PER FERRARI, UGL E CAMPING CIG LA SALUTE E’ PRIORITARIA
Piombino (LI) – Dopo l’annuncio del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ieri sera è stato pubblicato il decreto contenente le nuove misure per contrastare la diffusione del Coronavirus. In sintesi, il Sindaco di Piombino Francesco Ferrari ci illustra le attività produttive dovranno chiudere, salvo quelle indicate nell’allegato 1 del decreto.
“Le fabbriche – dichiara il sindaco – sono inevitabilmente un luogo di assembramento quindi, nell’ottica di difendere la salute collettiva, l’unico modo per evitare che il virus si diffonda è chiudere gli impianti. Era un provvedimento atteso, forse anche tardivo, comunque sono convinto che il sacrificio di qualche settimana di chiusura sia doveroso in un’ottica di tutela della salute collettiva come assoluta priorità. Evitare gli assembramenti è indispensabile per contrarre i tempi dell’emergenza e poter ripartire a pieno regime più rapidamente. Serve senso di responsabilità e la collaborazione di tutti, sia dei cittadini che degli imprenditori. Chiudiamo oggi per ripartire più forti domani ma, comunque, superato questo momento di emergenza, servirà un massiccio intervento dello Stato a supporto delle attività e dei professionisti colpiti dalle conseguenze di questa chiusura forzata, inclusi tutti gli operatori del settore turistico. Adesso stiamo vivendo un’emergenza sanitaria senza precedenti ma domani dovremo fare i conti con le conseguenze che avrà sul tessuto economico e sociale del territorio”.
Il nuovo decreto sospende tutte le attività produttive fatta eccezione di quelle essenziali e di pubblica utilità indicate nell’allegato 1, tutte le altre potranno continuare a lavorare solo applicando la modalità del lavoro agile. Per quanto riguarda le attività commerciali e le attività professionali, invece, restano valide le misure contenute nel precedente decreto.
“La nuove disposizioni – dichiara Sabrina Nigro, assessore alle Attività produttive – interessano sostanzialmente le attività produttive, per quanto riguarda il commercio nulla è cambiato rispetto alle disposizioni precedenti. È una doverosa integrazione al precedente decreto in quanto non aveva ancora l’attività delle grandi aziende.
Alcuni imprenditori avevano già sospeso la produzione autonomamente, anticipando quanto disposto dal nuovo DPCM, dimostrando grande senso di responsabilità nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, sia dell’azienda stessa che delle attività dell’indotto. Evitare assembramenti e contatti in un ambiente come quello della fabbrica è particolarmente difficile e sono convinta che la chiusura sia l’unica strada percorribile per garantire veramente la sicurezza di tutti”.
Oltre alle tipologie di aziende indicate nell’allegato 1, restano consentite anche le attività ad esse correlate nonché i servizi essenziali e di pubblica utilità previa comunicazione al Prefetto della provincia ove è ubicata l’attività produttiva, nella quale sono indicate specificamente le imprese e le amministrazioni beneficiarie dei prodotti e servizi attinenti alle attività consentite.
È sempre consentita l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna di farmaci, tecnologia sanitaria e dispositivi medico-chirurgici nonché di prodotti agricoli e alimentari. Resta altresì consentita ogni attività comunque funzionale a fronteggiare l’emergenza.
Sono consentite le attività degli impianti a ciclo produttivo continuo, previa comunicazione al Prefetto della provincia ove è ubicata l’attività produttiva, dalla cui interruzione derivi un grave pregiudizio all’impianto stesso o un pericolo di incidenti. Le imprese che le cui attività sono sospese devono completare le attività necessarie alla sospensione entro il 25 marzo.
Sospesa, inoltre, la possibilità di rientrare nel proprio Comune di residenza o domicilio e lo spostamento in un Comune diverso da quello in cui ci si trova attualmente se non per comprovati motivi di lavoro, salute o assoluta urgenza.
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CAMPING CIG: FINALMENTE LO SCIOPERO PER IL CORONAVIRUS IN FABBRICA
Riceviamo e pubblichiamo dall’associazione “Camping CIG”.
«Registriamo che finalmente e giustamente le organizzazioni sindacali proclamano lo sciopero per fermare la produzione nelle fabbriche e tentare di salvaguardare la salute dei lavoratori e quindi dei loro familiari e della popolazione. Una decisione tanto più urgente di fronte alla protervia di Confindustria che pretende di ridurre al minimo le fermate. La fermata almeno temporanea era stata chiesta da tempo, non solo dal Camping CIG.
In questo contesto, merita una riflessione la lettera che Jindal in persona indirizzò il 19 marzo ai “carissimi” dipendenti, rettificata in data 20 con la motivazione della traduzione sbagliata, errore certo curioso in quanto commesso dagli uffici di una multinazionale di livello planetario, su una vicenda tanto delicata. Una lettera che tradisce comunque una buona dose di paternalismo e forse la tentazione di fare scaricabarile da parte dell’azienda nei confronti dei dipendenti in tema di prevenzione del virus. Comunque la concreta disponibilità dell’azienda alla indispensabile, immediata fermata è il terreno di verifica della preoccupazione manifestata dall’azienda stessa per i propri dipendenti.
In ogni caso, se Jindal e’ così preoccupato del futuro dei propri dipendenti incominci, da subito e in vista del momento in cui la produzione potrà riprendere, fermi subito lo stabilimento. E s’impegni a programmare cio’ che in realtà doveva essere gia’ stato realizzato: revamping dei treni, investendo i 18 milioni promessi; smantellamenti, che dovevano essere conclusi nel 2019 e che riguardano impianti fatiscenti e pericolosi per i lavoratori e la popolazione: v. cokeria. L’emergenza coronavirus non deve voler dire che l’azienda, zitta zitta, si e’ guadagnata un tempo infinito per la presentazione del piano industriale, per il quale dovrà essere comunque posto un limite temporale invalicabile, da concordare con le organizzazioni sindacali e le istituzioni».
associazione Coordinamento Art.1-Camping CIG
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UGL: STRETTA SULLE FABBRICHE TARDIVA MA NECESSARIA