMITATO PER CAMPIGLIA
Campiglia Marittima (LI) – Leggiamo insieme quali sono i principali temi, problemi e suggerimenti da parte del Comitato per Campiglia a tutela e valorizzazione del patrimonio storico, culturale e paesaggistico di questo importante borgo della Val di Cornia.
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IL CENTRO STORICO
Fin dalla redazione del Regolamento Urbanistico oggi decaduto, il Comitato ha sollevato il problema della utilità delle schede di rilevazione del patrimonio edilizio del centro storico e non solo. A una precisa osservazione che chiedeva di renderle più dettagliate e con più precise norme di comportamento negli interventi, fu risposto negativamente. Il risultato è stato in alcuni casi la mancanza di attenzione alle sistemazioni delle facciate degli edifici che hanno portato alla demolizione di elementi decorativi, a volte per ragioni di sicurezza, senza neppure prescrivere in questi casi il rilievo preventivo di dettaglio degli elementi decorativi che venivano demoliti, impedendone così il rifacimento. Da qui la necessità di rivedere e aggiornare al pari di un work in progress, tutta la schedatura.
Nel palazzo pretorio nessuno ha provveduto a procedere a quelle manutenzioni ordinarie che portano oggi a vedere le persiane in condizioni pietose, né a sostituire i portoni con altri in ferro e vetro perché diventino una vetrina permanente del paese .
La collezione di minerali dovrebbe essere allestita in una sede permanente e visitabile e dovrebbe essere arricchita di nuove acquisizioni e supportata da una parte didattica sulla storia delle miniere, partendo dal periodo etrusco ad oggi, passando per il periodo medioevale di San Silvestro e quello mediceo. Per una maggiore attrattività dovrebbe essere anche previsto un punto di vendita ben fornito di manufatti legati al tema dei metalli e dei minerali.
I grandi spazi al piano terra di Palazzo Pretorio dovrebbero essere funzionalmente e idealmente collegati alla soprastante mostra permanente del pittore Guarnieri destinandoli a mostre temporanee.
+I punti 3 e 4 sono già stati affrontati e in parte risolti dal nuovo assessore Gianluca Camerini
Fortunatamente pare che dopo anni il Comune abbia dato l’avvio al procedimento di restauro della targa del capitano da Verrazzano del 1503 e al restauro della cisterna alla quale era apposta.
Pare anche che il Comune stia affrontando il problema delle pavimentazioni in lastre nuove di pietra, in non pochi punti fortemente ammalorate e pericolose perché non segnalate o non immediatamente riparate. Questa manutenzione dovrebbe essere estesa anche alla messa in sicurezza di lastre di marmo particolarmente scivolose presenti qua e là nelle pavimentazioni
E’ indispensabile completare una volta per tutte la messa in opera negli spazi pubblici di corrimani, specialmente su scale e percorsi molto ripidi.
È indispensabile realizzare una nuova e coerente cartellonistica illustrativa dei manufatti di interesse, che sostituisca i cartelli esplicativi dei monumenti, oggi di tutte le forme e dimensioni. Alla cartellonistica dovrebbe essere accompagnato uno stampato illustrativo ben studiato nei contenuti e nella grafica e una pagina nel sito del Comune più ricca di informazioni e foto di quanto non si ora e in costante aggiornamento e arricchimento.
È fondamentale ovviare al sottoutilizzo del teatro dei Concordi, esempio unico nella Val di Cornia di architettura teatrale, dell’ex cinema Mannelli, della Rocca e della eccezionale Pieve di San Giovanni. Non è ammissibile che questi spazi restino inutilizzati o sottoutilizzati per mesi e mesi, specialmente nel periodo estivo quando il centro è pieno di visitatori.
VENTURINA TERME
La provvisoria mancata demolizione dell’ex Consorzio Agrario deve essere sancita definitivamente nel nuovo Piano Operativo, così come la conservazione delle scuole Marconi e la tutela delle scuole Altobelli e Carducci per la loro qualità architettonica.
Occorre valorizzare il così detto Mausoleo di Caio Trebazio e la messa in evidenza del tracciato della antica strada romana.
È importante creare un sistema di verde non interrotto da edificazioni che colleghi il verde del Parco Termale con il Parco di Tufaia.
