DIFFIDA RIMATERIA: COMITATO, “NON E’ STATO MESSO A POSTO NIENTE”
Piombino (LI) – Nei giorni scorsi è arrivata una nuova diffida all’azienda Rimateria, gestore della discarica di rifiuti non pericolosi a Ischia di Crociano. Nel decreto dirigenziale numero 15306 del 19 settembre 2019 si leggono una serie di inadempienze, riscontrate a seguito del sopralluogo di Arpat, alle quali la società deve rispondere entro 15 giorni. Nel CDA di martedì scorso inoltre è stata formalizzazione la nomina di Pellati alla guida di Rimateria.
In questo lasso di tempo Rimateria quindi deve concludere i lavori di livellamento della parte sommitale del Settore A, la vecchia discarica Asiu e cessare qualsiasi conferimento in quel settore; utilizzare i volumi dei Settori B e C quelli del cono rovescio, per il conferimento dei rifiuti provenienti dalla trivellazione dei pozzi di aspirazione del biogas; realizzare la copertura giornaliera e temporanea delle superfici del Settore A, in attesa della successiva realizzazione delle coperture definitive; installare le centraline per l’effettuazione del monitoraggio della qualità dell’aria relativamente ai gas metano e acido solfidrico e avviare il monitoraggio; adeguare la procedura aziendale relativa alla manutenzione periodica di valvole, pompe, compressori e flange finalizzata alla individuazione e riparazione delle perdite, al nuovo assetto della rete di captazione.
Nella replica dell’azienda si legge che “In merito alla diffida della Regione Toscana, Rimateria comunica che i ritardi nell’adempimento alle prescrizioni sono dovuti sostanzialmente al blocco delle attività che questa estate ha riguardato la società in relazione alla vicenda del rinnovo della fideiussione. Oltretutto Rimateria ha potuto riprendere il lavoro soltanto nella settimana a ridosso di ferragosto quando, come è comprensibile, le imprese incaricate degli appalti sono in ferie. La verifica compiuta da Arpat, dalla quale ha avuto origine il provvedimento regionale, risale al 27 agosto. Attualmente tutte le attività relative alle questioni indicate dalla Regione sono in corso; tra esse ricordiamo la trivellazione dei pozzi che, man mano che procede, permette di ripristinare il piano di cappello della discarica e, quindi, le varie coperture. Per quanto riguarda le due centraline di monitoraggio, gli organi di controllo hanno già ricevuto il protocollo tecnico concordato in questi mesi. Si ricorda che, insieme ai soggetti pubblici, è stato stabilito di piazzare le stazioni di rilevamento in zone esterne alla proprietà di Rimateria e che sono in corso le procedure per avere la disponibilità e le autorizzazioni di tali spazi, con tempi e modalità che non dipendono dall’azienda”.
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LA NOTA DEL COMITATO SALUTE PUBBLICA DI PIOMBINO SULLA VICENDA
Dopo l’ispezione che i tecnici regionali hanno effettuato nella discarica RiMateria nel mese di Agosto, ecco arrivare l’ennesima diffida (il 19/09/2019) a denunciare la cattiva conduzione della discarica e a certificare che i “disagi olfattivi” che rendono da anni la vita impossibile ai Piombinesi non sono dovuti solo ai ritardi nella costruzione dei pozzi di estrazione del biogas o al malfunzionamento di alcuni di essi o dell’impianto che lo tratta, ma sono il risultato di un grande numero di gravi inadempienze. Ne elenchiamo alcune:
– “il fronte di scarico del settore A della discarica (vecchia ASIU) risulta coperto in maniera sommaria, con parte dei rifiuti a vista”;
– “le parti del fronte di coltivazione, non utilizzate per due settimane consecutive”, non sono dotate (come invece dovrebbero) di “copertura temporanea da realizzare con spessori idonei di terra o sistemi sintetici”;
– “il gestore mantiene attiva, in maniera ingiustificata, un’area di conferimento nel settore A”. Cosa vuol dire? Che continuano mettere rifiuti e quindi a rialzare la vecchia discarica ASIU pur avendo questa raggiunto i volumi e l’altezza massima consentita? Questo sarebbe un fatto inaccettabile e di enorme gravità perché dimostrerebbe la sfacciataggine con cui si viene meno alle disposizioni date;
– il gestore “non ha rispettato il termine del 31 marzo 2019, per la presentazione della proposta tecnica contenente i tempi di conclusione della copertura della discarica e le modalità di gestione delle acque meteoriche”. Quindi non solo non l’hanno realizzata, ma neanche dicono quando realizzeranno la copertura (indispensabile per ridurre il percolato e la fuoruscita del biogas, responsabile dei cattivi odori e non solo), copertura che può essere fatta solo dopo aver terminato le opere idrauliche per raccogliere l’acqua piovana, che ad oggi continua a infiltrarsi in discarica;
– ARPAT ha segnalato anche l’inottemperanza ad alcune delle prescrizioni relative alla “riattivazione del sistema di aspirazione aria proveniente dai capannoni e riattivazione sistema di mitigazione delle emissioni odorigene eventualmente prodotte”; quindi nei capannoni usati per depositare i rifiuti da analizzare non è presente un efficiente sistema di aspirazione dell’aria, così da questi capannoni fuoriescono miasmi che vanno a danneggiare anche gli operai che vi devono lavorare;
– “mancato invio da parte del gestore ad ARPAT, ASL e Comune di Piombino del documento tecnico sulle modalità di svolgimento del monitoraggio della qualità dell’aria e la mancata installazione delle centraline per l’effettuazione di tale monitoraggio”. Quindi niente centraline di monitoraggio dell’aria e nessuna spiegazione di come saranno effettuati i controlli.
