LIVORNO: CENTO CAPOLAVORI NELLA MOSTRA “VISSI D’ARTE”
Livorno – Il Museo della Città di Livorno, situato nel cuore dell’antico quartiere de La Venezia, ospiterà dal 30 ottobre prossimo al 31 gennaio 2021 la mostra “VISSI D’ARTE – Cento capolavori dalle collezioni Della Ragione e Iannaccone”.
Un eccezionale percorso espositivo che riunisce per la prima volta, in un dialogo profondo e serrato, le opere di due importanti collezioni dedicate all’arte italiana del Novecento: quella di Alberto Della Ragione (1892-1973)che fu donata al Comune di Firenze nel 1970 dallo stesso ingegnere Alberto della Ragione (con la Donazione Rosai e la Donazione Palazzeschi forma il nucleo delle Collezioni del’ 900 del Comune di Firenze, nel 2013 la collezione è diventata parte del Museo Novecento in Piazza Santa Maria Novella accanto a dove era collocato il Museo Alinari) e quella dell’ avvocato e collezionista Giuseppe Iannaccone (1955) entrambi accomunati dall’intensa passione nei confronti dell’arte italiana, in particolare quella sviluppata negli anni tra le due guerre. Un mecenatismo di altri tempi in una collezione quella di Iannaccone che parla di Umanità.
In mostra opere di grandi Maestri come Giorgio Morandi, Carlo Carrà, Renato Guttuso, Emilio Vedova, Renato Birolli, Mario Mafai, Scipione e Filippo De Pisis, e ancora Felice Casorati, Aligi Sassu, Ottone Rosai, Carlo Levi e Fausto Pirandello; opere di altissima qualità pittorica esposte in un percorso dialettico dal forte impatto visivo.
Le due collezioni sono parallele e complementari, seppur frutto di acquisti e scelte maturate in epoche storiche differenti da due appassionati collezionisti, che in comune non hanno solo una smisurata fede nell’arte italiana, ma anche un dato biografico, essendo entrambi nati in Campania per poi svolgere tutta la loro carriera al Nord Italia: in Liguria, a Genova, l’ingegnere Della Ragione, e, in Lombardia, a Milano, l’avvocato Iannaccone che verso la fine degli anni 80, quando ormai la sua professione di avvocato gli aveva dato fama e stabilità, assolti i doveri di padre si è dedicato a coltivare l’arte, la sua vera passione da sempre. Ha incominciato così ad inseguire importanti capolavori, i nuovi talenti, gli artisti. Facendo grandi investimenti sopratutto emotivi ed umani. Amando spesso la fragilità dell’ esistenza di ogni artista incontrato con un radar istintivo verso il desiderio di misurarsi con l’umanità, la sensibilità.
La collezione di Alberto Della Ragione, arrivata a Firenze come frutto generoso di una donazione effettuata all’indomani della terribile alluvione subita da Firenze, la culla del Rinascimento, ferita nel suo patrimonio di bellezza dalla furia delle acque dell’Arno, che nel novembre del 1966 tracimò sommergendo le case, le chiese e i palazzi. Fu allora che l’ingegnere decise di risarcire Firenze affidando alle cure della città ben 240 opere di sua proprietà, con un contratto che fu siglato finalmente nel 1970. Forse Della Ragione, nel prendere questa decisione, fu motivato anche dal fatto che nella città di Cosimo Il Vecchio e Lorenzo Il Magnifico abbia avuto origine il collezionismo moderno, dalla cui costola sono poi nati i musei più importanti della città, dagli Uffizi, alla Galleria Palatina, dal Museo Bardini, al Museo Horne, fino allo stesso Museo Novecento appunto.
L’altra collezione è nata invece dalla grande passione di Giuseppe Iannaccone. Le opere da lui sapientemente collezionate rivelano una straordinaria capacità nelle scelte, guidate da una profonda coerenza concettuale e da una rara intelligenza critica, che hanno condotto l’avvocato verso una pittura connotata da un originale calore romantico ed espressionistico, come quella degli artisti di Corrente e della Scuola romana.
Il titolo dell’esposizione, “Vissi d’arte”, sta a sottolineare proprio la grande passione che accomuna i due collezionisti spinti a dedicare un’intera vita alla ricerca ed al possesso di alcune opere entrate nel mirino del loro prorompente desiderio di bellezza.
Cento di queste opere si potranno ammirare nella mostra livornese che sarà corredata di apparati didattici che consentiranno non solo di comprendere le ragioni dei due collezionisti, ma anche di conoscere la vita e l’opera dei maggiori artisti e dei movimenti affermatisi in Italia tra le due guerre.
Cecilia Sandroni