JINDAL: UN ALTRO RINVIO, MA LA CITTA’ VUOLE SMANTELLAMENTI E BONIFICHE
Piombino (LI) – Dopo sette natali a casa per i lavoratori di questa azienda, viene riproposto ancora una volta l’annoso dilemma per questa città: Produrre l’acciaio o lavorarlo soltanto. Quale sarà quindi il destino delle acciaierie di Piombino, che dal 2018 sono controllate dal colosso mondiale Jindal Steel, dopo aver perso nel 2017 la gara con Mittal per aggiudicarsi l’Ilva di Taranto?
Il gruppo indiano, il cui Vice presidente è Marco Carrai, non ha ancora fatto chiarezza sulla costruzione di un forno per produrre acciaio a Piombino, prevista inizialmente dal piano industriale. E, proprio come a Taranto, negli ultimi mesi si è fatta strada la possibilità di un ingresso di Invitalia nel capitale dell’acciaieria, ferma dal 27 aprile 2014 quando è stato spento l’AFO 4, con ovvie ricadute sull’indotto, sull’occupazione e sull’economia di una città che è ferma, in attesa ormai di non si sa più cosa, da ormai sette anni.
Nella video-conferenza del 30 Dicembre 2020 tra Governo, Istituzioni regionali e locali, Azienda e Sindacati, abbiamo assistito ad un’altra fumata grigia, l’ennesima. Jindal ha preso l’impegno a presentare un Piano industriale che prevede l’immediata fase di avvio della costruzione del forno elettrico, entro il 31 Gennaio prossimo. Non più un piano industriale scaglionato, come detto in precedenza, con forno elettrico previsto in una seconda fase del piano.
Il Governo in cambio ha garantito un capitale di 100 milioni di euro attraverso i certificati bianchi e ha confermato la disponibilità di RFI a sottoscrivere un contratto decennale per 900 milioni di euro.
Ma le buone notizie si fermano qui, perché tutto è legato al Piano Industriale che Jindal presenterà entro il 31 Gennaio. Ovviamente se lo presenterà visti i precedenti.
Ancora una volta quindi, si va avanti a rinvii e a posticipazioni, si continua a perdere tempo prezioso, visto anche lo stato sempre più precario dello Stabilimento, che sta letteralmente cadendo a pezzi, come dimostra l’ultimo incidente con crollo della cabina di una enorme gru, per fortuna senza conseguenze per i lavoratori che generalmente non operano più in quell’area.
Resta poi un grande punto interrogativo per quanto riguarda l’ingresso dello Stato attraverso Invitalia, perché non è stato specificato neanche questa volta con quali modalità, con che percentuale e che tipo di controllo lo Stato eserciterà sull’Azienda. E questa scelta non è davvero secondaria per il futuro di quello che resta delloo storico impianto.
Nessuna traccia poi del tanto decantato e annunciato Piano Siderurgico nazionale. Annunciato dallo stesso Ministro Patuanelli proprio nell’ultimo incontro del 11 Dicembre e di cui invece non si è parlato oggi, con il Ministro per altro, assente all’incontro.
Ma più che altro non si è affrontato ancora una volta nemmeno il tema degli smantellamenti e delle bonifiche, che potrebbero non solo risanare una porzione di territorio ma portare anche occupazione, come ha giustamente evidenziato il Sindaco Ferrari nel suo intervento durante la video-conferenza.
La città da ormai sette anni sta “Aspettando Godot”, ed è ferma nell’attesa di ormai non si sa più bene cosa.
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FERRARI: ADESSO E’ GIUNTA L’ORA DEGLI SMANTELLAMENTI E DELLE BONIFICHE
Riceviamo e pubblichiamo integralmente dall’amministrazione comunale.
«Dall’incontro con il Ministero dello Sviluppo economico sono emerse notizie che accogliamo con favore ma che certamente non ci tranquillizzano sul futuro dell’azienda.
Ben venga la commessa in prossimità di aggiudicazione da parte di Jsw per la fornitura per le Ferrovie dello Stato che frutterà all’azienda circa 900 milioni nei prossimi dieci anni.
Apprendiamo con favore anche l’impegno, per adesso solo verbale, dell’azienda a presentare il progetto del forno elettrico entro il prossimo 31 gennaio. Soprattutto, rileviamo con favore che il Governo ha confermato di voler entrare nella compagine sociale di Jsw.
Tuttavia, non possiamo non considerare che tutto questo è, ancora una volta, privo di certezze: l’ingresso dello Stato nella compagine sociale, per esempio, deve passare da una valutazione economica dell’azienda che, c’è da aspettarselo, rappresenterà una partita non facile e breve da giocare.
In questo contesto, preso atto che le problematiche non sono purtroppo di pronta soluzione, visto anche che oramai sono passati due anni e mezzo dall’arrivo di Jindal e che i lavoratori e la città hanno diritto di conoscere il proprio futuro, appare più che mai indispensabile che partano gli smantellamenti (l’episodio della gru di qualche giorno fa ci richiama ancora una volta a tale priorità) e le bonifiche.
A questo scopo, le risorse messe a disposizione dall’Europa sono un’occasione che non possiamo permetterci di perdere. Già da tempo abbiamo sollevato la questione con le istituzioni regionali e nazionali: finanziare le opere di bonifica significherebbe garantire lavoro al territorio per molti anni rendendo sopportabile anche l’attesa che ancora si prospetta per un auspicato rilancio industriale.
Anche per questo sosteniamo che Piombino debba essere destinataria delle risorse economiche necessarie per le opere di bonifica, opere che finalmente risaneranno il territorio sotto un profilo ambientale, libereranno spazi utili a nuovi futuri investimenti e daranno ossigeno ai tanti lavoratori bloccati nell’impasse da anni.
Finalmente, durante l’incontro, siamo stati ascoltati e il Governo, per il tramite della sottosegretaria Morani, ha compreso l’importanza della nostra richiesta impegnandosi a creare un tavolo con il Ministero dell’Ambiente proprio per dare gambe al progetto di bonifica dell’intero Sin di Piombino.
Nelle scorse settimane, intanto, avevamo richiesto un incontro al Ministero dell’Ambiente proprio su questo tema: stiamo concordando un primo incontro in attesa di veder realizzato il tavolo con entrambi i Ministeri interessati».
Francesco Ferrari, sindaco di Piombino
Sabrina Nigro, assessore al Lavoro e alle Attività produttive