È indispensabile individuare dei confini fisici ed invalicabili del centro urbano chiaramente percepibili che evitino la formazione a macchia d’olio che si è consentita su via dell’Agricoltura.
Occorre rivedere tutta la ZTL, ma in un progetto complessivo di tutto l’asse di via Indipendenza, dall’area COMER all’area CONAD.
Nel nuovo Piano operativo sarà fondamentale progettare il sistema di mobilità lento (ciclabile e pedonale) che permetta non solo di utilizzare meglio e in sicurezza Venturina stessa ma che permetta di raggiungere da una parte il mare e dall’altra il sistema collinare, in un piano organico da redigere con i comuni vicini.
IL TERRITORIO APERTO – PAESAGGIO – IL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO
È bene ricordare che in fase di redazione del Piano strutturale d’area oggi decaduto, fu messo a punto un elaborato che riportava tutti i ritrovamenti archeologici, localizzati con GPS o meno, dei quali si avessero notizie verbali o scritte. In aggiunta a questo in fase di progetto definitivo del Piano, furono messe a punto planimetrie che riportavano però solo le aree archeologiche localizzate con GPS.
In occasione della realizzazione di una pala eolica in località Campiglia Vecchia risultò che l’opera era stata progettata tenendo conto solo di questi ultimi elaborati (che non riportavano qui alcuna preesistenza storica- archeologica) senza prendere in considerazione la tavola generale di conoscenza delle preesistenze redatta in fase di studio preliminare del Piano Strutturale. Questo tipo di comportamento fu nettamente sconfessato dalla Soprintendenza che dichiarò espressamente che il progettista, ma prima di tutto il Comune, doveva attenersi alle indicazioni di ambedue i documenti e comportarsi di conseguenza chiedendo il N.O. della Soprintendenza e facendo dei saggi preliminari sull’are investita dalla pala eolica e sull’area investita dal percorso che permette di raggiungere la pala eolica stessa.
Nella scheda archeologica della Soprintendenza redatta da Mario Menichetti troviamo nel Comune di Campiglia Marittima molte segnalazioni di rinvenimenti a : Monte Rombolo (67.1- 67.2), Castagnino (68), Botro ai marmi (69), Madonna di Fucinaia (70), Casa le Freddanicce (71), Palmentello (74), Monte Pitti (76.1 – 76.29, San Michele (77), Monte Valerio (78), Lumiere (91), Monte Patoni (92), Piano Ulceratico (94), Cafaggio (95.1 – 95.2), Caldana (104.1 – 104.2), Venturina (107), Podere Macchialta (116), Casalappi (117), Bandiera (132), Cento Camerelle e Cavina, Pratino, Citerna, altri tre ritrovamenti in luoghi indeterminati.
Questo elenco insieme alle carte preparate per il Piano Strutturale decaduto e insieme a quanto è emerso in tempi più o meno recenti, fa capire che ci troviamo in un territorio ricco di testimonianze alle quali dovrebbe essere data maggior attenzione.
Il Comitato a suo tempo propose di individuare aree di attenzione là dove erano noti ritrovamenti, e proponeva che chi voleva intervenire con edificazioni o attività agricole particolarmente incidenti sul suolo, dovesse fare dei saggi preventivi per evitare la perdita di testimonianze. Certo a questo maggior carico per i proprietari ed imprenditori doveva fare da contrappeso tutta una serie di facilitazione a livello di procedure e di eventuali contributi.