La Regione dunque conclude che “relativamente allo stato dei conferimenti nel modulo A della discarica e allo stato attuale delle coperture, la gestione della discarica risulta a oggi condotta in maniera non adeguata alle norme tecniche di riferimento e difformemente a quanto autorizzato” e diffida RiMateria a mettere in atto entro e non oltre il termine massimo di 15 giorni tutte le azioni minime necessarie a eliminare almeno in parte le inosservanze rilevate.
Alcune di queste prescrizioni sono inattuate da 10 anni! Alcune sono talmente gravi da aver provocato un sequestro con interruzione dei conferimenti: ricordiamo che il dissequestro fu concesso, su pressione dei Comuni della Val di Cornia, solo per rendere possibile la messa a norma.
Questa ennesima diffida dimostra che in realtà non è stato messo a norma proprio niente, che i soldi incassati grazie alla ripresa dei conferimenti sono serviti ad altro e che le regole continuano ad essere non rispettate.
Il Comitato Salute Pubblica continua a sostenere che questa discarica debba essere chiusa e messa in sicurezza: avrebbe già dovuto esserlo quando ASIU, terminati i volumi autorizzati, dimostrò di essere fallita sia dal punto di vista finanziario che impiantistico. Passata la gestione dei rifiuti urbani a Grosseto, i lavoratori avrebbero potuto tranquillamente passare a Sei Toscana.
RiMateria è il progetto fallimentare inventato per cercare di coprire gli enormi errori fatti dagli amministratori di ASIU: si è raccontato alla città che la discarica sarebbe servita ad accogliere il materiale non riciclabile tratto dalle bonifiche e i rifiuti industriali delle acciaierie, quando invece non si fa che importare rifiuti speciali da tutta Italia e per di più continuando a lavorare fuori norma.
Quando anche RiMateria si è trovata sull’orlo del fallimento, invece di ammettere il disastro qualcuno ha preferito inventare un’altra storia: un nuovo progetto che prevede addirittura il raddoppio dei volumi della discarica, dove soltanto i privati faranno profitti mentre i cittadini continueranno a subire disagi sempre maggiori e l’ambiente ad essere devastato.
Consentire l’esistenza di una discarica fuori norma in un’area delicata come quella di Ischia di Crociano è già stato assurdo, prevederne il raddoppio è a nostro avviso un vero e proprio crimine contro la salute dei cittadini e contro l’ambiente.
Per questo il CSP chiede alla nuova Amministrazione e a tutte le forze politiche di trovare il coraggio di fare i passi necessari per chiudere questa discarica, a costo di passare da un Commissariamento: è un atto dovuto alla città, un atto di grande responsabilità volto ad impedire che vengano portati all’interno del nostro SIN rifiuti speciali provenienti da tutta Italia, intenzione già dichiarata dai soci privati nell’ultima assemblea dei soci.
Nessuno, a parte noi, ha ovviamente interesse a divulgare la notizia, ma sappiate che i soci privati lo hanno preteso come clausola per approvare il disastroso bilancio 2018 di RiMateria. E i soci di parte pubblica (i Comuni) lo hanno accettato.
Il Comitato di Salute Pubblica continuerà a farsi promotore di tutte le azioni necessarie a fermare questa mostruosità: sabato scorso ci sono state le elezioni per il rinnovo del direttivo, atto dovuto stabilito dallo Statuto. Cogliamo l’occasione per informarvi che il nuovo direttivo ha fra i suoi obiettivi primari quello di rivedere lo Statuto per consentire agli iscritti e alla cittadinanza di avere un peso sempre maggiore, dando avvio a diversi gruppi di studio e di lavoro, per l’individuazione della linea da seguire per questa e per tutte le altre battaglie che ci auguriamo di portare avanti in difesa del nostro territorio e del diritto alla salute e al benessere di tutti i suoi abitanti.
Sarà a breve convocata un’Assemblea di tutti gli iscritti per discutere insieme le nuove forme di lotta e i cambiamenti organizzativi da apportare.
Comitato Salute Piombino