PARCHI: I SINDACI PD ATTACCANO SULLA PARCHI, MA L’AZIENDA E’ IN PAREGGIO

il territorio gestito da Parchi Val di Cornia

I sindaci Ticciati, Bandini e Scalzini, tutti del Partito Democratico, bocciano il lavoro del Cda della Parchi per un debito da 1,2 milioni di euro, nessuna strategia di rilancio e mancato coinvolgimento dei Comuni soci, e interpellano la Regione. Ma l’azienda, nonostante l’anno nero del Covid, è comunque, in base alle repliche, in pareggio.
Leggiamo insieme la nota dei sindaci e le repliche del Presidente della Parchi Val di Cornia e del Sindaco di Piombino Ferrari.

I sindaci Alberta Ticciati di Campiglia, Alessandro Scalzini di Sassetta e Alessandro Bandini di San Vincenzo hanno firmato una lettera indirizzata alla Regione Toscana per accendere i riflettori su una situazione che si protrae da circa un anno e che preoccupa i sindaci, un anno a detta dei tre sindaci caratterizzato da eventi e situazioni che hanno “impoverito e messo a repentaglio la tenuta della società condotta in maniera spregiudicata, rinunciando al valore di condivisione, collaborazione, mutualismo che da sempre ne ha caratterizzato l’elemento fondante”.

«Dal 2002 la società Parchi Val di Cornia – inizia la lettera dei tre sindaci PD – si è basata su una convenzione quadro sottoscritta dai Comuni secondo la quale le risorse naturali e storico-archeologiche dei parchi, indipendentemente dallo loro collocazione geografica, rappresentano un patrimonio unico del territorio e dovevano essere gestiti con un unico contratto di servizio avente per oggetto l’insieme dei servizi erogati nel sistema dei parchi”. Nella convenzione veniva inoltre indicato che i corrispettivi che i Comuni dovevano versare erano valutati in proporzione al numero degli abitanti residenti. Nel tempo sono succedute dei cambiamenti che sono stati riportati nella lettera indirizzata alla Regione: “sottratte rilevantissime risorse proprie (aree di sosta), dal 2012 il riparto delle perdite d’esercizio tra i soci non avviene più̀ sulla base dei principi mutualistici previsti dalla convenzione quadro del 2002, si sono ridotti i beni gestiti (la società̀ ha abbandonato da anni le strutture di accoglienza nel Parco naturale di Montioni e dal 2020 non ha più̀ la gestione del parco di Rimigliano). Con l’aggravarsi del quadro economico si sono ridotti la capacità d’investimento e la qualità̀ della gestione, in particolare nei parchi naturali.

Il 2020 ha fatto registrare un ulteriore peggioramento del quadro generale: sono stati sottoscritti contratti di servizio separati che hanno sancito la fine del modello mutualistico, ciascun Comune è stato posto di fronte alla sostenibilità̀ dei propri beni, si è ulteriormente abbassata la capacità di autofinanziamento e complessivamente aumentano i contributi richiesti ai Comuni per il ripiano delle perdite.

Il quadro economico finanziario della società relativo al bilancio consuntivo 2019 non incoraggia i sindaci di Campiglia, San Vincenzo e Sassetta che hanno sottolineato come il deficit di 1,2 milioni di euro rappresenti la metà di circa i 2,5 milioni coperto in parte con il contributo delle amministrazioni comunali attraverso i contratti di servizio.

Addirittura il bilancio di previsione 2020 deliberato solo a maggioranza dal Cda non è stato possibile neanche metterlo in votazione da parte della Conferenza dei Sindaci perché́ presentato con una perdita netta di 420mila euro e mancante di qualsivoglia indicazione circa le modalità̀ della sua copertura, requisito, invece, indispensabile per l’approvazione da parte dei sindaci,  immaginando nuove perdite per l’esercizio finanziario 2021.

Ma le criticità non sono solo economiche, ma riconducibili proprio al Cda. In questo ultimo periodo, oltre alla bufera sulla Parchi che si è scatenata sull’uso della foresteria dell’Acropoli e la gestione del bar del museo, è emersa “l’incapacità dei nuovi organi direttivi di elaborare e proporre il Piano industriale e di risanamento pluriennale più volte richiesto dai sindaci e richiesto dalla legge per scongiurare il rischio del collasso della società e il conseguente danno per le comunità locali”. A mancare, hanno sottolineato i sindaci, anche il piano di rilancio del progetto della Parchi per immaginare un futuro della realtà che coinvolge tutta la Val di Cornia.

