CALLERI: PER USCIRE DALLA CRISI SERVE UNA EUROPA FEDERALE
Firenze – Abbiamo intervistato Salvatore Calleri, esperto di lotta alla mafia, analista nel campo della sicurezza e della criminalità organizzata internazionale, ma anche appassionato di geopolitica, di storia e delle problematiche europee per una intervista non sulla mafia in Toscana, ma sul futuro dell’Unione Europea. Leggiamo insieme cosa ci ha risposto.
D. Oggi l’Unione Europea in Italia appare in affanno per quanto riguarda la fiducia, come mai secondo lei Presidente?
R. L’Unione Europea oggi appare lenta nel prendersi al cuore le situazioni di crisi legate anche alla pandemia. Emergono inoltre i suoi limiti per il modello confederale che è alla base della UE.
D. Ci spieghi meglio la questione del modello confederale.
R. La Unione Europea è di fatto un modello confederale che lascia in piedi i cosiddetti stati nazione, ossia finisce suo malgrado per favorire i nazionalismi. È un modello desueto che non funziona ed attualmente usato solo in Europa dalla UE. Procedo con degli esempi che hanno portato a 3 guerre civili partendo da modelli de facto confederali. La guerra di secessione USA, la guerra civile del Sonderbund in Svizzera e la guerra nella ex Jugoslavia.
La guerra civile americana (1861-1865) la mia generazione se la ricorda bene per via dei tanti film che vedevano contrapposti i blu nordisti unionisti ai grigi sudisti confederali. Vinsero i primi e con essi l’attuale modello federale USA.
La guerra civile Svizzera (1847) fu meno cruenta durò un mese e vide contrapposti i cantoni federali ai confederali. Vinsero i primi che concesero ai perdenti di lasciare il nome confederale nella denominazione della repubblica ma nulla di più. Il modello federale ha portato la Svizzera alla ricchezza attuale.
La guerra nella ex Jugoslavia (anni 90). La Jugoslavia era una repubblica federale fino a metà anni 70 quando sposò il concetto di socialismo autogestito, de facto un modello confederale, che favorisce nelle singole realtà il crescere delle spinte nazionaliste che hanno portato ad una guerra feroce le cui ferite sono ancora aperte.
Ossia in parole povere questi tre esempi dimostrano che il modello confederale non funziona e porta a divisioni cruente.
D. Il modello federale in alternativa da un punto di vista teorico cosa sarebbe?
R. Il modello federale in pratica è uno stato in cui sono presenti delle nazioni. Ma ha delle materie federali che sono un collante forte e che ne permettono il funzionamento in modo efficace.
D. Mi applichi sempre teoricamente tale concetto alla Unione Europea.
R. Al contrario di oggi un modello federale europeo, convenzionalmente chiamato Stati Uniti d’Europa, avrebbe un confine unico, un esercito unico, un welfare unico, un fisco unico, ecc. Ecc.
Comporterebbe inoltre grandi vantaggi geopolitici. Basti pensare all’attuale situazione mondiale con una Russia rinata, una Cina forte e gli USA forti ma leggermente ridimensionati. In questo contesto gli Stati Uniti d’Europa sarebbero un soggetto forte, sempre in ambito NATO, in grado di essere autorevoli nei contesti internazionali cosa in cui oggi la UE difetta.
D. Ma non le sembra un progetto utopistico e quindi irrealizzabile quello degli Stati Uniti d’Europa?
R. Gli Stati Uniti d’Europa sono quello che si può definire una utopia necessaria. Oggi siamo di fronte ad una UE che s’inceppa nelle decisioni più importanti come quelle sugli aiuti sulla pandemia. Siamo di fronte ad una UE che si è allargata troppo ad est e poco nel Mediterraneo. Può sembrare strano ma non abbiamo nemmeno una vera moneta comune in quanto l’euro è una moneta parziale in vigore solo in alcuni stati membri. Inoltre il modello liberista in vigore nella UE è andato in crisi tant’è che il progetto Stati Uniti d’Europa si basa su altri modelli economici più adatti.
Il federalismo oggi conviene.
Cecilia Sandroni
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Salvatore Calleri (1966) è nato a Catania e vive sin da piccolo a Firenze.
Laureato in Giurisprudenza, nel 1991 ha conosciuto Antonino Caponnetto con il quale ha collaborato strettamente fino al 2002, anno della sua morte. Esperto di lotta alla mafia, analista nel campo della sicurezza e della criminalità organizzata internazionale è presidente della fondazione Caponnetto e consigliere della fondazione Pertini. Di entrambe ha ispirato la nascita ed è socio fondatore. Collabora con la fondazione Mediterraneo.
Coordina l’OMCOM (Osservatorio Mediterraneo Criminalità Organizzata e Mafia).
Blogger ed è opinionista di diverse testate web. Ha curato i report sulla mafia in Svizzera, a Malta ed a San Marino. Appassionato di geopolitica, di storia e delle problematiche europee, federalista ha dato vita al Progetto Tulipani Rossi verso gli Stati Uniti d’Europa.
Tale progetto mira alla sostituzione del modello confederale della UE con un modello federale ben più efficace.
Cura il sito di cui è ideatore www.statiunitieuropa.com. Ha dato vita insieme ad altri nel 2018 al Manifesto di Firenze per gli Stati Uniti d’Europa visionabile sul sito http://www.statiunitideuropa.blogspot.com .
Per maggiori informazioni:
www.statiunitieuropa.com
Questo personaggio che non commenta, ma delira. Il federalismo non è quello che sostiene questo individuo. Inoltre il nazionalismo è parte integrante di un popolo e le sue origini. Cosa c’entrano poi gli Stati Uniti una “nazione” moderna costituita storicamente solo pochi secoli fa in confronto alla vecchia Europa? Nulla! Gli Usa esistono perché la guerra di secessione fu fatta vincere ai nordisti unionisti e non ai confederati, non certo per cause sociali, ma prettamente economiche. L’unico problema di tutto questo momento storico attuale si chiama UE e tutte le assurdità che questa falsa unione nata nei salotti post “guerra fredda” propina. Solo parlare di stati Uniti d’Europa è demenziale e poi la Svizzera non è ricca perché federale,ma per il sistema economico che la stessa nazione ha sempre avvantaggiato…il discorso sarebbe lunghissimo.