PRESENTATO IL 1° RAPPORTO SU EMISSIONI SERRA NEI PORTI DI PIOMBINO E LIVORNO
Piombino (LI) – L’Autorità di Sistema Portuale ha presentato il 1° Rapporto sul Carbon Footprint dedicato ai porti di Piombino e Livorno presso la Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno come contributo utile ai fini della redazione del Piano Ambientale ed Energico di Sistema a cui la Port Authority guidata da Stefano Corsini sta lavorando. Il “Carbon Footprint” è il parametro che viene utilizzato per stimare le emissioni di gas serra causate da un prodotto, un servizio, un’organizzazione, un evento o un individuo espresse in tonnellate di CO2 equivalente.
Per quanto riguarda il porto di Piombino, si apprende, nel periodo temporale di riferimento sono arrivate oltre 12.700 navi, l’85% delle quali appartengono alla categoria Ro/Ro e Ro/Ro-Pax. Complessivamente i tempi di attività di tutte le navi oggetto di studio sono stati pari a 41000 ore (di cui 38000 ore di sosta). Nello scalo piombinese, le emissioni prodotte dalle attività connesse ai trasporti marittimi sono state pari a 14.000 tonnellate. L’anidride carbonica rappresenta oltre il 96% di tutti gli inquinanti nel porto.
Circa il 74% di tutta la CO2 è stata prodotta direttamente dalle navi durante i movimenti portuali (10440 tonnellate), il 24% deriva dalle attività industriali svolte nelle aree portuali, mentre il restante 2% è composto da emissioni indirette derivanti dal consumo di energia elettrica prodotta da aree esterne a quelle portuali.
La fotografia scattata dall’AdSP e, in particolare, dalla Direzione Sviluppo, Programmi Europei e Innovazione dell’Ente, vuole essere un contributo utile ai fini della redazione del Piano Ambientale ed Energetico di Sistema su cui l’Autorità Portuale sta lavorando.
Ovviamente passare dalla misurazione del problema alla sua risoluzione è la parte più difficile. Aver individuato gli obiettivi non significa quindi poi essere in grado di realizzarli, si aggiunge nel rapporto, nel quale viene spiegato che le opzioni disponibili per la decarbonizzazione restano ad oggi tutte sul tavolo e hanno un profondo impatto sul sistema economico e produttivo considerando che richiedono investimenti di lungo periodo per la sostituzione o l’adeguamento dei macchinari o dei mezzi impiegati, e comporta soprattutto la necessità di conoscere i processi in ogni dettaglio per poterli riorganizzare in termini ambientalmente sostenibili.