POTENTI: IVA AL 22% SULLE AUTOSCUOLE, COLPO DURISSIMO PER AZIENDE E CLIENTI
Dal 3 settembre imposta al 22% non soltanto per i corsi futuri nelle autoscuole italiane, ma anche per quelli fatti a partire dal 2014. La fine dell’esenzione dell’Iva rischia davvero di mettere una vera e propria “pietra tombale” sulle autoscuole italiane, perchè per quelle familiari pagare 5 anni di arretrati potrebbe significare realmente il fallimento dell’azienda.
L’Iva, insomma, deve essere pagata come sentenziato dalla risoluzione 79 dell’Agenzia delle Entrate del 2 settembre 2019 che accoglie il principio di una sentenza della Corte di Giustizia europea del 14 marzo di quest’anno – originata da un provvedimento avviato in Germania – che nega che l’insegnamento delle autoscuole abbia gli stessi requisiti di scuole o università.
A partire dal 3 settembre 2019 quindi tutti dovranno pagare sul prezzo della patente di guida l’imposta al 22 per cento e anche nella nostra provincia, specie all’Isola d’Elba, c’è una situazione di vero e proprio allarme, come si può leggere nella nota inviata dall’onorevole Manfredi Potenti (Lega) che riportiamo integralmente qui sotto.
«Esprimo il pieno sostegno alle scuole guida italiane: come Lega – commenta Potenti – cercheremo di perseguire le iniziative possibili per scongiurare e/o limitare gli effetti nefasti derivanti dall’ applicazione retroattiva dell’assoggettamento ad IVA di tutte le operazioni compiute dal 2014 ad oggi.
Le scuole guida dell’ Isola d’ Elba ci hanno trasmesso la nota nazionale diffusa dalla categoria con cui si segnala come a seguito della recente sentenza della Corte di Giustizia UE del 14/03/2019 si consolidi quell’orientamento per cui si nega ai servizi di insegnamento delle autoscuole l’esistenza dei requisiti didattici propri di scuole od università, escludendo, appunto, il non assoggettamento ad Iva al 22%.
Un colpo durissimo anche per i consumatori finali e che vedrebbe costrette le autoscuole a farsi diligenti sostituti d’imposta, e quindi debitori verso lo Stato, anche per prestazioni datate nel tempo, con crediti verso tutti i clienti derivanti maggiore imposta da recuperare. Non ultimo e per il futuro vi è l’ inevitabile problema del rincaro di tutte le prestazioni già rese.
Un problema quello della retroattività in materia fiscale non ancora eradicato – conclude Manfredi Potenti – e che trova qui la sua causa in un pronunciamento giudiziario comunitario».