Non mettiamo in discussione la Parchi ma il lavoro del Cda (nominato a maggioranza dai Comuni di Piombino e Suvereto, ndr). – hanno commentato i sindaci durante la conferenza stampa indetta proprio per fare il punto sulla Parchi – Non è un problema politico ma di strategia sulla quale non abbiamo modo di misurarci.

A questo punto, dunque occorre interrogarsi se l’esperienza Parchi da sempre ritenuta innovativa e virtuosa sia ancora valida e se può ancora essere un vero strumento di promozione e sviluppo del territorio. Quindi, la richiesta di una mano tesa dalla Regione Toscana».

Sindaci Ticciati, Bandini e Scalzini

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LA REPLICA DEL PRESIDENTE DELLA PARCHI VAL DI CORNIA

«In qualità di Presidente della Parchi Val di Cornia SpA replico alle dichiarazioni dei Sindaci di Sassetta, San Vincenzo e Campiglia Marittima (Soci di minoranza nella Società) riportate nei giorni scorsi sulla stampa relativamente alla situazione economico-finanziaria della Parchi Spa ed i cui contenuti hanno preso alla sprovvista sia me, che il Consiglio di Amministrazione.

La Società, contrariamente a quanto affermato non è in una situazione né fallimentare né pre-fallimentare; anzi chiuderà in sostanziale pareggio, come risulta dal Bilancio Previsionale 2020 rivisto su sollecitazione dei Soci stessi e recentemente approvato all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione. Risultato che avrebbe potuto tradursi in un utile se tutti i soci avessero mantenuto l’ordinaria contribuzione degli ultimi anni.

Peraltro quella che viene erroneamente definita ‘perdita strutturale’ non è altro che il contributo che i Comuni Soci versano alla società, sin dai tempi della sua costituzione, in una logica di mutualità e secondo un meccanismo ben preciso e concordato. Mutualità che in questo anno così complesso alcuni di essi hanno disatteso.

In cambio di questo contributo (che nel 2020 alla fine dei conti sarà persino inferiore agli anni scorsi) e dei proventi derivanti dalla sua gestione caratteristica e dalla conduzione di concessioni, la Parchi preserva e rende disponibili a tutti le interessanti bellezze e i tesori naturali e culturali del vostro Territorio. Quella tutela e disponibilità che anche quest’anno abbiamo potuto garantire, in totale sicurezza, come già relazionato su richiesta del Ministero dei Beni Culturali e che voi mettete in dubbio senza basi.

A ben vedere la società potrebbe persino chiudere il suo conto economico in pareggio, anche senza la contribuzione a posteriore dei soci; basterebbe conferirle in gestione altri beni che producano rendita: anche quella è, pur sempre, una forma di contribuzione alla pubblica utilità necessaria in quanto – come si sa – alcuni servizi pubblici (fra cui la cultura) sono a sostanziale perdita di mercato.

Il patrimonio netto della società, valutato in circa euro 1,5 milioni, rimarrà intoccato rispetto al 2019; stesso dicasi per la mantenuta regolarità nei pagamenti dei nostri creditori; tutto ciò, nonostante un anno segnato da un calo di presenze di circa 35 mila persone a causa dell’emergenza sanitaria da covid-19 e conseguente contrazione delle entrate caratteristiche di circa il 40%.

Peraltro, data la gravità delle non corrette dichiarazioni rese pubbliche, se esse avessero corrisposto integralmente a verità, avrebbero dovuto comportare la convocazione immediata di un’Assemblea dei Soci plenaria con il coinvolgimento anche degli altri due soci, Piombino e Suvereto, per operare una verifica congiunta con gli Organi di Gestione dell’Azienda e ricorrendo anche al supporto di quelli di Controllo, quali il Collegio Sindacale ed il Revisore dei Conti. Siccome così non è stato, la comunque incauta affermazione e la divulgazione di una “situazione pre-fallimentare” inesistente rischia solo di minare il regolare svolgimento delle attività societarie e creare preoccupazione in molti, compresi i lavoratori.

