RIMATERIA: LA REGIONE RIAPRE LA DISCARICA CON SOLO IL CRONOPROGRAMMA
Piombino (LI) – La Regione Toscana ha revocato alla società RIMateria, in qualità di gestore della discarica sita in loc. Ischia di Crociano in Comune di Piombino, la sospensione dei conferimenti che aveva deciso col decreto n. 18561 del 15 novembre 2019 e sua successiva proroga.
Ha aggiornato con lo stesso atto l’Autorizzazione Integrata Ambientale approvata con Decreto Dirigenziale n. 5688 del 12 aprile 2019, relativamente al cronoprogramma di riferimento per la programmazione delle opere di chiusura, con la specificazione che i nuovi termini indicati sono da considerasi perentori, senza la possibilità di proroghe, fatte salve eventuali cause di forza maggiore.
Nell’ordinanza estremamente dettagliata della Regione si fa riferimento alla captazione e trattamento del biogas tramite le centraline apposite. Entro il 10 luglio del 2020 dovrà essere fatto un rapporto su come sta andando l’operazione. Si parla poi di desolforazione: entro il il prossimo aprile il nuovo impianto di desolforazione dovrà essere installato, e nella relazione annuale del 2020 (in aprile) Rimateria dovrà comunicare alla Regione quanto sia efficace un secondo impianto per l’eliminazione dei gas e quindi dei cattivi odori che deve essere installato.Per il monitoraggio dell’aria le scadenze sono ravvicinate, perché entro febbraio dovrà essere presentata la prima relazione trimestrale dei monitoraggi e le valutazioni di Arpat che sovrintende a tutti i rilievi sulle attività impattanti della discarica.
Entro ottobre dovranno essere installate le centraline di rilevamento fisse per permettere ad Arpat di monitorare con continuità la qualità dell’aria intorno all’impianto. Si passa poi alle coperture della discarica, altro elemento molto importante nelle prescrizioni della Regione. Entro il 30 aprile le coperture temporanee della discarica dovranno essere concluse. Per la parte sud della discarica i lavori di copertura definitiva dovranno essere conclusi entro il 10 maggio 2021, per la parte nord entro il 10 gennaio del 2023 deve essere data comunicazione di fine dei lavori con la documentazione dei lavori eseguiti.
Per quanto riguarda il percolato, questo dovrà essere smaltito quotidianamente in quantità maggiore rispetto ad ora e con rapporti da trasmettere ad Arpat ogni quindici giorni.Insomma, una serie di prescrizioni, alcune molto tecniche, che tendono a mettere in sicurezza la discarica ed evitare i miasmi e l’inquinamento che ha prodotto fino a questo momento, con tutte le conseguenze che conosciamo a livello politico e di disagio per almeno una parte della popolazione.
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IL SINDACO FERRARI SULLA DECISIONE DEL RIAVVIO DEI CONFERIMENTI DEI RIFIUTI A RIMATERIA
Le ragioni che avevano portato la Regione a sospendere i conferimenti di rifiuti nel cono rovescio sembrano svanite d’un tratto. Eppure esistono sempre, purtroppo, come i miasmi e i rischi per la salute dei cittadini.
A novembre apprendemmo con soddisfazione che la Regione aveva finalmente (meglio tardi che mai) deciso di imporre la messa in sicurezza della discarica prima di consentire a RIMateria di ricevere altri rifiuti; un principio che se fatto rispettare negli anni passati avrebbe impedito all’impianto di ridursi nelle condizioni in cui versa adesso.
Ora, improvvisamente, è sufficiente un cronoprogramma per convincere la Regione a revocare quel divieto.
Per mantenere il blocco dei conferimenti, invece, non è bastata la richiesta di rinvio a giudizio in un processo dove, tra le altre contestazioni, i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Firenze ipotizzano che il sito piombinese sia stato coinvolto in un traffico illecito di rifiuti anche pericolosi con annesso smaltimento illegale. Non sono bastate le richieste formali di questo Comune che chiedeva di mantenere il provvedimento di sospensione fino a conclusione dei lavori di messa in sicurezza. Non è bastata la lezione del passato, quando ad una società che neppure versava la ecotassa alla Regione si consentiva di smaltire centinaia di migliaia di rifiuti speciali.
Oggi ripartono i conferimenti, quindi i soci privati ricominceranno a far cassa e a un territorio non rimarrà che augurarsi che certe opere siano eseguite.
Non è certo quello che ci aspettavamo e che la nostra città merita.
In questi mesi abbiamo avviato dei percorsi che adesso porteremo avanti con ancor più vigore e precisione: la commissione d’inchiesta sta lavorando per dare risposte su ciò che è successo in passato e gli uffici stanno provvedendo agli adempimenti per eseguire i carotaggi che adesso sono più che mai importanti. Abbiamo mandato una richiesta ufficiale al Demanio per chiedere che non sia modificata la concessione in scadenza di cui è titolare RIMateria così che la tipologia di rifiuti da conferire nell’area ex Lucchini rimanga quella da produzione industriale.
