PIOMBINO: AVVIATO PROCEDIMENTO DISCIPLINARE PER POLIZIOTTO MOTO D’ACQUA
Piombino (LI) – Dopo il fascicolo aperto dalla magistratura sul caso del giro del figlio di Matteo Salvini sulla moto d’acqua della polizia, è partito il procedimento disciplinare nei confronti dell’agente che lo ha fatto salire sul mezzo.
Il poliziotto in servizio alla Polmare di Piombino sarebbe stato convocato dal Questore in quanto sembra sia arrivata una missiva dal Ministero che chiederebbe una “Punizione esemplare” per il suo atteggiamento, opinione che sembra appoggiata ed avvallata anche dal vicario di Livorno.
Dopo l’apertura di un fascicolo da parte della procura di Ravenna quindi (pare comunque escluso al 100% il coinvolgimento del segretario della Lega per peculato), il dipartimento di polizia competente per territorio avrebbe avviato questo procedimento disciplinare nei confronti dell’agente che ha fatto salire Salvini Jr. sul mezzo. Al momento non sarebbe ancora stata fatta alcuna proposta di sanzione, contro la quale il poliziotto può comunque presentare ricorso entro 10 giorni. Le sanzioni disciplinari al proprio personale ai sensi del D.P.R. 737/1981 vanno dal richiamo orale alla pena pecuniaria, fino alla destituzione nei casi più gravi.
“È passato poco più di un mese dalla vicenda del figlio di Salvini in giro sulla moto d’acqua della Polizia. E probabilmente l’ex Ministro è salvo e pulito “errore da papà” disse, mentre il poliziotto della squadra nautica del commissariato di Piombino riceverà un provvedimento disciplinare e una sanzione“. Lo scrive su Facebook Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana.
“Salvini da ministro – prosegue il parlamentare di Leu – avrebbe dovuto togliere pruriti al figlio con quattro parole ben assestate e avrebbe dovuto togliere un rappresentante delle forze dell’ordine dall’imbarazzo di rispondere ai capricci del figlio del ministro. Punto e basta”.
I fatti risalgono alla fine di luglio, quando un giornalista aveva ripreso la scena con una telecamerina. Ne era nato un polverone mediatico a cui il Salvini aveva risposto parlando di “errore da papà”. Ma la vicenda non si era chiusa lì. Il capo della polizia, Franco Gabrielli, aveva garantito “tutte le valutazioni del caso sotto il profilo penale e disciplinare”.