La Parchi Val di Cornia Spa è un modello societario geniale e – dati i tempi – molto attuale perché genera e utilizza sinergie col Territorio non solo a beneficio di visitatori e residenti ma anche di molti operatori economici. È la realizzazione di quella che si può definire una vera e propria ‘economia di ambito territoriale’. Non solo: questo modello attrae e realizza investimenti per conto dei Comuni in ambiti che per essi costituirebbero un aggravio inefficiente di lavoro e costi; investimenti che nel caso specifico assommano negli anni a ben 26 milioni di euro. La Società ha la capacità e le competenze per realizzare e gestire servizi nel continuo (sempre più attuale) fra Turismo e Cultura. Esperienza unica in Italia tanto più in un’epoca incerta e difficile dove il frazionamento degli investimenti e delle gestioni è un aggravio sociale ed economico insostenibile e dove tutti (pubblico e privato) cercano di realizzare economie razionali organizzate intorno al valore delle imprese e delle persone».

Il Presidente della Parchi VDC
Alessandro Bruni

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LA PARCHI HA CHIUSO IL BILANCIO IN PARI, VERGOGNOSA LA CAMPAGNA DI TERRORISMO DEI SINDACI

«L’opera di terrorismo che i sindaci di Campiglia, San Vincenzo e Sassetta stanno portando avanti è vergognosa e palesemente motivata da un rancore che poco ha a che fare con la reale condizione della Parchi Val di Cornia.

Nonostante il 2020 sia stato un anno difficilissimo, in particolare per il settore della cultura e del turismo, la Società chiude il bilancio in pari: è questo che si evince chiaramente dai documenti redatti, non di certo una “situazione pre fallimentare” come affermano nelle loro non veritiere dichiarazioni i tre sindaci. Se la Parchi ha dei problemi di bilancio, inoltre, non si possono certamente imputare alla corrente gestione che, anzi, ha fatto tutto quanto necessario per valorizzare i beni e gestire il patrimonio in una situazione senza precedenti che ha determinato un calo fisiologico delle presenze per tutte le strutture del Paese.

Vorremmo ricordare ai colleghi sindaci che Campiglia, San Vincenzo e Sassetta sono soci della Parchi Val di Cornia e con queste affermazioni danneggiano la società e, di riflesso, i loro stessi Comuni. Inoltre, San Vincenzo, che ora si dice così preoccupato per le sorti della società, ha un debito di 330mila euro nei suoi confronti e, come se già questo non fosse sufficiente a danneggiarne il futuro, ha deciso, arbitrariamente e senza interlocuzione con gli altri soci, di sottrarre il parco di Rimigliano alla gestione della Parchi. Non solo: dopo aver preso un chiaro impegno a versare comunque la quota parte in quanto socio, alla fine dell’anno decide, di nuovo in completa autonomia e senza discutere la cosa, di non versare quanto dovuto. Quindi, San Vincenzo rimane uno dei soci della Parchi ma senza consentire alla società di gestire i propri beni e senza contribuire. Una posizione decisamente anacronistica ma molto utile per il mantenimento del potere politico quando si tratta di decidere nel merito delle azioni della società.

Siamo indignati dalla capacità di questi colleghi sindaci di affermare tali falsità attaccando professionisti che quotidianamente mettono impegno e molte ore del proprio tempo a favore del rilancio culturale e turistico di un territorio facendo, a parere nostro e non solo, un ottimo lavoro, tanto da essere molto apprezzati anche dai dipendenti stessi con cui lavorano gomito a gomito.

I sindaci Ticciati, Bandini e Scalzini stanno attuando una strategia che mira esclusivamente a riversare fango su quest’amministrazione, rea solamente di non essere in linea con il colore politico che ha governato per anni, danneggiando in questo modo anche la società Parchi che, sotto la guida del nuovo Cda, sta programmando azioni a lungo termine che certamente gioveranno a tutto il territorio. È evidente quanto l’odio e il rancore siano radicati e quanti danni possano causare quando accecano la vista e diventano l’unica bussola a guida delle azioni.

È evidente che esiste ancora una parte politica, seppur residuale, disposta a distruggere tutto quello che trova sulla propria strada, compreso ciò che di positivo esiste sul territorio, pur di denigrare l’avversario politico. Un avversario che diventa nemico per il solo fatto di avergli sottratto il potere, unico loro vero obiettivo. Quello che davvero vorremmo per il futuro della Val di Cornia è la sana collaborazione tra i Comuni, l’applicazione del principio di sovracomunalità che sta alla base della nascita della Parchi Val di Cornia. Vorremmo smettere di leggere inutili e sterili polemiche politiche e trovare invece dei colleghi disposti a lavorare per il bene del territorio andando oltre le differenze».

Francesco Ferrari, sindaco di Piombino
Giuliano Parodi, vicesindaco e assessore alla Cultura

Scritto da il 19.12.2020. Registrato sotto Foto, politica, Toscana-Italia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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