È essenziale vigilare: la ripresa dei conferimenti ci impone di chiedere all’azienda di riprendere gli incontri con la cittadinanza, auspicando una maggiore trasparenza rispetto al passato. Chiederemo, in qualità di soci Asiu, di visionare gli atti societari e di poter accedere periodicamente all’impianto.
Con questo atto la Regione ha confermato il disinteresse nei confronti della salute del nostro territorio, della possibilità di una riqualificazione ambientale e di una rinascita economica e sociale. Noi certamente non ci arrenderemo: Piombino merita un futuro diverso, migliore.
Francesco Ferrari
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M5S: RIPARTONO I CONFERIMENTI PER LA DISCARICA DI RIMATERIA
È successo qualcosa di nuovo? Qualcosa di cui non siamo stati informati? La Regione, che sembrava aver finalmente aperto gli occhi, puntando il dito sull’infinita serie di prescrizioni mai ottemperate e aveva intimato a RiMateria “basta: non sarà conferito nient’altro finché non vi sarete messi a norma”, ieri ha improvvisamente fatto marcia indietro.
Dopo aver bloccato l’attività dell’azienda con un atto di sospensione che doveva arrivare fino a giugno, dopo aver messo dei vincoli schiaccianti sulla tipologia di rifiuti di cui era ammesso il conferimento, la Regione Toscana si è inspiegabilmente rimangiata tutto e comunica all’azienda: “Ok, potete ricominciare a conferire tutto quello che trovate sul mercato. Tanto le bonifiche non ci sono, la produzione di acciaio neppure, quindi… e già che ci siamo, fatelo subito. Basta che ci diate un cronoprogramma che ci rassicuri un po’. Vedremo di farcelo bastare, come del resto ce lo siamo sempre fatti bastare”.
Questa decisione, guarda caso, arriva giusto alla vigilia del tavolo di crisi annunciato dall’azienda e dai sindacati per discutere del destino dei suoi lavoratori. Almeno, questa è l’unica novità di cui siamo a conoscenza. È successo qualcos’altro che possa giustificare questo cambiamento di posizione della Regione? Perché la Regione ha deciso di dare nuovamente fiducia a un’azienda che non ha accantonato quanto previsto dalla legge per il post-mortem, non ha riciclato le scorie siderurgiche, che invece aveva dichiarato essere il suo principale obiettivo, non ha realizzato reti di monitoraggio, coperture, pozzi di captazione, gestione del percolato, insomma, ha sempre lavorato in barba a moltissime delle prescrizioni vigenti e non ha rispettato le prescrizioni delle autorizzazioni ricevute.
A noi la logica di questa decisione francamente sfugge: sarà un nostro limite, certo, perché una logica ci dovrà pur essere! Quella stessa logica che invece i soci privati devono aver avuto subito ben chiara, visto che hanno deciso di rimanere anche se avevano tempo fino allo scorso 31 dicembre per rinunciare all’acquisto delle quote avvalendosi della clausola contrattuale che avrebbe permesso loro di essere risarciti del capitale versato.
Chi avrebbe accettato, altrimenti, di correre il rischio di comprare una discarica sull’orlo del fallimento? Una discarica che per essere messa a norma avrebbe richiesto un ingente esborso di denaro, prima che fosse possibile fare cassa conferendo di nuovo? Una discarica il cui ampliamento, si dichiarava, essere vincolato alla possibilità di conferire rifiuti di fatto inesistenti? Una discarica i cui conti sono passati al setaccio da una commissione d’inchiesta che, pur con la fatica e la lentezza tipica della nostra burocrazia, è decisa a mettere in luce le reali motivazioni che hanno prodotto la voragine debitoria?
Eppure i privati hanno deciso di rimanere. Questo non può che lasciarci perplessi.
Come M5S abbiamo fatto approvare in Consiglio Comunale una mozione per chiedere alla Regione di bloccare i conferimenti finché non fossero stati effettuati, e non solo promessi, i lavori di messa a norma. Ci è stato detto che l’Amministrazione ha inoltrato in Regione questa mozione e ne siamo orgogliosi. Ora però occorrono ben altre azioni per bloccare l’arrivo di questi rifiuti. Cosa ha intenzione di fare il Sindaco? Quale posizione prenderà la Giunta?
Era solo questo il cambiamento promesso ai cittadini? Una breve pausa per tirare il fiato (in senso metaforico, perché i miasmi non sono mai cessati) e poi avanti come prima, come se niente fosse?
M5S PIOMBINO