Il nostro territorio è il risultato di innumerevoli trasformazioni effettuate dall’uomo fin da epoche lontane che hanno creato i paesaggi che fanno parte del patrimonio culturale delle comunità. Questi paesaggi fatti di segni al suolo (fossi, canali, percorsi), di manufatti (case coloniche, unità poderali) segni verticali (sistema delle alberature a funzione di frangivento e/o produttive) non sono mai stati ingessati, né potrebbero esserlo oggi. È indispensabile però che nelle inevitabili trasformazioni che avverranno nel tempo, ci sia la coscienza del livello di cambiamento del paesaggio che riteniamo accettabile in modo da controllare e gestire queste trasformazioni in base anche alle invarianti definite dal Piano paesaggistico. Da qui la necessità di rivedere le norme dell’attuale e decaduto Regolamento Urbanistico che per gli interventi nel territorio aperto prevede una massa enorme di norme gestionali con però scarsa attenzione alla tutela e progettazione del paesaggio
Fin dal 2007, dopo la denuncia sulla stampa del tentativo di far passare una lottizzazione di seconde case per struttura alberghiera (RTA a Fonte di Sotto) l’allora Ministro Rutelli si espresse sulla necessità e volontà di tutelare l’area di Campiglia con un vincolo paesaggistico. Da quel momento per anni il Comitato ha sollecitato Comune e Soprintendenze a provvedere. Queste ultime con la Direzione Generale nel 2010 dichiararono l’avvio e messa a punto di quanto necessario per la formulazione del vincolo stesso. Da allora sono passati nove anni e nulla è successo, se non un simpatico scaricabarile nel quale il Comune rimandava alle Soprintendenze, queste alla Direzione Generale e questa a Roma.
PARCO DI SAN SILVESTRO – ETRUSCAN MINES – LE CAVE
Se è vero che nei Comuni della Val di Cornia si è sempre sfruttato il sottosuolo, coltivando fino dalla più remota antichità miniere, è invece falso pensare che le cave siano un fenomeno antico. A parte alcune piccole cave di materiali decorativi, le attuali cave di inerti risalgono a dopo la crisi mineraria del territorio cioè agli anni ’70 del ‘900 con l’esclusione della cava di san Carlo coeva all’impianto della SOLVAY e la Cava di Monte Calvi che però era a servizio solo delle acciaierie di Piombino.
Questo fenomeno ha portato a modifiche massicce del paesaggio che si sono verificate essenzialmente negli ultimi cinquanta anni. L’attività estrattiva di inerti ha avuto un ruolo importantissimo nell’economia di un territorio che era ai margini dei centri produttivi e politici, ma oggi che l’edilizia è in una vera crisi strutturale e le acciaierie sono sparite, occorre prendere atto che l’occupazione nelle cave rappresenta numericamente una minoranza rispetto ad altre attività che si sono sviluppate con l’aumento delle infrastrutture, lo sviluppo turistico, le facilità di comunicazione e il ruolo dell’agricoltura di qualità. Insieme a questo va preso atto che le ferite che le cave provocano al territorio sono anche causa di un freno allo sviluppo di queste nuove economie. Lo sviluppo turistico è ostacolato dallo spettacolo desolante delle montagne, la cava di Monte Calvi impedisce uno sviluppo del Parco di San Silvestro, che invece richiama sempre più persone, le aree protette (S.I.C. – S.I.R. – ) con potenzialità turistiche culturali importanti sono minacciate dalla presenza e sviluppo delle cave che rappresentano per altro un settore economico che non produce indotto.
Aree archeologiche su Monte Calvi e Monte Valerio sono state distrutte in tutto o in parte dall’attività di cava, il complesso delle Etruscan Mines viene lasciato in abbandono benché esempio importante di archeologia industriale e, se recuperato, importante richiamo turistico.
Di fatto ci troviamo di fronte a due schieramenti economici e politici; uno vorrebbe tutelare l’interesse di pochi facendo sì che la Val di Cornia diventi polo toscano degli inerti e polo di deposito e trattamento di rifiuti speciali, l’ altro che vede il futuro della Val di Cornia nel potenziamento del suo patrimonio culturale, turistico, paesaggistico e agricolo attraverso il rifiuto del modello preferito dai soliti noti e dalla Regione Toscana. A questa dicotomia si aggiunge la posizione ambigua dei comuni della Val di Cornia che preferiscono la politica di Ponzio Pilato oppure quella di dichiarare l’attività di cava attività residuale (Campiglia Marittima), dichiarare la volontà di interrompere questa attività salvo poi accettarne la prosecuzione con proroghe e nessuna posizione contraria all’ampliamento dei volumi da scavare nel Piano Regionale Cave (Campiglia Marittima). Oppure ancora costruire un Piano Strutturale basato sul concetto di economia circolare e tutela del paesaggio e ambiente, per poi non cercare nelle sedi istituzionali e nei documenti di contributo al PRC di impedire il mantenimento e l’espansione delle attività estrattive, né pretendere ad alta voce la politica dell’uso dei materiali riciclabili, né opponendosi al progetto di Val di Cornia = polo dei rifiuti pericolosi.
