CARBONI ATTIVI: SUL POST COVID-19 SERVE RESPONSABILITÀ E VISIONE
“Carboni Attivi” è una associazione politico culturale che non rappresenta alcun partito, né alcuna parte politica, essendo espressione degli stessi iscritti: persone che lavorano e “si sporcano le mani” e che oggi, vista la situazione hanno paura che le conseguenze economiche della emergenza sanitaria siano talmente gravi che possano non bastare le sovvenzioni o le riaperture a far tornare tutto come prima, e che pensano, però, che crisi economica e sociale non siano un destino obbligato per il nostro paese.
Riportiamo integralmente le loro proposte riassunte agevolmente in dieci punti che invitiamo la politica a leggere ed analizzare con atenzione.
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«L’Italia ha una delle prime dieci economie del mondo. Questa ricchezza può essere impegnata al banco dei pegni, oppure utilizzata per rilanciare il Paese. Non occorrono rivoluzioni, né miracoli:
- l’Italia è Stato Fondatore dell’Unione Europea ed uno dei suoi principali attori, economici e sociali. Rivendichi il ruolo per negoziare al meglio i propri interessi e diventare portatrice di un nuovo processo di integrazione. In concreto: acceda al MES per le spese sanitarie, per riorganizzare la sanità (più ospedali); acceda al fondo SURE, per garantire i redditi di chi ha perso il lavoro; usi tutti i fondi europei della BEI; lanci una sottoscrizione straordinaria di buoni del tesoro a rendimento garantito e di lunghissima durata, a base volontaria, per ridurre il debito pubblico, con tassazione ridotta; negozi i Fondi di Recupero in modo che la tassazione addizionale per la loro costituzione penalizzi le attività finanziarie e di dumping e, in base ad un piano di riconversione verde, le attività produttive inquinanti;
- le Pubbliche Amministrazioni e le Agenzie Fiscali sono debitrici, oltre che creditrici, delle imprese e dei cittadini, per decine e decine di miliardi di Euro. Si regolarizzino questi rapporti, per ridare liquidità vera alle imprese. In concreto: se le PA non possono pagare, rilascino al creditore un certificato fiscale, che gli consenta di pagare i debiti verso qualsiasi PA, senza limiti, oppure possa essere ceduto, per gli stessi fini (pagamenti di debito verso la PA), senza rischio per chi lo acquista;
- molti Italiani hanno importanti ricchezze mobiliari (liquidità; titoli; crediti), mentre le imprese italiane sono sotto capitalizzate. Si incentivi l’impiego delle ricchezze nelle imprese italiane. In concreto: si assicuri che gli investimenti nelle aziende, per un periodo di tempo limitato (tre/cinque anni), saranno sostenuti da garanzie analoghe a quelle sui conti correnti e che i frutti dell’investimento avranno un trattamento fiscale di favore;
- l’Italia custodisce il più importante patrimonio storico-artistico del Mondo, spesso trascurato. Lo si trasformi in ricchezza. In concreto: si consenta ai privati di poterlo utilizzare anche per “metterlo a reddito”, purché paghino canoni di concessione allo Stato e assicurino la ristrutturazione, manutenzione e restauro dei beni;
- l’Italia è terra di emigrazione. Si inverta la tendenza. Si recuperi il senso della nostra ospitalità, perché permetta il recupero di risorse umane (il cui dumping è altrettanto grave di quello fiscale, se non di più) e di contrasto all’invecchiamento medio della popolazione. In concreto: si incentivi, con agevolazioni fiscali ai singoli e alle multinazionali, l’insediamento a lungo termine in Italia di persone e famiglie, italiane e non, che lavorano all’estero e si regoli l’emigrazione indotta dal bisogno (economico o politico-sociale), in maniera umana e funzionale, recuperando strumenti normativi e apparati logistici che esistono già, come, per esempio, la previsione di una sorta di leva obbligatoria temporanea, per esigenze di pubblica utilità e di formazione, per chi voglia chiedere ospitalità nel nostro Paese e non disponga di un impiego, nel rispetto dell’art. 23 Cost.;
- le Banche italiane sono sane. Si sfrutti la loro solidità. In concreto: si studino strumenti che consentano alle banche ed agli imprenditori di ricostruire, con l’ausilio e la garanzia dello Stato, la catena dei pagamenti, invece di incentivare forme di indebitamento a rischio, integrando e mirando lo sforzo del Governo;
- molte imprese Italiane sono esempi di eccellenza, ma sono bloccate nel loro sviluppo dal peso della stagnazione degli ultimi dieci anni. Se ne recuperi la virtuosità. In concreto: si apprestino strumenti che permettano a queste imprese di accedere al credito bancario e alle garanzie dello Stato, magari con il tramite di fondi specializzati nella valorizzazione delle aziende, riordinando norme già esistenti;
- l’Italia è la culla del diritto. Si riformi la giustizia ed il sistema delle pene, per renderlo volano di crescita. In concreto: si introducano tutti i correttivi necessari per sanzionare l’uso strumentale della giustizia, da qualunque parte, pubblica o privata, provenga e per restituire effettività alle misure di reazione e si usi la tecnologia, ove tale uso non diventi pregiudizievole, per la tutela di diritti essenziali, per velocizzare i processi;
- l’Italia è un paese che patisce da sempre di grosse storture del sistema fiscale ed amministrativo. Le si corregga. In concreto: si dia il via libera ad una riforma fiscale che eviti la penalizzazione del lavoro e l’agevolazione delle rendite e agevoli i trasferimenti di ricchezza, tra persone o tra generazioni, secondo criteri di uniformità e si semplifichi la macchina burocratica.
- l’Italia è un paese generoso. Si sfrutti questa naturale tendenza, per fronteggiare l’emergenza. In concreto: si rifiutino ipotesi di patrimoniali e si istituisca una addizionale di scopo, per l’emergenza Covid19, che chieda a chi non ha patito le conseguenze della crisi sanitaria un contributo, del quale avrà ritorno, mediante il riconoscimento di crediti d’imposta, per ridurre l’incidenza dell’imposizione sui redditi futuri e si finanzi con questa imposta una quota del reddito d’emergenza, per tutto il tempo che sarà necessario (e che non è detto che finisca a giugno), e poi l’avvio di programmi di tutela sociale e del lavoro e di sviluppo dello smart-working.
Questo programma non esaurisce il bisogno del Paese, ma può costituire un buon inizio. Per realizzarlo non servono cambi di Governo.
OCCORRONO RESPONSABILITÀ E VISIONE».
Associazione Carboni Attivi