RIMATERIA E LE ELEZIONI IN TOSCANA: BOTTA E RISPOSTA TRA ROSSI E FERRARI
Piombino (LI) – Anche se il PD non lo dice, chiaramente anche la vicenda Rimateria si inserisce nel filone dello scontro in atto per le prossime regionali che si terranno a maggio 2020 in Toscana. E lo fa con una serie di “sgarbi istituzionali” da parte prima dei sindaci di San VIncenzo e Campiglia (con le critiche alla moglie del Sindaco di Piombino e all’utilizzo della fascia tricolore da parte di quello di Suvereto durante la protesta davanti al palazzo della Regione a Firenze) e oggi perfino da parte del Presidente Rossi, che davvero hanno pochi precedenti fino ad oggi. Vediamoli insieme.
Per prima cosa, analizzando le poche informazioni contenute nell’unico articolo che annuncia che la VIA è stata data a Rimateria, seppur con prescrizioni, probabilmente (parliamo comunque di indiscrezioni di stampa per un atto non ancora pubblicato) i piombinesi da lunedì potranno stare più tranquilli.
Inoltre Enrico Rossi sulla stampa di oggi (Il Tirreno Piombino pagina 13) , annunciando questa novità, seppur con prescrizioni, non perde occasione per puntare il dito sul nuovo sindaco dicendo:
«Il sindaco Ferrari strilla perché gli abbiamo tolto la coperta di pezza con cui ha costruito le sue fortune e il suo consenso. Mentre noi avviamo la messa in sicurezza del sito e impediamo che arrivino rifiuti organici lui parla senza leggere le carte. Se avesse davvero voluto impedire l’ampliamento avrebbe potuto chiedere al presidente della società Rimateria, che è da lui indicato, di rinunciare alla richiesta di ampliamento»
La risposta per Ferrari, che già aveva mal digerito di non essere stato informato a livello istituzionale prima delle indiscrezioni di stampa, replica specificando:
«Che il presidente Rossi non ascolti le mie di strilla, se crede, ma non potrà ignorare ancora a lungo quelle dei cittadini di Piombino e di tutto il territorio. Piombino la discarica non la vuole, questo è stato già chiarito in molte sedi, anche sotto quella della Regione Toscana ma evidentemente Enrico Rossi sente solo le voci che vuole ascoltare.
Il presidente si nasconde dietro alle bonifiche del sito e alla messa in sicurezza della discarica per autorizzare un progetto che mette in ginocchio il territorio. Come possiamo fidarci delle prescrizioni che dice essere state imposte, visto tutto ciò che negli anni ha urlato in piazza salvo poi rientrare nel suo palazzo e tacere senza applicare nulla di quanto promesso?
Ma facciamo un passo indietro: lasciando perdere i vari disastri (sanità docet) e interessandosi della sola Piombino il nostro governatore è stato onnipresente. Sul porto, sulla fabbrica, sulle bonifiche ha sempre impartito ordini, forte delle autonomine a commissario. Perché, ricordiamolo, è stato commissario straordinario al porto nonché per la messa in sicurezza di Poggio ai venti, quella discarica chiusa per cui, in cinque anni, nulla è stato fatto. Fortunatamente, si è fatto carico del problema delle acciaierie, rassicurando nel 2014 che Piombino avrebbe ripreso a “colare acciaio”, pena le sue dimissioni. Poiché lui è sempre lì, deduco di essere poco informato sul funzionamento di quel vecchio altoforno che sapevo chiuso da anni. Il problema di fondo però non è il protagonismo o la bulimia di ruoli e cariche, bensì la superficialità. Mi accusa di non aver fatto ritirare il progetto di raddoppio dal presidente di RIMateria e in questa affermazione si racchiude tutta la sua ignoranza sulla vicenda: forse gli sfugge che è stato il suo stesso partito a privatizzare RIMateria impedendo di fatto che la parte pubblica potesse incidere sulle decisioni che riguardano il territorio.
Certamente Rossi non ha neppure letto lo statuto di RIMateria, dove si afferma che le decisioni (compreso il cambio del piano industriale o quello che lui definisce il ritiro del progetto) si assumono a maggioranza semplice (il 50,1%) e, grazie a queste scelte così lungimiranti, il pubblico oggi ha solo il 27,75% e dunque non può fare niente di quello che bizzarramente dice il nostro governatore.
Mi dice che parlo senza leggere le carte e, purtroppo, ha ragione visto che la Regione non ha notificato la propria decisione al Comune di Piombino. Lui, ovviamente, già conosce la decisione del nucleo tecnico e la sfrutta per un vantaggio politico. Prima o poi, anche io avrò modo di visionare le carte e allora potremo parlare del merito. La cosa forse più drammatica è la conferma che il governatore continua a difendere le scelte scellerate del suo partito passando ancora una volta sulla pelle di quei concittadini che noi abbiamo ascoltato e voluto proteggere. Il grande consenso che hanno voluto esprimere nei miei confronti nasce infatti dalla convinzione che la mia amministrazione, a differenza di quella regionale, tenga alla vita di questa comunità».
Anche il Coordinamento Forza Italia, Piombino-Val di Cornia analizza le parole di Rossi:
«Lo scomposto e becero attacco del presidente della Regione Enrico Rossi contro il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, accusato di “strillare” perché la Regione gli “avrebbe tolto la coperta di pezza su cui avrebbe costruito le proprie fortune” è di una gravità inaudita ed è la dimostrazione di come l’acredine e la parzialità politica, anche da chi rappresenta le istituzioni, abbia raggiunto livelli veramente preoccupanti. L’attacco di Rossi non può essere interpretato semplicisticamente come un attacco al politico Francesco Ferrari, ma all’intera comunità che il sindaco rappresenta, nella sua alta figura istituzionale di primo cittadino di Piombino.
È un attacco indegno all’intera città e potrebbe creare un serio vulnus tra le due istituzioni, anche in considerazione dell’importanza che riveste la politica regionale sul governo dei singoli territori. In casi come questi, sarebbe più che legittima la richiesta di dimissioni del presidente Rossi. Ma noi ci limitiamo ad attendere, con trepidazione, l’arrivo della primavera prossima che vedrà finalmente conclusa l’esperienza di Enrico Rossi alla guida della Regione, sperando in nuovo presidente che, a prescindere dalla propria appartenenza politica, presenti una maggiore educazione ed un più alto profilo istituzionale».
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