LA STAZIONE – LA LOTTIZZAZIONE ALLE LAVORIERE
Il Comune di Campiglia ha brillato negli ultimi 25 anni per avere messo a punto previsioni urbanistiche e varianti continue che hanno dato vita ad alcuni esemplari di scempi, in alcuni casi mai nati, in altri abortiti e in altri ancora, realizzati ad un punto tale da impedire per sempre una tutela o riqualificazione del paesaggio.
Si può partire dalla realizzazione a Campiglia nuova di abitazioni al posto di aree destinate a verde pubblico e ad edifici pubblici, per arrivare alla cancellazione della previsione di verde pubblico a La Fonte di Sotto per la edificazione di una RTA fasulla che, se realizzata, avrebbe distrutto mq. 25.000 di verde agricolo con casette, strade, parcheggi e giardinetti destinati a diventare seconde case e restare vuote per quasi tutto l’anno.
Poi si può citare la lottizzazione alle Lavoriere che ha comportato la realizzazione di strade inutili per servire lotti di terreno mai edificati destinati al trattamento degli inerti da parte di ditte che non esistono più o hanno risolto i loro problemi di localizzazione da anni. Unico edificio realizzato: un impianto di miscelazione di calcestruzzi, mentre quasi sette ettari di terreni agricoli sono stati comunque compromessi.
A questa previsione che nel nuovo Piano strutturale dovrà assolutamente scomparire, si può aggiungere tutta l’espansione lungo via dell’Agricoltura dove è stato realizzato il CONAD, il Centro Casa BUCCIANTINI, un distributore, e dove è stata degradata una grande area per realizzare magazzini dei quali non esiste alcuna richiesta né necessità per cui l’area si è trasformata in un deposito a cielo aperto di mezzi, baracche e materiali edili.
Poi, nell’ambito del non realizzato o quasi, si può ricordare la mega lottizzazione dei Laghetti di Tufaia, di cui partirà (?) solo il recupero dell’area ex COMER che comunque metterà in crisi il collegamento tra il verde del così detto Parco Termale e i laghetti di Tufaia.
Sempre nell’ambito del non realizzato e da fermare per sempre vi è la prevista demolizione del Consorzio Agrario. In conclusione si tratterà nel nuovo Piano Strutturale e piano operativo, cancellare del tutto le previsioni edificatorie a Fonte di Sotto e destinarlo a verde agricolo panoramico, cancellare le previsioni edificatorie alle Lavoriere riportando i terreni non edificati a funzioni agricole e di recupero paesaggistico, cancellare la previsione di demolizione del Consorzio Agrario, cancellare le previsioni di espansioni edilizie a Laghetti di Tufaia, ridurre drasticamente le previsioni edificatorie alla Stazione e risanare le aree abbandonate ma compromesse con realizzazione di aree con piante al alto fusto (pioppete o altro), progettare i confini di Venturina Terme con destinazioni e interventi di verde invalicabili.
MADONNA DI FUCINAIA – CAMPIGLIA VECCHIA
A Madonna di Fucinaia sono localizzate due aree archeologiche, una delle quali è scavata e visitabile (forni fusori etruschi) anche se in condizioni di degrado, mentre l’altra posta al di là della strada è totalmente inesplorata e solo sommariamente segnalata da un’ area approssimativamente perimetrata sulla carta e sottoposta a vincolo. Tutta l’area è occupata da deposi di materiali edili in parte dismessi, da residui di strutture in c.a. ricordo di una teleferica per trasporto di materiale, e da un deposito di materiali e macchinari di una ditta edile. Alle spalle di quest’ultima vi è un fabbricato in parte restaurato da non molti anni, che con un forno a sezione circolare rappresenta quello che resta delle riprese di attività mineraria nel ‘500. L’insieme di queste aree dà un netto senso di incuria e di disinteresse.
