PIOMBINO: DEI DODICI CASSONI PIM NE SPOSTA SOLO 4 A GIUGNO 2020
Piombino (LI) – “Mi sono recato insieme all’amministratore delegato di PIM, Valerio Mulas, al porto per verificare lo stato di avanzamento delle operazioni di riconversione dei 12 cassoni utilizzati per il recupero del relitto della Concordia al Giglio ed arrivati a Piombino nel febbraio 2017” spiega il sindaco Francesco Ferrari.
I cassoni della Concordia, utilizzati per il raddrizzamento della stessa nel settembre del 2013 sono fermi sul porto di Piombino, dopo essere stati smontati a Genova, dal febbraio del 2017 e per quasi quattro anni hanno impedito l’utilizzo della famosa banchina a -20 metri, costata 25 milioni di euro e che tanto lavoro avrebbe potuto dare al porto di Piombino.
Difficile comprendere il motivo per cui quei cassoni siano stati messi in quel posto. Il porto di Piombino è un attualmente un “deserto” e la più prestigiosa delle banchine d’Italia inutilizzata da quattro anni. Senza considerare le 4800 tonnellate di peso complessivo (ogni cassone pesa 400 tonnellate) che in quattro anni potrebbero avere anche parzialmente danneggiato la banchina appena realizzata.
Le operazioni di conversione dei cassoni, che furono utilizzati per permettere il galleggiamento della nave Concordia nel viaggio verso le coste liguri e che sono stoccati nel porto piombinese dalla società Piombino industrie marittime (PIM), stanno adesso procedendo in maniera spedita: dopo la realizzazione ed installazione, su 8 cassoni, degli elementi strutturali per la loro rotazione, si stanno eseguendo le lavorazioni con le gru tralicciate mobilizzate dalla ditta Vernazza s.r.l. I cassoni permetteranno di dar vita a delle nuove banchine portuali a La Spezia. Un vero esempio di economia circolare, anche se non si comprende ancora quale sarà il destino degli altri otto cassoni che impediscono l’attracco delle più grandi navi del mondo.
“Si prevede che i primi 4 cassoni siano inviati a La Spezia già entro il mese di giugno” conclude il sindaco Ferrari “una ripartenza dei lavori che finalmente sblocca una situazione ferma da troppo tempo e offre una boccata d’ossigeno dal punto di vista lavorativo alle ditte coinvolte nei lavori, tra cui l’azienda piombinese Bertocci”.
“La Bertocci, peraltro, come altre ditte del territorio, da tempo stanno cercando di costruire con PIM una nuova realtà della cantieristica.” spiega Valerio Mulas. “Confidiamo che con l’impegno di tutti, sia delle aziende che delle amministrazioni, si riesca finalmente a dotare le aree portuali di quei servizi minimi ancora assenti e fondamentali per creare nuovo sviluppo”.