CAMPIGLIA: BOTTA E RISPOSTA SUL CENTRO COVID ALL’OSPEDALE
Campiglia M.ma – Con una nota stampa “Campiglia Comune” informa che ha provato a presentare sul centro polifunzionale di Campiglia Marittima un documento unico che potesse rappresentare tutte le forze politiche che siedono in consiglio comunale, ma che le opposizioni si sono rifiutate di firmarlo. Nicola Bertini, chiamato in causa personalmente sull’argomento ha replicato che Il gruppo di Maggioranza esprime posizioni che non hanno nessun contatto con la realtà della struttura di Campiglia. Leggiamo insieme entrambe le note su questo spinoso argomento riguardate il nosocomio campigliese.
Un documento che contiene una richiesta di chiarimenti da parte di asl, un ripristino immediato dei servizi sanitari per Campiglia e un futuro potenziamento del centro.
Le opposizioni hanno rifiutato.
Ecco, il fatto che una comunità non volti le spalle a priori a persone che necessitano di essere riabilitate a seguito di mesi di sofferenze non significa che non si prenda posizione. Significa, anzi, che si guarda alla vita, alla solidarietà e all’umanità, non perdendo di vista però la sicurezza e la salute di tutti.
Ripetiamo, quello che non possiamo tollerare è che tali modifiche non siano state concordate, condivise e prese insieme al sindaco, in quanto garante delle salute dei propri cittadini e rappresentante della comunità.
Il Gruppo di Maggioranza esprime posizioni che non hanno nessun contatto con la realtà della struttura di Campiglia.
Afferma di volere il ripristino dei servizi sottratti alla comunità ma non vuole che venga spostato altrove il reparto covid (che vorrebbe mantenere per soli negativi). Un assurdo incredibile perché è proprio per la realizzazione del reparto covid negativi che sono venuti meno i servizi di Campiglia.
Ancor peggio afferma di assumere questa posizione per garantire il diritto dei pazienti ad essere curati. Questo significa ignorare completamente l’attuale condizione in cui opera il reparto e la rilevanza dei casi che ha dovuto sostenere.
Stiamo parlando di una struttura in cui non c’è neppure un medico di notte e in caso di una qualsiasi complicazione – che non si può certo escludere per delibera – il paziente sarebbe costretto ad una corsa contro il tempo verso l’ospedale di Cecina.
Stiamo parlando di una struttura i cui servizi soffrono in modo intollerabile una convivenza improvvisata, di cui quale non è neppure dato sapere il termine, che ha creato un vero disastro. Stiamo parlando di una struttura in cui anche i sindacati denunciano gravi carenze in ordine alla sicurezza per operatori, pazienti e comunità.
Stiamo parlando di un intervento che giunge a contagio in flessione quando nelle logiche del servizio sanitario nazionale dovrebbe essere considerata l’urgenza di recuperare il tempo perduto nella cura e nel trattamento di tutte le altre patologie inevitabilmente messe da parte nella fase di maggior pressione sulle strutture ospedaliere dal Covid.
E il gruppo di Maggioranza di fronte a questo pensa che sia inopportuno fare un esposto per richiedere agli organi competenti di acclarare la legittimità delle scelte e delle realizzazioni, non intende richiedere le dimissioni di quei vertici sanitari che, a detta della stessa Maggioranza tanto scorrettamente si sono comportati, e neppure vuole che il reparto sia riallocato dove esistono condizioni di maggior sicurezza per operatori e pazienti. Bella posizione, chiedo scusa se orgogliosamente affermo di non condividere nulla di tale sofisticata astrazione.
Nulla di quello che richiedevamo è stato accolto nel documento di una maggioranza che ha la responsabilità dell’Amministrazione della cosa pubblica e si limita a richiedere la motivazione all’ASL della mancata informazione, a chiedere un impossibile immediato ripristino di servizi anzi persino il potenziamento (di quali servizi? dove?), ma non richiede affatto di togliere il reparto covid.
Sembra che l’Amministrazione abbia gettato la spugna, dopo un paio di interventi avvelenati sulla stampa ha dato per persa la battaglia e si orienta ad indorare la pillola. Io di battaglie ne ho perse a carrettate, so per esperienza quanto pesi la frustrazione della sconfitta, dello scherno di chi non ha argomenti ma ha l’arroganza del potere dinnanzi alle motivazioni misurate sull’analisi della realtà. Eppure alcune battaglie si devono combattere anche dinnanzi ad una probabile sconfitta, anzi si devono combattere con tanto più vigore e con tanta più determinazione proprio quando la sconfitta, non tanto per noi quanto per la comunità, si avvicina e getta le sue ombre sul futuro di tutti.
Nicola Bertini