È allora indispensabile che nella redazione del nuovo Piano Strutturale e del nuovo Piano Operativo, si preveda lo sgombero dell’area da questi depositi impropri in attesa di un piano di ricerca e di valorizzazione archeologica e monumentale di tutta l’area che di fatto si configura come uno dei biglietti da visita del paese antico. Sarebbe auspicabile anche un minimo di manutenzione accompagnata da un cartello esplicativo della piccola area recintata e dotata di cancello lungo la via di San Vincenzo, dove sono avvenuti ritrovamenti del periodo paleolitico fine ciclo del musteriano.
L’altra area di Campiglia Vecchia è invece ben poco conosciuta se non dagli studiosi locali e da qualche raccoglitore clandestino di reperti. Di fatto è l’area di un insediamento dell’età del rame e bronzo (salvo errori) poco studiato e tanto negletto da far sì che il Comune non verificasse neppure, al momento della presentazione del progetto di una pala eolica da realizzare, la segnalazione del sito tra quelli evidenziati nelle tavole conoscitive redatte per l’avvio del Piano Strutturale oggi decaduto. Tutto è passato abbastanza sotto silenzio anche se in una lettera la Soprintendenza dichiarava di non avere avuto alcuna notizia e che di conseguenza la pala andava rimossa. Visto che oggi siamo quasi certi che il rame dell’ascia di Oetzi (uomo di Similaun) sia stata realizzata con rame del Campigliese, sarebbe corretto che il Comune sollecitasse la Soprintendenza ad approfondire l’argomento e fare dei saggi che permettessero di individuare consistenza ed estensione dell’area di interesse dell’insediamento in modo da apporre un vincolo ed evitare altri interventi distruttivi come la pala e il tracciato fatto per installare la pala. Il Comune potrebbe anche provare a coinvolgere il proprietario per riuscire a scavarne una parte.
LE SOPRINTENDENZE E LE ISTITUZIONI
Il Comitato per Campiglia in tutti questi anni ha sempre ritenuto compito delle Soprintendenze lo studio, la tutela e la promozione del patrimonio archeologico, e dei beni architettonici, paesaggio e patrimonio storico ed etnologico (BAPSAE). In questa convinzione le richieste di apposizione di vincoli paesaggistici, di revisione dei provvedimenti di tutela di beni e aree di interesse archeologico, di vigilanza e manutenzione, sono sempre state indirizzate alle Soprintendenze e alla Direzione generale. Se questa ha risposto alle nostre segnalazioni sollecitando le Soprintendenze Archeologiche e BAPSAE, queste si sono nella maggior parte dei casi dimostrate estremamente assenti, disinteressate a dare risposte salvo un brevissimo arco di tempo in cui il dott. Tondo della Soprintendenza Archeologica di Firenze, si interessò dei problemi del nostro territorio senza però avere alcuna risposta a sua volta da dirigenti e colleghi.
Da questo deriva l’annosa assenza di azioni delle Soprintendenze sull’apposizione o revisione di vincoli sull’area ed edifici e loro manutenzione della Etruscan Mines (pur in presenza di studi approfonditi da parte di Alessandro Casini, Elisa Carli ed altri), sull’area archeologica di Campiglia Vecchia, sull’area de La Fonte di Sotto , sulle aree in cui operano la S.A.L.E.S. e “Cave di Campiglia”, su Campiglia Vecchia dove la Pala Eolica inserita in un contesto di noto interesse archeologico viene considerata dalla Soprintendenza di Pisa e Livorno abusiva e da rimuovere, sulle aree di Madonna di Fucinaia, sulle aree di Casa Capattoli (materiali di fusione etrusca), Botro ai Marmi (Giacimento stratificato del Paleolitico, fine del ciclo Musteriano, Rocca di San Silvestro, Valle dei Manienti, Temperino, villa Lanzi.
Se a questo si accompagna il totale disinteresse delle amministrazioni passate che non ci risulta avere neppure coinvolto il circolo archeologico di Piombino o altri studiosi locali, si può dire senza paura di smentite che questo territorio è stato dimenticato da tutte le istituzioni pubbliche e per mancanza di fondi e per ignoranza e per ignavia e in conclusione per avere dimenticato l’art. 9 della Costituzione : “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Campiglia Marittima